sabato 25 dicembre 2010

Gnome 3 Adwaita, leggero ed elegante, incorpora anche piccoli cambiamenti al compositing environment Mutter.

Da qualche giorno è disponibile il nuovo tema di Gnome 3: si chiama Adwaita ed è leggero ed elegante, come proponevano gli appassionati di Gnome.

Il tema, pur coprendo ovviamente Metacity, dovrebbe dare il meglio di sè con Gnome Shell.

Piccoli cambiamenti sono stati apportati anche al compositing environment Mutter.

Certo si tratta di lavori ancora in corso, ma visto l’indirizzo che ha preso Ubuntu, con la sostituzione di Gnome con Unity e Global Menu, c’è da aspettarsi che Gnome Shell sia la pronta risposta del progetto Gnome che da questo abbandono subirà certo un grosso colpo.

Infatti fino a poco tempo fa Canonical lasciava intendere che il 2011 sarebbe stato l’anno di Gnome Shell, e invece….

Gnome 3.0 dovrebbe arrivare presto e già si inizia a scoprire cosa vedremo e cosa probabilmente verrà lasciato fuori.

Dopo una lunga discussione è stato deciso di non includere Gnome Activity Journal, conosciuto anche come Gnome Zeitgeist, perché al momento non è sufficientemente integrato nell’ambiente e sembra ancora troppo un’applicazione separata.


Sarà incluso Gnome Shell, ma la libreria Clutter al momento resterà una dipendenza esterna, così saranno presenti anche GNOME Color Manager e Caribou. GNOME Speech è stato rimosso in favore di OpenTTS.

Il piano di sviluppo di GNOME mostra gli obiettivi degli sviluppatori per la prossima versione, la pianificazione del rilascio di GNOME 3.0 è stata pubblicata a inizio anno ed è disponibile nel sito web di GNOME.


Prossimamente verrà lanciato GNOME3.org in modo da fornire video, schermate e informazioni sulle funzioni, le applicazioni e quanto altro riguarda GNOME 3.0. Per maggiori informazioni tenete d'occhio GNOME.org.


Il cuore di GNOME è programmato principalmente in C e interamente basato sulle librerie grafiche GTK+; è libero fin dalla sua nascita, essendo pubblicato sotto le licenze GNU General Public License e GNU Lesser General Public License (a seconda dei componenti). GNOME è stato progettato con un alto livello di astrazione, e proprio questa sua caratteristica ha permesso di poterlo compilare e includere in un gran numero di sistemi operativi unix-like; sono disponibili api e documentazione per lo sviluppo di applicazioni Gnome in diversi linguaggi, tra i quali Ruby, Java, C++, Perl, Scheme, C#, Python e, naturalmente, C. Attualmente il progetto cyGNOME sta tentando di effettuare il porting sul sistema operativo Microsoft Windows appoggiandosi sul sistema cygwin.


Sviluppi futuri:

Ci sono molti sotto-progetti nell'ambito del progetto GNOME; non tutti sono al momento inclusi nelle versioni di GNOME. Alcuni sono rappresentati da concetti puramente sperimentali o per testare idee che un giorno vedranno la luce in applicazioni stabili, altri progetti sono rappresentati da codice che viene inserito direttamente nei nuovi rilasci di GNOME.


I più importanti sono:

  • GNOME Storage — un file system basato su database (come WinFS);
  • Project Soylent — per migliorare l'interazione tra persone e oggetti GNOME;
  • Project Ridley — per unificare diverse librerie in GTK+, come libgnome e libgnomeprint;
  • Il Progetto Portland;
  • L'uso del sistema XUL di Mozilla in GNOME.


