sabato 6 aprile 2013

Top Ten degli articoli più letti del mese: Marzo 2013.

1.- Tre diverse soluzioni per ripristinare il Grub.
Questa guida contiene tre diverse soluzioni per ripristinare GRUB a causa di:
  • Sistemi in dual-boot in cui Windows è stato installato dopo Ubuntu.
  • Problemi di Windows che hanno obbligato a una sua reinstallazione.
  • Tecniche di recupero di Windows che comportino il "ripristino" del MBR.
  • Errori nell'installazione di GRUB.
Tutti e tre i metodi qui descritti richiedono l'utilizzo del CD Live.
Primo metodo
Il primo metodo è una procedura molto semplice e prevede l'utilizzo del terminale. Questa procedura dovrebbe funzionare a patto che la struttura delle partizioni del disco contenente GRUB non sia stata modificata tramite programmi come gparted, Norton Partition Magic: in tal caso è necessario controllare il file /etc/fstab.

2.- Bellissimi sfondi di altissima qualità per Ubuntu.


A spasso per il web ho trovato (usando Altavista e non Google, a proposito lo trovo molto meno "manipolato" a Altavista, non mi piace proprio la piega che sta prendendo il motore di ricerca di Mountain View, sempre trovi in primo piano le cose che a loro interessa mostrare) questi bellissimi sfondi di altissima qualità per Ubuntu.
Per continuare con il commento anteriore il sito da dove ho presso questi sfondi è un sito lituano, specificamente Ubuntu Lituania. Non lo trovi mica facilmente usando Google. In Altavista lo trovi subido ai primi posti come deve essere. Negli altri caso sono reperibili sono le librerie, cioè il file Index of.....
Fatevi una ragione. PPeccato perchè graficamente sono molto belli e chi si è preso la briga di lavorare gratuitamente e bene come tanti per Ubuntu si merita almeno di essere (ri)conosciuto.

3.- Pinguy OS: Ubuntu ancora più semplice, un aspetto grafico più ricercato e una maggiore usabilità.

Se avete installato il sistema operativo Ubuntu e venite da Windows, vi sarete senz’altro accorti di come manchino diverse funzionalità che nel sistema proprietario Microsoft sono incluse nell’installazione di base.
Infatti, nel SO di Ubuntu, l’utente deve provvedere manualmente ad installare tutti i plugin di cui non si può fare assolutamente a meno, come ad esempio il codec di lettura per file mp3 e il plug-in di compressione/decompressione di archivi compressi RAR.
Il che è molto semplice per chi ha una certa esperienza riguardo il sistema Debian, ma i nuovi utenti linuxiani potrebbero trovare non poche difficoltà a svolgere tali operazioni.
A questa categoria di utenti viene in aiuto Pinguy OS, un sistema operativo basato su Ubuntu in cui nell’installazione di base troviamo integrati tutti i software di cui si ha normalmente bisogno.
Anche se chiamarla distribuzione è un po' eccessivo, visto che si tratta di una Ubuntu riveduta e corretta. I suoi creatori riconoscono il merito di quella che sta diventando la distribuzione Linux per antonomasia, ma chi l'ha provata sa che subito dopo l'installazione bisogna fare delle aggiunte necessarie per quasi tutti gli utenti: codec MP3, plugin Flash, Java e chi più ne ha più ne metta.

4.- SliTaz un desktop completo stipato in soli 30 mega.

SliTaz GNU/Linux è una distribuzione Linux. Il progetto è stato iniziato nel 2006 da Christophe Lincoln.
Questo sistema operativo ha un filesystem di circa 100 MB, e l'immagine ISO per l'installazione occupa circa 30 MB.
Queste caratteristiche lo rendono utilizzabile per hardware datato, oppure come LiveCD di backup.
Infatti, Slitaz si presenta come un ambiente minimale, ma completo.
Durante il boot, il sistema operativo viene decompresso in RAM, occupando circa 80 MiB, e da quel momento viene eseguito completamente in essa. Questa soluzione, adottata anche da altre distribuzioni minimali come Damn Small Linux o Puppy Linux, permette di ottenere un sistema reattivo anche su hardware obsoleto e poco prestazionale. Slitaz dispone inoltre di un'apposita opzione di boot (slitaz-loram) che gli permette di avviarsi anche con computer con appena 64 MiB di RAM.
La distribuzione include anche un gestore di pacchetti, tazpkg, per installare altri programmi.
In modalità Live SliTaz può girare completamente nella memoria RAM e partire da dispositivi portatili e rimovibili come un cdrom o una chiavetta USB. Il sistema è sicuro, stabile e facile da utilizzare.

5.-Linux per vecchi computer
Con il progresso tecnologico che procede senza arrestarsi, le potenzialità offerte dai computer aumentano costantemente.
Nonostante ciò sono ancora molto diffusi computer datati, forniti magari di pochi MB di memoria RAM, dischi fissi che non superano i 10 GB, e processori che non offrono le stesse potenzialità dei modelli più recenti.
In questo articolo vedremo quali sono alcune delle più complete soluzioni per mettere a punto un computer funzionale utilizzando hardware vecchio anche di diversi anni, sfruttando le poche risorse a disposizione.
La prima distribuzione GNU/Linux che trattiamo è Absolute Linux: si tratta di una distro derivata dalla celeberrima Slackware, destinata a processori i686 e simili, ed orientata ad un utilizzo nel settore desktop. È piuttosto leggera, ed offre un ottimo livello di compatibilità con la distribuzione da cui deriva: in questo modo è possibile utilizzare pacchetti per Slackware anche con Absolute Linux. Nonostante sia molto leggera e funzionale, presenta tutte le caratteristiche più importanti delle altre principali distro Linux, motivo per cui rappresenta una valida soluzione anche con macchine più recenti. L'elenco dei pacchetti inclusi, infatti, risulta piuttosto corposo, e questi ultimi sono costantemente aggiornati dal team di sviluppo di Absolute Linux.

6.- Duplicazione a caldo di un sistema Linux: duplicare l'hard disk di un PC o un server.

Non so se sia molto frequente, ma penso che almeno una volta nella vita lavorativa di ogni sistemista, sia capitato di dover duplicare l'hard disk di un PC o un server.
Tale necessità può nascere, per esempio, dal bisogno di creare un backup di un sistema prima di aggiornarlo; oppure per avere un clone di un sistema funzionante da tenere come scorta; oppure avere una copia su cui eseguire delle manutenzioni senza interrompere un servizio.
Per far fronte a queste esigenze sono disponibili molti programmi commerciali piú o meno noti, ma anche l'open source offre delle soluzioni in tale senso: dallo spartano comando dd a distribuzioni 'live' dedicate a questo scopo. Nessuno di questi strumenti sembra, a quanto mi è dato di sapere, essere pensato per eseguire la duplicazione "a caldo" di un sistema mentre sta funzionando.
Quest'ultimo è proprio il caso che mi è capitato: la necessità era quella di aumentare lo spazio disco di un server FTP pubblico. Quindi si trattava di sostituire il disco esistente, possibilmente senza reinstallare completamente il sistema, preservando le varie configurazioni, compresi gli utenti e le password.

7.-  Arch Linux nella nuova versione offre un package manager molto semplice, ma estremamente comodo.
Arch Linux è una distribuzione creata da Judd Vinet, che supportò il progetto fino al 1 ottobre 2007, secondo la filosofia KISS (Keep It Simple, Stupid).
Inizialmente ispirata a CRUX, Arch Linux è leggera, veloce, estremamente scalabile e adattabile alle proprie esigenze.
Proprio per la sua filosofia minimalista, non incorpora nessuno strumento di configurazione automatica; per questo non è indicata per i nuovi utenti di Linux, o coloro che non adorano avere a che fare con la shell di comando.
Tra i suoi obiettivi c'è la leggerezza, e per questo motivo sono state eliminate alcune porzioni di sistema come /usr/doc e le pagine info, considerate inutili, dato che le stesse informazioni possono essere ottenute sulla rete.
Arch Linux offre un package manager molto semplice, ma estremamente comodo. I pacchetti binari (disponibili ufficialmente per architetture i686 e x86-64) sono gestiti grazie a pacman (sigla per PACkage MANager), che lavora sia scaricando le ultime versioni dai server, sia come tool di rimozione, aggiornamento ecc.. Per chi dovesse conoscere Debian, pacman riassume le principali funzionalità di dpkg e apt-get.

8.- Software Libero e scacchi; una panoramica dei diversi tipi di software libero a disposizione per gli appassionati degli scacchi.