Applicazioni Gnome:

La seguente lista include applicazioni che utilizzano tecnologie del progetto GNOME e che sono spesso incluse in un desktop GNOME:

  • AbiWord — un word processor;
  • Alexandria — programma per la gestione di biblioteche;
  • Brasero — un programma per masterizzare su CD e DVD;
  • Cheese — un programma per scattare foto e riprendere video usando la webcam;
  • Dia un programma per la creazione di grafici;
  • Epiphany — un web browser;
  • Ekiga — un programma per la telefonia e il voice over IP;
  • Evince - un lettore di documenti Portable Document Format (PDF) e PostScript per il desktop environment GNOME
  • Evolution — un gestore avanzato della posta elettronica, rubrica e impegni;
  • File Roller — un front-end per la gestione di file compressi;
  • Gedit — un editor di testo;
  • Gnumeric — un foglio elettronico;
  • Glom — un front end database RAD, basato su PostgreSQL, per la creazione di database in un unico file, come FileMaker Pro;
  • Inkscape — una applicazione per il disegno vettoriale;
  • Mono — un ambiente di sviluppo basato su Microsoft .NET Framework;
  • Pidgin — un instant messenger;
  • PiTiVi — editor video;
  • Nautilus — un file manager utilizzabile anche come client FTP;
  • Rhythmbox — un gestore di musica simile a iTunes;
  • XSane (Scanner Access Now Easy), una API (application programming interface) che fornisce un accesso standardizzato all'hardware di qualsiasi scanner;
  • Totem — un lettore multimediale;
  • Tomboy — uno strumento per appunti per il Desktop;
  • GDM — un sistema di login grafico per accedere al sistema;
  • Orca — una suite assistiva ai non vedenti/ipovedenti comprendente ingranditori schermo, sintesi vocale, barra Braille...
  • Glade — un designer di interfacce GTK+ (GUI Builder);
  • Screem — un editor HTML/CSS/PHP;
  • GIMP — un avanzato software di fotoritocco;
  • gnome-utils — Una serie di programmi di utilità che comprende: gnome-screenshot, per catturare screenshot, Baobab, un analizzatore grafico di uso del disco, gnome-system-log, gnome-search-tool, gnome-dictionary e gfloppy.
Un tutorial completo su Gnome in questa pagina.

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martedì 7 dicembre 2010

DEFT, acronimo di Digital Evidence & Forensics Toolkit, è una distribuzione Linux live cd atta ad usi di Computer Forensics basata su Kubuntu.

DEFT è una distribuzione Linux live basata su Kubuntu nata dal progetto di due italiani, lo sviluppatore Massimiliano Dal Cero e il project manager Stefano Fratepietro.

Il sistema operativo è stato pensato per rispondere in modo specifico alle esigenze della computer forensics, quella disciplina che si occupa della protezione, identificazione, estrazione, raccolta, analisi e documentazione delle prove digitali (tipicamente su computer) ritenute utili in procedimenti penali o civili.

Storia e origine del nome.

DEFT, acronimo di Digital Evidence & Forensics Toolkit, è una distribuzione Linux live cd atta ad usi di Computer Forensics; nata nel 2005 per esigenze didattiche legate al corso di Informatica Forense della facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Bologna, nel 2006 ha avuto una mutazione nel breve termine che ha portato un cambiamento negli obiettivi finali del progetto trasformandola in un sistema che risponde a pieno alle esigenze dei professionisti del settore grazie anche alla forte collaborazione con IISFA italian capter e i suoi soci. Nel gennaio del 2007 è nata la prima release pubblica (v1), basata su Kubuntu Linux, seguita nel maggio del 2007 dalla release v2, sempre basata su Kubuntu. Il 6 dicembre del 2007 è stata rilasciata la release v3, frutto di un anno di esperienze e di consultazioni con i più importanti informatici forensi italiani come il professor Cesare Maioli e il dottor Donato Caccavella; a partire da tale release, il sistema viene basato su Xubuntu, con una serie di implementazioni che rendono la distribuzione perfettamente in regola con gli standarddefiniti per gli strumenti software dedicati alla Computer Forensics. Il 15 novembre 2008 viene rilasciata la release v4x, unica distribuzione Linux ad includere in esclusiva il network decoderXplico.

Dal 2008 DEFT è diventata parte integrante delle tecnologie al servizio delle forze dell'ordine; ad oggi i seguenti enti (nazionali ed internazionali) ci risultano usare la suite durante le attività investigative:

* DIA (Direzione Investigativa Antimafia)

* Polizia Postale di Milano

* Polizia Postale di Bolzano

* Polizei Hamburg (Deutschland)

* Maryland State Police (USA)

* Korean National Police Agency (Korea)


Aggiornamenti
(via Distrowatch):

DEFT Linux Stefano Fratepietro has announced the availability of the release candidate for DEFT Linux 6, an Ubuntu-based digital evidence and forensic toolkit on a live CD: "I'm happy to announce that DEFT 6 release candidate is out. Here are the main new features of DEFT 6: LXDE desktop, Linux kernel 2.6.35, DEFT Extra 3 (Windows side), Sleuth Kit 3.2.0, Autopsy 2.24, Digital Forensic Framework (DFF) 0.8, Xplico 0.6.1, DHash 2.0.1, Guymager 0.5.7, Hunchbacked 4most 0.6, Log2timeline 0.50, Foremost, Scalpel and Photorec file carver; USB 3 ready; full integration using Wine for running Windows forensic tools under linux; full support for Intel Mac OS X systems; full support for most common file systems; full support for logical volume manager; full support for afflib and ewflib."

Read the rest of the
release announcement for more details.

Download: deft_6_rc.iso (689MB, MD5).

Ultime versioni pubblicate:

• 2010-12-06: Development Release: DEFT Linux 6 RC
• 2010-05-04: Distribution Release: DEFT Linux 5.1
• 2009-11-09: Distribution Release: DEFT Linux 5


Caratteristiche
.

DEFT è un sistema operativo che usa la memoria RAM del computer per il suo funzionamento pertanto non va ad alterare in alcun modo il contenuto di eventuali dispositivi collegati all'apparato dove lo si sta utilizzando.

Al suo interno sono presenti numerosi strumenti applicativi open source per la computer forensics.

A partire dalla versione 3 è stato avviato un processo di sviluppo di software ex novo, che ha l'obiettivo di venire incontro ad alcune delle esigenze specifiche di chi lavora nel settore dell'informatica forense. Il primo software creato internamente al progetto è Dhash, sviluppato in Python da Massimiliano Dal Cero, che consente la clonazione di una memoria di massa e il calcolo molto più efficiente e veloce degli hash rispetto ai tool preesistenti[4] dando anche un'attendibile stima temporale del tempo che impiegherà per terminare l'operazione. Dhash è in grado di calcolare somme MD5 e SHA-1 sia singolarmente che in parallelo. Dalla versione v4 è stata introdotta l'applicazione DEFT Extra sviluppata da Salvatore Tarantino, una interfaccia grafica per sistemi Microsoft Windows che raccoglie una selezione dei più importanti tool freeware per l' informatica forense.

Inoltre:

  • LXDE;
  • Linux Kernel 2.6.35;
  • DEFT Extra 3 (Windows Side);
  • Sleuthkit 3.2.0;
  • Autopsy 2.24;
  • Digital Forensic Framework (DFF) 0.8;
  • Xplico 0.6.1;
  • Dhash 2.0.1;
  • Guymager 0.5.7;
  • Hunchbacked 4most 0.6;
  • Log2timeline 0.50;
  • Foremost, Scalpel e Photorec file carver;
  • Features

    - Based on Lubuntu 10.10 and DEFT Extra 3 (Windows side)
    - Linux Kernel 2.6.35
    - Dhash 2.0.1
    - Xplico DEFT edition
    - TSK 3.2 (or the latest stable version at the date of release)
    - Autopsy 2.24 (or the latest stable version at the date of release)
    - Log2timeline 0.50
    - Afflib 3.5.12 (or the latest stable version at the date of release)
    - Foremost 1.5.7 with a new extended list of header and footer
    - Wine 1.2 for the implementation of tools for Windows-based Computer Forensic
    - ClamAV Anti Virus / Malware 0.9.6
    - Mount Manager 0.2.6
    - TrID 2.0

    Roadmap

    - Feature freeze – September 2010
    - CF tools test – September 2010
    - Software developed by the DEFT team test and beta releases – October 2010
    - Kernel freeze – October 2010
    - Extra DEFT test – October 2010
    - Wine tools testing – October 2010
    - Documentation (beta) – November 2010
    - Beta release – November 2010
    - Documentation DEFT stable – December 2, 2010
    - DEFT Linux 6 stable – December 5, 2010


Screenshots.







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mercoledì 24 novembre 2010

Tiny Core Linux: un sistema operativo in soli 10MB di spazio.