I programmi per giocare a scacchi hanno fatto progressi incredibili nell'ultimo decennio, e questo è dovuto solo in parte all'aumento delle prestazioni fornite dall'hardware. Sono state sviluppate anche nuove euristiche e raffinati algoritmi vecchi, grazie alla collaborazione stretta tra programmatori e Maestri.
Il fatto è che i più forti giocatori al mondo oggigiorno sono macchine, e questo vale non solo per l'hardware specializzato (si ricordi la sfida Kasparov-Deep Blue che segnò la prima sconfitta di un campione mondiale da parte di un computer, New York, 1997, http://scacchi.qnet.it/manuale/comp02.htm, http://www.research.ibm.com/deepblue/home/html/b.html); attualmente i programmi per PC raggiungono il livello di un Maestro Internazionale (2400 Elo), forza che si eleva notevolmente se viene usato hardware dedicato o macchine a 64 bit.
Una conseguenza dell'aumento di forza dei programmi è stato un cambiamento necessario nelle condizioni di torneo. Una volta le partite venivano sospese e il giocatore che effettuata l'ultima mossa prima della sospensione metteva in busta la "mossa segreta", mentre l'altro passava tutta la notte ad analizzare la posizione, a cercare di scoprire la mossa segreta dell'avversario e la migliore continuazione. Oggigiorno, invece, le partite di torneo devono finire obbligatoriamente in giornata per evitare l'ausilio del computer.

9.- FreeBSD è un sistema operativo avanzato per architetture compatibili x86 derivato da BSD.
FreeBSD è un sistema operativo libero di tipo UNIX, derivato dalla Distribuzione Unix dell'Università Berkeley, e disponibile per piattaforma Intel IA-32, AMD64, DEC Alpha, IA-64, PC-98, UltraSPARC, PowerPC ed altre.
Installare FreeBSD.
Ci sono molte possibilità per installare FreeBSD, tra cui l'installazione da CD-ROM, DVD, floppy disk, una partizione MS-DOS®, nastri magnetici, FTP anonimo, e NFS.
Per favore leggi la guida di installazione prima di scaricare l'intera distribuzione di FreeBSD.
Il progetto FreeBSD (il nome si deve a David Greenman) ha origine all'inizio del 1993 come evoluzione dell'"Unofficial 386BSD Patchkit" ad opera di Nate William, Rod Grimes e Jordan Hubbard.
La prima distribuzione su CD-ROM fu FreeBSD 1.0 e apparve nel dicembre 1993. Nella primavera del 1994, tuttavia, alcuni sviluppi di una lunga controversia legale tra l'università di Berkeley e la Novell ebbero effetti anche sul sistema operativo FreeBSD.

10.- Adios è una distribuzione live orientata alla sicurezza contenente il supporto per LIDS
Distribuzione live orientata alla sicurezza contenente il supporto per LIDS (Linux Intrusion Detection System) e SELinux (NSA Security Enhanced Linux). Basata su Fedora 1.0 con kernel 2.4.24 offre il supporto X11 windows desktop environments di KDE, Gnome e IceWM.
ADIOS è una distribuzione Linux da provare senza installazione. Si tratta di files da masterizzare direttamente su CD e da provare.
Avete bisogno di un PC che permetta di effettuare di selezionare il CD per la fase di avvio (boot).
Una volta avviato il sistema operativo potrete provare le applicazioni inserite con la distribuzione.
 
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venerdì 5 aprile 2013

Applicazione del filtro Esploratore frattali in GIMP.

Fractal_BroccoliUn frattale è un oggetto geometrico dotato di omotetia interna: si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, ovvero non cambia aspetto anche se visto con una lente d'ingrandimento.
Questa caratteristica è spesso chiamata auto similarità oppure autosomiglianza.

Il termine frattale venne coniato nel 1975 da Benoît Mandelbrot nel libro Les Objects Fractals: Forme, Hazard et Dimension per descrivere alcuni comportamenti matematici che sembravano avere un comportamento "caotico" , e deriva dal latino fractus (rotto, spezzato), così come il termine frazione; infatti le immagini frattali sono considerate dalla matematica oggetti di dimensione frazionaria.

La natura produce molti esempi di forme molto simili ai frattali. Ad esempio in un albero (soprattutto nell'abete) ogni ramo è approssimativamente simile all'intero albero e ogni rametto è a sua volta simile al proprio ramo, e così via; è anche possibile notare fenomeni di auto-similarità nella forma di una costa: con immagini riprese da satellite man mano sempre più grandi si può notare che la struttura generale di golfi più o meno dentellati mostra molte componenti che, se non identiche all'originale, gli assomigliano comunque molto. Frattali sono presenti anche nel profilo geomorfologico delle montagne, nelle nubi, nei cristalli di ghiaccio, in alcune foglie e fiori.