Un sistema operativo in soli 10MB di spazio? Può sembrare una sfida troppo difficile anche per una distribuzione GNU/Linux, ma in realtà non lo è: il chiaro esempio è dato da Tiny Core Linux, una distribuzione minimale che necessita di poco meno di 10MB per essere installata, e che riesce dunque a superare altre celebri distribuzioni minimali come SLAX o Damn Small Linux.

Oltre alle dimensioni ridottissime, Tiny Core Linux si distingue anche per i tempi di avvio decisamente brevi: nei nostri test, il tempo trascorso dal caricamento dell'immagine ISO tramite una macchina virtuale VirtualBox e la comparsa del desktop è stato di soli 4 secondi, e tali prestazioni sono facilmente ripetibili su diverse tipologie di hardware. Una volta avviato il sistema, la distribuzione risulta essere piuttosto rapida e reattiva.

Queste eccellenti prestazioni sono dovute anche ad un'insolita caratteristica: il sistema operativo, infatti, viene copiato nella memoria RAM e da lì gira per tutto il tempo di esecuzione, offrendo tempi di accesso alle risorse notevolmente inferiori rispetto alle classiche distribuzioni Linux.

Se da un lato Tiny Core Linux si presenta come una soluzione ottimale per chiunque necessiti di un sistema rapido e leggero, da utilizzare ad esempio con hardware datato ma ancora funzionante, dall'altro non può certamente rappresentare una distribuzione da utilizzare come sistema operativo principale. Il suo obiettivo, infatti, non è quello di fornire un ambiente operativo completo di tutte le applicazioni necessarie ad un utilizzo quotidiano.

Aggiornamenti (via Distrowatch):


Tiny Core Linux Robert Shingledecker has announced the release of Tiny Core Linux 3.5, a minimalist, but extensible distribution: "Team Tiny Core is pleased to announce the release of Tiny Core Linux 3.5. Change log: updated BusyBox to 1.18.3 plus patches; updated zsync to 0.6.2; updated Fluff file manager to 0.8.9; new autoscan-devices compiled to improve boot speed; updated tc-functions for call to autoscan-devices; new rotdash compiled to improve boot speed; updated tce-audit builddb to not force fetch of all .dep files when no tce.db exists; updated appsaudit to support removing on-demand uninstalled extensions without rebooting; clean up of tce-audit 'delete' spurious messages; new tce-remove support for appsaudit; update wbar_rm_icon to support tce-remove; updated appsaudit, added highlight on failed MD5 checking...."

Here is the complete changelog.

Download: tinycore_3.5.iso (10.5MB, MD5).


Recent releases:

• 2011-02-14: Distribution Release: Tiny Core Linux 3.5
• 2010-12-19: Distribution Release: Tiny Core Linux 3.4
• 2010-11-23: Distribution Release: Tiny Core Linux 3.3
• 2010-10-15: Distribution Release: Tiny Core Linux 3.2
• 2010-09-12: Distribution Release: Tiny Core Linux 3.1
• 2010-08-16: Development Release: Tiny Core Linux 3.1 RC1



I software.

All'interno dei 10MB di cui si compone l'immagine ISO sono inclusi unicamente i moduli necessari all'avvio di un sistema grafico minimale basato su X, con un'eventuale connessione cablata alla rete Internet, ed un browser. Ciò non significa, però, che non è possibile installare ed utilizzare applicazioni aggiuntive, ma esistono diversi metodi per ottenere i software necessari.

Gli sviluppatori hanno infatti realizzato un repository dal quale è possibile reperire diverse applicazioni in quattro maniere diverse, tutte più o meno vincolate alla disponibilità di una connessione ad Internet. Il primo metodo, quello predefinito, permette di navigare all'interno dei repository, di scaricare le applicazioni di cui si ha bisogno e di avviarle quando necessario, utilizzando la memoria RAM come unico supporto per la gestione dei file e dei software.

Il secondo ed il terzo metodo sfruttano l'utilizzo di un Persistent Personal Repository, una sorta di archivio persistente realizzato tramite la selezione di un dispositivo di archiviazione di massa a tempo di avvio del sistema operativo. La differenza principale tra i due metodi sta nel caricameto delle applicazioni dalla RAM (estensione TCE) o direttamente dai file decompressi presenti nel PPR (con l'estensione TCZ). Quest'ultimo metodo permette un migliore utilizzo della memoria, diminuendone i comsumi.