Secondo Mandelbrot, le relazioni fra frattali e natura sono più profonde di quanto si creda.

Esempio di applicazione del filtro Esploratore frattali
Esempio di applicazione del filtro Esploratore frattali
Filtro «esploratore frattali» applicato
Con questo filtro si possono creare frattali e disegni multicolori e caotici. Al contrario del filtro Frattale IFS in cui si può decidere esattamente la struttura del frattale, questo filtro permette di creare frattali in maniera semplificata.
Esecuzione del filtro
Questo filtro si trova sotto Filtri → Render → Esploratore frattali.
Opzioni del filtro «Esploratore frattale»
Opzioni del filtro Esploratore frattale
La finestra dell'esploratore di frattali contiene due pannelli: sulla sinistra c'è il pannello dell'anteprima con la funzione di zoom, mentre a destra si trovano le opzioni principali organizzate in schede: parametri, colori e frattali.
Anteprima in tempo reale
Deselezionare Anteprima in tempo reale solo se il vostro computer è lento. In questo caso si può aggiornare l'anteprima premendo il pulsante Ridisegna l'anteprima.
Cliccando e trascinando il puntatore del mouse si può creare un rettangolo delimitante l'area da ingrandire.
Zoom
Si hanno alcune opzioni per ingrandire e rimpicciolire. Il pulsante Annulla consente di ritornare allo stato precedente dell'ingrandimento. Il pulsante Ripeti consente di ripristinare l'ingrandimento precedentemente annullato senza ricrearlo con i pulsanti Aumenta ingrandimento o Riduci ingrandimento.

Opzioni del filtro «Esploratore frattale» (parametri)
Opzioni del filtro Esploratore frattale (parametri)
Questa scheda contiene alcune opzioni per impostare il calcolo del frattale e selezionarne il tipo.
Parametri frattali
Si hanno a disposizioni selettori e caselle di testo per impostare la diffusione del frattale, le ripetizioni e l'aspetto.
Sinistra, Destra, Cima, Fondo
Si può impostare la diffusione del frattale tra un minimo e un massimo nelle direzioni orizzontale e/o verticale. I valori vanno da -3.0 a 3.0.
Iterazioni
Con questa opzione si può impostare il numero di iterazioni, le ripetizioni e quindi il dettaglio. I valori vanno da 0.0 a 1000.0
CX, CY
Con queste opzioni si può cambiare lil rapporto di aspetto nelle direzioni orizzontale e verticale eccetto per i tipi di Mandelbrot e Sierpinski.
Apri, Reimposta, Salva
Con questi tre pulsanti si può salvare il proprio lavoro con tutti i suoi parametri, aprire un frattale precedentemente salvato o ritornare allo stato iniziale prima di effettuare tutte le modifiche.
Tipo frattale
Si può impostare quale sarà il tipo del frattale, per esempio Mandelbrot, Julia, Barnsley o Sierpinski.
 
Opzioni del filtro «Esploratore frattale» (colori).
Opzioni del filtro Esploratore frattale (colori)
Questa scheda contiene le opzioni per impostare i colori del frattale.
Numero di colori.
Numero di colori
Questo selettore e le sue caselle di immissione testo consentono di impostare il numero di colori del frattale, tra 2 e 8192. Una tavolozza di questi colori viene mostrata nella parte bassa della scheda. In realtà questo è un gradiente tra i colori nel frattale: si possono cambiare i colori con le opzioni «Densità colore» e «Funzione colore». I colori del frattale non dipendono dai colori dell'immagine originale (si può usare benissimo una immagine bianca).
Usa smussamento loglog
Se questa opzione è selezionata si attenua la presenza di bande di colore.

Esempio di smussamento loglog.
Esempio di smussamento loglog
Densità di colore.
Rosso, Verde, Blu
Questi tre selettori e le relative caselle di immissione testo permettono di impostare l'intensità di colore nei tre canali. I valori variano da 0.0 a 1.0.
Funzione colore.
Si può impostare come il colore sarà elaborato per ciascuno dei canali di colore Rosso, Verde e Blu:
Seno
Le variazioni di colore saranno modulate secondo la funzione seno.
Coseno
Le densità di colore saranno modulate secondo la funzione coseno.
Nessuna
Le densità di colore varieranno linearmente.
Inversione
Se si seleziona questa opzione i valori della funzione saranno invertiti.
Modalità colore
Questa opzione consente di impostare da dove devono essere presi i valori di colore .
Come specificato sopra
I valori di colore verranno presi dalle opzioni di Densità colore.
Applica il gradiente attivo all'immagine finale
I colori utilizzati saranno quelli del gradiente corrente. È possibile selezionare un altro gradiente facendo clic sul pulsante sorgente del gradiente.

Opzioni del filtro «Esploratore frattale» (frattali)
Opzioni del filtro Esploratore frattale (frattali)
Questa scheda contiene una grande lista di frattali e dei loro parametri che possono essere utilizzati come modelli: cliccare su quello desiderato.
Il pulsante Aggiorna consente di aggiornare la lista se si è salvato il lavoro senza bisogno di rilanciare GIMP. Si può cancellare il frattale selezionato dalla lista premendo il pulsante Elimina.
 
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giovedì 4 aprile 2013

Ubuntu Mir il nuovo server grafico di Ubuntu che sarà di default a partire probabilmente dalla versione 13.10

waylandMir avrà il compito di sostituire l’ormai vetusta implementazione X.org del Sistema di finestre X, che comprende uno dei core component di praticamente ogni distribuzione Linux disponibile oggi sul mercato.
X.Org o più semplicemente XOrg, è l'implementazione open source ufficiale del sistema grafico X Window System.

L'ultima release stabile è la 7.7 (X11R7.7), rilasciata il 6 giugno 2012. Viene fornito con la maggior parte delle distribuzioni Linux e con BSD; esistono anche dei port per Windows utilizzando Cygwin.

La fondazione "X.Org Foundation L.L.C." è una giovane azienda scientifica istituita per sviluppare strategie che forniscono gli standard mondiali per la tecnologia X Window System. Il gruppo è attualmente gestito da un consiglio di amministrazione che comprende: Stuart Anderson (Free Standards Group), Egbert Eich (SUSE), Jim Gettys (HP), Georg Greve (Free Software Foundation Europe), Stuart Kreitman (SUN Microsystems), Kevin Martin (Red Hat), Jim McQuillan (Progetto Linux Terminal Server), Leon Shiman (Shiman Associates) e Jeremy White (Code Weavers).
XOrg, si può dire, è la prosecuzione di ciò che è stato XFree86: quest'ultimo, cambiando licenza e rendendosi incompatibile con la GPL, non poteva più essere incluso nelle distribuzioni Linux ed è stato necessario avviare un nuovo progetto, nel quale sono confluiti la maggior parte dei programmatori di XFree86.

Nel dicembre del 2005 venne rilasciato XOrg X11R7.0, il primo grande rilascio del sistema X Window dopo dieci anni di sviluppo discontinuo. Parallelamente è stato rilasciato X11R6.9, contenente lo stesso codice della 7.0, ma in un unico blocco di circa 16 milioni di righe di codice. Proprio questa è una delle maggiori innovazioni rispetto al passato: XOrg 7.0 ha portato la modularizzazione del codice del server grafico, ponendo le basi per una maggior rapidità di sviluppo, ovvero permettendo un rilascio stabile ogni sei mesi. Fra le numerose note innovative, oltre ad aggiornati driver per hardware video, troviamo EXA, la nuova architettura di accelerazione.


xorg
Secondo Canonical, Mir, offrirà diversi miglioramenti rispetto ad X che andranno soprattutto a vantaggio di tablet, telefoni e altri device mobile touch-enabled. Ma Mir è pensato anche per lavorare su più piattaforme hardware e se avrà una larga diffusione anche su altre piattaforme Linux oltre che su Ubuntu, questo potrà contribuire a creare innovazione nel design delle interfacce open source.
Nonostante la decisione di sviluppare un nuovo display server per Linux giunga un po’ a sorpresa, la visione di Canonical relativa ad un cambiamento radicale nel modo in cui le piattaforme open source gestiscono la grafica e le interfacce è evidente ormai da diverso tempo. Circa tre anni fa Canonical iniziò ad investire sul progetto uTouch per aiutare le applicazioni open source a trarre vantaggio dalla tecnologia touch. Non molto tempo dopo, Shuttleworth annunciò che Canonical avrebbe eventualmente rimpiazzato X con un altro display server, Wayland, un’alternativa open source che però non uscì mai dalla fase di sviluppo.