L'ultimo metodo, infine, utilizza l'estensione TCE per l'installazione delle applicazioni all'interno di un dispositivo di archiviazione, che può essere una penna USB, una memoria flash o una partizione del proprio disco fisso.

Il Kernel su cui è basata l'intera distribuzione è il classico Kernel Linux in versione 2.6, e tramite l'utilizzo di BusyBox, un sistema per racchiudere diversi strumenti UNIX in un unico file eseguibile, TinyX, una versione ridotta del server grafico X, JWM, ottimo gestore delle finestre leggero e rapido, e FLTK, una serie di librerie grafiche realizzate in C++, riesce ad offrire ai propri utenti un ambiente di lavoro sufficientemente completo e funzionale, tenendo conto delle dimensioni occupate dalla distribuzione.

Installazione e documentazione.

L'installazione di Tiny Core Linux è un'operazione piuttosto semplice, e ben spiegata da una guida presente sul sito ufficiale, che elenca diversi metodi per l'installazione, alcuni più semplici, altri adatti ad utenti con una buona esperienza dei comandi da terminale. Tale guida fa parte di un Wiki ben realizzato dagli sviluppatori, che permette di ricevere risposte su diverse questioni riguardanti la distribuzione e aiuto nella risoluzione dei principali problemi riscontrati. A tale scopo sono disponibili anche delle FAQ che completano la documentazione ufficiale.

In conclusione, Tiny Core Linux può rappresentare un'ottima scelta, come già detto, nel caso si possegga hardware di vecchia data da voler rimettere a nuovo e da utilizzare non come ambiente di lavoro principale, o per avere sempre con sé una distribuzione GNU/Linux tramite una chiavetta USB dalle dimensioni ridotte, magari utilizzando una delle modalità di installazione persistenti delle applicazioni per avere anche i propri strumenti preferiti a portata di click. Le immagini ISO ufficiali sono disponibili per il download tramite i mirror ufficiali, e l'ultima versione stabile e la 1.2, anche se sono disponibili le Release Candidate del ramo 1.3

Screenshots.

cfdisk

cfdisk new



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martedì 16 novembre 2010

Xorg è un'applicazione pubblica e open-source del sistema X-window versione 11.

Xorg è un'applicazione pubblica e open-source del sistema X-window versione 11. Dal momento che Xorg è la scelta più popolare tra gli utenti Linux, la sua ubiquità ha portato a renderlo un requisito sempre presente per le applicazioni GUI, con conseguente adozione massiccia dalla maggior parte delle distribuzioni.

Viene fornito con la maggior parte delle distribuzioni Linux e con BSD.

La fondazione.

La fondazione "X.Org Foundation L.L.C." è una giovane azienda scientifica istituita per sviluppare strategie che forniscono gli standard mondiali per la tecnologia X Window System. Il gruppo è attualmente gestito da un consiglio di amministrazione che comprende: Stuart Anderson (Free Standards Group), Egbert Eich (SUSE), Jim Gettys (HP), Georg Greve (Free Software Foundation Europe), Stuart Kreitman (SUN Microsystems), Kevin Martin (Red Hat), Jim McQuillan (Progetto Linux Terminal Server), Leon Shiman (Shiman Associates) e Jeremy White (Code Weavers).

XOrg, si può dire, è la prosecuzione di ciò che è stato XFree86: quest'ultimo, cambiando licenza e rendendosi incompatibile con la GPL, non poteva più essere incluso nelle distribuzioni Linux ed è stato necessario avviare un nuovo progetto, nel quale sono confluiti la maggior parte dei programmatori di XFree86.

Nel dicembre del 2005 venne rilasciato Xorg X11R7.0, il primo grande rilascio del sistema X Window dopo dieci anni di sviluppo discontinuo. Parallelamente è stato rilasciato X11R6.9, contenente lo stesso codice della 7.0, ma in un unico blocco di circa 16 milioni di righe di codice.

Proprio questa è una delle maggiori innovazioni rispetto al passato: Xorg 7.0 ha portato la modularizzazione del codice del server grafico, ponendo le basi per una maggior rapidità di sviluppo, ovvero permettendo un rilascio stabile ogni sei mesi. Fra le numerose note innovative, oltre ad aggiornati driver per hardware video, troviamo EXA, la nuova architettura di accelerazione.

Ultime versioni pubblicate:

  1. Rilascio di Xorg X11R7.2
  2. Rilascio di Xorg X11R7.3
  3. Rilascio di Xorg X11R7.4
  4. Rilascio di Xorg X11R7.5
  5. Prossima versione: X11 T7.6

Installazione.

Prima di iniziare, assicurati di fare tutto questo:
Assicurati che pacman sia configurato e aggiornato.


pacman -Syu

Per prima cosa dobbiamo installare l'intero gruppo "xorg":


# pacman -S xorg<br />

Nella nuova modalità Xorg 1.8, non è necessario installare Hal. Udev
rileva l'hardware in maniera autonoma. Ma non dimenticare di installare evdev.


# pacman -S xf86-input-evdev<br />

Dalla versione 1.8, Xorg non ha bisogno di Hal per rilevare
l'hardware e i plugin, quindi si può rimuovere il demone hal dal file /etc/rc.conf senza nessun problema.
Inoltre, /etc/X11/xorg.conf diventa /etc/X11/xorg.conf.d/*.

Usare X -configure, creando un file xorg.conf, è sconsigliato per due motivi:

- Xorg 1.8 propone una configurazione più specifica in file
separati, quindi generare un unico file va in contrapposizione alle
modalità operative del 1.8.

- xorg.conf è parzialmente ignorato quando viene avviato Xorg.

Quindi, si cerchi di non usare xorg.conf.

Grazie a Udev e /etc/X11/xorg.conf.d/10-evdev.conf, la tastiera, il mouse, il touchpad e il touchscreen dovrebbero funzionare bene. Provare:


$ startx<br /><br /><span style="border-width: 0.25em; border-style: solid; border-color: rgb(221, 221, 221) rgb(187, 187, 187) rgb(187, 187, 187) rgb(221, 221, 221); background: none repeat scroll 0% 0% rgb(238, 238, 238); padding: 0.1em 0.4em; margin: 0.1em; white-space: nowrap; min-width: 1em; display: inline-block; text-align: center;">Ctrl</span>+<span style="border-width: 0.25em; border-style: solid; border-color: rgb(221, 221, 221) rgb(187, 187, 187) rgb(187, 187, 187) rgb(221, 221, 221); background: none repeat scroll 0% 0% rgb(238, 238, 238); padding: 0.1em 0.4em; margin: 0.1em; white-space: nowrap; min-width: 1em; display: inline-block; text-align: center;">Alt</span>+<span style="border-width: 0.25em; border-style: solid; border-color: rgb(221, 221, 221) rgb(187, 187, 187) rgb(187, 187, 187) rgb(221, 221, 221); background: none repeat scroll 0% 0% rgb(238, 238, 238); padding: 0.1em 0.4em; margin: 0.1em; white-space: nowrap; min-width: 1em; display: inline-block; text-align: center;">←</span> è stato rimosso da (default) Xorg. Per uscire, usare <span style="border-width: 0.25em; border-style: solid; border-color: rgb(221, 221, 221) rgb(187, 187, 187) rgb(187, 187, 187) rgb(221, 221, 221); background: none repeat scroll 0% 0% rgb(238, 238, 238); padding: 0.1em 0.4em; margin: 0.1em; white-space: nowrap; min-width: 1em; display: inline-block; text-align: center;">Ctrl</span>+<span style="border-width: 0.25em; border-style: solid; border-color: rgb(221, 221, 221) rgb(187, 187, 187) rgb(187, 187, 187) rgb(221, 221, 221); background: none repeat scroll 0% 0% rgb(238, 238, 238); padding: 0.1em 0.4em; margin: 0.1em; white-space: nowrap; min-width: 1em; display: inline-block; text-align: center;">Alt</span>+<span style="border-width: 0.25em; border-style: solid; border-color: rgb(221, 221, 221) rgb(187, 187, 187) rgb(187, 187, 187) rgb(221, 221, 221); background: none repeat scroll 0% 0% rgb(238, 238, 238); padding: 0.1em 0.4em; margin: 0.1em; white-space: nowrap; min-width: 1em; display: inline-block; text-align: center;">F1</span> e terminare Xorg.<br />

Screenshots.