L’annuncio di Mir cambia tutto. Canonica ha dichiarato che Wayland non soddisfa i requisiti richiesti, soprattutto per quanto riguarda il future sviluppo di device di input 3D (come Leap Motion, ad esempio), non supportati da Wayland, ma richiesti invece da Canonical. Sembra chiaro che Mir sia un altro aspetto del tentativo di Canonical di far diventare Ubuntu un vero e proprio Sistema operative cross-platform, capace di essere utilizzato su server, PC tradizionali, device mobile e altri dispositivi futuri.
 
Tutto questo è inteso per essere cross-platform: nei dispositivi mobili infatti Mir sarà un replacement per SurfaceFlinger, il display server di Android, mentre sui nostri fidati PC questa soluzione sarà sostituta di Xorg. Personalmente mi incuriosisce molto come pensa Canonical di far girare in maniera ottimale/ottimizzata Mir sia su device mobili che su computer di tutt’altra natura (laptop, desktop).

Le specifiche che possiamo osservare sul sito ufficiale ne mettono in risalto le qualità che dovrà avere, e che risultano ispirate anche da altri OS.



Caratteristiche:
  • Trasformazioni geometriche ad alte prestazioni.
  • Operazioni di drag and drop.
  • Compositing out of the box fanno di Mir qualcosa che se scritto e adottato in Ubuntu nelle dovute (brevi) tempistiche potrebbe fare veramente la differenza.
Per ulteriori informazioni o segnalazioni dirigiamo alla pagina ufficiale di Launchpad
fonte: Ubuntulandia
 
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mercoledì 3 aprile 2013

Come creare immagini trasparenti con Giftrans, utility open source.

giftransUna delle caratteristiche offerte dal formato GIF, è quella di poter creare delle immagini con UN SOLO colore trasparente, ovvero che non copre ciò che sta al di sotto. Cerchiamo di capirci meglio con degli esempi.

Uno splendido omino che deturpa la foto originale.

Prendete ora un foglio trasparente delle stesse dimensioni di quello precedente e disegnateci sopra un altro omino. Sovrapponetelo alla fotografia di prima. Cosa vedete adesso?
Uno splendido omino perfettamente integrato con la fotografia originale!
Questo piccolo esempio vi dovrebbe far capire la differenza fra un GIF normale ed un GIF trasparente.
Una delle caratteristiche del formato GIF è che ogni immagine occupa sempre una certa superficie rettangolare misurabile in pixel, ovvero in punti dello schermo. Un'immagine 100x150pixel
occupera' dunque una porzione di schermo rettangolare, lunga 100 punti e alta 150 punti, per un totale di 100x150=15,000 punti.
Se per un qualsiasi motivo la vostra immagine ha dei contorni non rettangolari, essa dovrà essere inserita all'interno di un'immagine comunque rettangolare, con evidenti spazi vuoti. Fintanto che tali spazi vuoti hanno lo stesso colore dello sfondo, il problema non si pone, in quanto si confonderà con esso, ma oggi che la maggior parte delle pagine ha uno sfondo più o meno variopinto questa soluzione non è più adottabile. Se però assegnamo agli spazi vuoti della nostra immagine rettangolare un colore che definiremo trasparente, ecco che essa si potrà integrare perfettamente con il contenuto dello sfondo sottostante.
Un'altra possibilità di utilizzo dei GIF trasparenti è quella di separatori d'immagini o testi. Immaginate di avere due immagini e di doverle separare di 20 pixel.
E' sufficiente creare un'immagine 20x2pixel con una palette di 2 colori e riempirne tutto lo spazio a disposizione con uno dei due colori.
Assegnate a tale colore l'attributo "trasparente" e memorizzatelo come GIF 89a. A questo punto potete inserire nel vostro documento HTML delle istruzioni simili a queste:
<IMG SRC="img1.gif"><IMG SRC="vuoto20.gif"><IMG SRC="img2.gif">

Ottenendo il seguente risultato:


Come creare un' immagine trasparente con Giftrans.
Il trucco che sta dietro a questo effetto speciale sta sostanzialmente nel conoscere quale dei 256 colori della figura é il colore trasparente.
Se l'immagine é costruita da zero sta al disegnatore decidere di quale colore sará lo sfondo.
Se l'immagine é giá fatta é necessario disporre di un programma per la visualizzazione delle immagini in grado di editare la palette e permettere di conoscere il fatidico numero.
In oltre é indispensabile il programma GIFTRANS che permette di marcare il colore trasparente in modo comprensibile ad un browser.
 