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sabato 13 novembre 2010

Pinguy OS: Ubuntu ancora più semplice, un aspetto grafico più ricercato e una maggiore usabilità.

Se avete installato il sistema operativo Ubuntu e venite da Windows, vi sarete senz’altro accorti di come manchino diverse funzionalità che nel sistema proprietario Microsoft sono incluse nell’installazione di base.


Infatti, nel SO di Ubuntu, l’utente deve provvedere manualmente ad installare tutti i plugin di cui non si può fare assolutamente a meno, come ad esempio il codec di lettura per file mp3 e il plug-in di compressione/decompressione di archivi compressi RAR.


Il che è molto semplice per chi ha una certa esperienza riguardo il sistema Debian, ma i nuovi utenti linuxiani potrebbero trovare non poche difficoltà a svolgere tali operazioni.


A questa categoria di utenti viene in aiuto Pinguy OS, un sistema operativo basato su Ubuntu in cui nell’installazione di base troviamo integrati tutti i software di cui si ha normalmente bisogno.


Anche se chiamarla distribuzione è un po' eccessivo, visto che si tratta di una Ubuntu riveduta e corretta. I suoi creatori riconoscono il merito di quella che sta diventando la distribuzione Linux per antonomasia, ma chi l'ha provata sa che subito dopo l'installazione bisogna fare delle aggiunte necessarie per quasi tutti gli utenti: codec MP3, plugin Flash, Java e chi più ne ha più ne metta.


Il sito è molto curato anche se è caratterizzato dai soliti pattern del web 2.0 con l'aggiunta di un'eredità della lotta fra IE e Netscape, il bollino "Best viewed with".


Questo a causa di problematiche di licenze e brevetti. Ad ogni rilascio di Ubuntu, in aprile e in ottobre, gli articoli che suggeriscono tali aggiunte rispuntano come i funghi. Ecco allora che alcuni utenti si sono fatti più furbi e scelgono Linux Mint, una versione derivata capace già al primo avvio di usufruire di formati e siti multimediali.


Nello specifico, le modifiche che Pinguy OS apporta sono le seguenti:


- Ora le immagini ISO non vengono aperte più con il file manager ma direttamente con Brasero;
- Java e flash sono integrati di default;
- Integrato il codec di lettura per file audio .mp3;
- Aggiunto software per la gestione dell’iPod;
- È stato migliorato Autilus, per la ricerca e il download di musica e video dal Web;
- Tema grafico migliorato;
- Samba installato e configurato;
- Aggiunto un server UPnP per condividere musica, video e altro ancora con la Xbox e la PS3.


Aggiornamenti (via Distrowatch):



Antoni Norman has announced the release of Pinguy OS 10.04.2, a minor update of the Ubuntu-based distribution for the desktop with long-term support: "Released Pinguy OS 10.04.2 'Revisted'. As 10.04 is long-team support I didn't want it to fall behind. This is an updated version, it's a bit bigger then what it was before (by 300 MB) because I didn't build this from scratch, I just updated the existing 10.04.1.2 image. As of Thursday, 10th February, this was fully updated. I have added TeamViewer 6 to the install. After talking to a few people it seems many people that use Pinguy OS have installed it on a friend's or family's PC. Having TeamViewer 6 pre-installed will help them to give support and maintain their installs."

The new release has many more new features, so see the release announcement if you wish to learn more.

Download (MD5): Pinguy_OS_10.04.2-Revisted_i686.iso (1,624MB, torrent), Pinguy_OS_10.04.2-Revisted_x86-64.iso (1,712MB, torrent).


Ultime versioni rilasciate:


• 2011-02-12: Distribution Release: Pinguy OS 10.04.2
• 2010-11-13: Distribution Release: Pinguy OS 10.10



Screenshots.





Ricerca personalizzata


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domenica 7 novembre 2010

Digital Audio Processor, software open source di alta qualità.

Ultimamente vedo passare sempre più frequentemente annunci di software per Linux che promettono grandi cose su comp.os.linux.announce, così ho cominciato a salvare questi articoli in un file con il proposito di dare un'occhiata al programma recensito non appena ne abbia il tempo.

Uno dei programmi che mi ha incuriosito di più è stato il DAP un Elaboratore Audio Digitale di Richard Kemp.


Dopo anni di passione per la grafica e dopo la scoperta di tanti programmi veramente eccezionali come The GIMP o Persistence Of Vision (alias POV), sentivo la mancanza di qualcosa di altrettanto potente nel campo della produzione audio.


Ho scaricato quindi il DAP, l'ho scompattato e ho cominciato a giocarci.

Due note: il DAP ha bisogno delle XForms 0.86 e di permessi di lettura e scrittura sui devices audio: se sembra che il programma non funzioni, controllate i permessi dei devices. Rendeteli leggibili e scrivibili al gruppo audio e aggiungete il vostro login name ai membri di questo gruppo nel file /etc/group.
Se la distribuzione che usate non prevede un gruppo audio, probabilmente conviene che lo creiate voi e che imponiate ai vari /dev/dsp* e /dev/audio* di appartenere al gruppo audio: probabilmente è la soluzione più pulita.


Il primo impatto con il programma è quello di un prodotto molto curato, sia dal punto di vista grafico che da quello delle funzioni: ci sono controlli separati per la riproduzione e la registrazione del suono, c'è un mixer, ci sono controlli per posizionarsi all'interno del campione con la precisione del millesimo di secondo, per creare un range, un loop, per zoomare il campione nella finestra, tutti disponibili come finestre separate la cui apertura e chiusura avviene con un unico click nella finestra principale.


Ovviamente le funzioni di posizionamento e di creazione di un range sono accessibili anche cliccando all'interno della finestra in cui il campione è rappresentato graficamente come forma d'onda.


Una volta registrata, la forma d'onda può essere editata a mano (globalmente o separatamente nei vari canali) o tramite dei sofisticati algoritmi di manipolazione dell'intero campione.


Premendo sul pulsante DSP si apre una finestra in cui è possibile scegliere il tipo di elaborazione da eseguire sul campione. Sono listati quattordici possibili algoritmi, ma di questi solo dodici sono attivi.


Oltre alla scelta dell'algoritmo è possibile variare un numero (abbastanza spaventoso) di parametri. Il sustain e il release sono disponibili in tutti i casi, poi, a seconda dell'algoritmo ci sono una serie di parametri, tutti modificabili tramite dei comodi cursori tridimensionali, la cui quantità varia dai quattro dell'effetto Distortion ai trentuno del Multi Tap Delay.

Ma non finisce qui, anzi siamo solo all'inizio!


Nel menu Edit oltre alle normali funzioni di cut&paste è prevista la possibilità di copiare la clipboard mixandola al campione attuale o al range selezionato.


Sono disponibili funzioni per la manipolazione di un range, o di particolari caratteristiche del campione, come l'ampiezza dell'onda, con funzioni di fade-in, fade-out e bounce (tra le altre, ma molte altre!).


Particolare è la possibilità del resampling del campione e della conversione da mono a stereo e quadro!


Purtroppo non ho due schede audio nella stessa macchina in modo da poter ascoltare in quadrifonia, quindi non posso descrivervi l'effetto (qualcuno può farmi una recensione?).


Chiude l'elenco delle caratteristiche di questo programma la possibilità di usare un linguaggio di macro per automatizzare le operazioni di editing.


Il DAP gestisce solo files AIFF (di origine Apple ][, ma usati anche dalle Silicon), che vengono convertiti egregiamente da e verso qualsiasi altro formato dal sox, presente in tutte le distribuzioni (o almeno nella Debian, Red Hat e Slackware).


Altra particolarità è che prima di poter registrare qualcosa si debba creare un buffer, usando l'opzione New del menu File.


Una nota negativa è la mancanza della documentazione, resa meno grave sia dall'estrema facilità di uso del programma, sia dalla possibilità di leggersi i sorgenti.


Come giudizio globale posso dire che questo programma, sviluppato nell'ambito della tesi di laurea dell'autore, è quanto di meglio abbia visto nel campo dell'audio digitale.



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