Partiamo da un' immagine giá fatta:
Se lo sfondo non é uniforme si deve renderlo tale con un qualsiasi programma per l' elaborazione delle immagini. Si deve usare per la parte si vuole rendere trasparente un colore che non appare nel resto dell' immagine.
1 - Se il numero n ( 0 < n < 255) é giá noto si puó subito saltare alla fase 4 altrimenti si deve aprire il file gif con il programma in proprio possesso
2 - Si edita la palette dell' immagine: su Paint Shop il comando é Edit Palette e sta sotto il menu Colors, su LView é Palette Entry e sta sotto Retouch etc. Solitamente il programma fa vedere tutti i 256 colori dell' immagine e a questo punto non resta che determinare il numero n (0 < n < 255) corrispondente al colore dello sfondo. A volte conviene ritoccare l'immagine in modo che il colore di fondo non appartenga alla gamma di colori utilizzati nel resto della stessa, in modo da evitare uno spiacevole effetto "traforato".
3 - Conviene rinominare il file su cui si vuole lavorare per es.:
Filename.gif --> Filename.org
4 - Una volta ottenuto il famigerato numero di colore e rinominati i file si utilizza il programma GIFTRANS:
giftrans -t NUMCOL -o Filename.gif Filename.org
Dove
NUMCOL = (0...255) numero del colore che si vole rendere trasparente
Filename.org file ORIGINE
Filename.gif file DESTINAZIONE
Ed ora il vostro file TRASPARENTE é pronto per stupire con effetti speciali il mondo di WWW !!!
fonte: Re Ubuntu
 
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martedì 2 aprile 2013

YUMI: creare un'unità USB multiboot con i tool migliori

Yumi logoAvere a disposizione un supporto di memorizzazione USB avviabile che includa tutti i principali strumenti software per la diagnosi dei problemi e la risoluzione degli stessi si rivela, sempre più spesso, di grande comodità.

YUMI può essere impiegato per predisporre un'unità USB (vanno benissimo le comuni "chiavette") per il multiboot ossia l'avvio multiplo di più piattaforme, anche completamente differenti tra loro. Il software, attraverso una semplice procedura guidata, prende per mano l'utente indicando, dapprima, l'elenco dei programmi direttamente supportati quindi facendosi carico della configurazione dell'unità. L'avvio dei vari strumenti memorizzati nel supporto USB diventa possibile grazie all'impiego di uno speciale boot loader, un programma che si occupa di caricare il kernel del sistema operativo (ad esempio quello di una distribuzione Linux o di un insieme di tool basati sulla piattaforma del "pinguino") consentendone l'avvio.

Rispetto a MultiBootISOs, mandato "in pensione" dai suoi sviluppatori appena qualche giorno fa, YUMI differisce proprio per il fatto di impiegare – come boot loader – il software Syslinux anziché Grub. Mentre MultiBootISOs, infatti, usava Grub per avviare direttamente i file ISO dei vari prodotti memorizzati nell'unità USB, YUMI preferisce ricorrere a Syslinux per eseguire le distribuzioni estratte nel supporto rimovibile richiamando Grub per il boot da file ISO, ove necessario.

A parte alcune eccezioni, tutti i file utilizzati dai software supportati da YUMI sono conservati nella cartella multiboot. In questo modo, si ottiene un supporto di avvio ben organizzato che può essere sfruttato, successivamente, anche per la memorizzazione di altre informazioni: basterà salvare i propri file, per esempio, in altre cartelle, lasciando inalterato il contenuto della directory multiboot.
Gli unici tool che YUMI non memorizza all'interno della cartella multiboot sono il disco di ripristino o l'installer di Windows Vista e di Windows 7, l'Hiren's Boot CD, Trinity Rescue Disk, Backtrack ed i file facenti capo ad Avira Antivir.

Le applicazioni avviabili da un'unità USB con YUMI
Presentiamo, di seguito, alcuni tra i progetti più interessanti, direttamente supportati da YUMI ed iseribili nell'unità rimovibile:

MemTest86+
Nel caso in cui si nutra il dubbio che la memoria RAM possa essere responsabile di problemi evidenziatisi durante l'utilizzo del personal computer, MemTest86+ è l'applicazione da utilizzare per effettuare dei test "sicuri" fuori dall'ambiente di lavoro di Windows.

Parted Magic
Uno degli strumenti che non dovrebbero assolutamente mancare nella propria "cassetta degli attrezzi". Parted Magic trova principalmente impiego nelle operazioni di ridimensionamento e gestione delle partizioni create sui dischi fissi (poggia su Gparted). Si tratta comunque di uno strumento integrato che mette a disposizione dell'utente tutta una serie di software "liberi", rilasciati sotto licenza GNU GPL, per la risoluzione dei più comuni problemi sul sistema in uso e per l'effettuazione di normali attività di manutenzione.
 
Offline NT Password & Registry Editor
Si tratta di un eccellente software che permette di azzerare le password di Windows oppure modificare i privilegi degli account utente del sistema operativo.

Ultimate Boot CD
Un software che consente di avviare il personal computer, in modo sicuro, senza eseguire i sistemi operativi installati sul disco. Similmente a Parted Magic, Ultimate Boot CD integra decine di software per riparare il sistema e porre in essere operazioni di manutenzione dello stesso. L'elenco dei software integrati nel pacchetto è consultabile facendo riferimento alla home page del progetto.

Redo Backup & Recovery
Un software di "disk imaging" che permette di creare una copia speculare della configurazione del disco fisso e dei sistemi operativi installati. Il programma consente di ripristinare tutti i dati in pochi minuti attingendo al contenuto delle immagini precedentemente prodotte.

Clonezilla
Un altro programma per la creazione ed il ripristino del contenuto di immagini del disco fisso.

EASEUS Disk Copy
Una soluzione che sta via a via acquistando notorietà e che permette di "clonare" il contenuto di un disco fisso su di un altro hard disk. L'utilità supporta dischi di dimensioni fino ad 1 TB (terabyte).

Jolicloud
Una piattaforma, peraltro ancora poco conosciuta, per permette di svolgere attività in Rete in maniera molto simile a quanto promesso da Google con Chrome OS. Senza installare nulla sul disco fisso, ci si può collegare a Facebook e Twitter, aggiornare i propri profili, consultare ed inviare la posta elettronica con Google Gmail, accedere ai principali servizi del colosso di Mountain View, visualizzare video con YouTube, navigare sul web con Chromium ed altro ancora.

BackTrack
Un famoso tool per il testing della sicurezza di computer desktop e server.

All'interno dell'unità USB avviabile, che può essere generata ricorrendo a MultiBootISOs, possono trovare spazio anche vere e proprie distribuzioni Linux, dalle più snelle alle più complete e "pesanti".

Ecco alcuni nomi di prodotti supportati:
gpxe
Debian Live
TinyCore
Slitaz
Puppy Linux
Damn Small Linux
Rip Linux
Knoppix
Sugar on a stick (piattaforma per l'apprendimento pensata per i più piccoli)
Ylmf (sistema operativo Linux che ricalca l'interfaccia di Windows)
Ubuntu
Xubuntu
Kubuntu
Lubuntu
Edubuntu
Ubuntu Netbook Remix
Ubuntu Rescue Remix
Linux Mint
Peppermint Linux
EasyPeasy
EEEbuntu
xPUD
SLAX
PCLinuxOS
Mandriva Free
Completano il lungo elenco dei software supportati da MultiBootISOs, la lista dei cosiddetti "rescue CD" messi a punto dai principali produttori di soluzioni per la sicurezza. Tali software (si tratta solitamente di CD avviabili) consentono di effettuare una scansione completa del sistema fuori da Windows ed eliminare gran parte dei file correlati all'azione di virus, rootkit e malware in generale:
Panda SafeCD
Kaspersky Rescue Disk
AVG Rescue CD
BitDefender Rescue Disk
Avira Antivir Rescue CD
 
L'elenco che vi abbiamo presentato non è omnicomprensivo. Per controllare la lista completa delle applicazioni supportate da YUMI vi suggeriamo di fare riferimento alla sezione List of installable live Linux distributions oppure al riquadro Step 2: select a distribution from the following box to put on your USB del programma.

Utilizzo del programma
YUMI non necessita d'installazione: basta fare doppio clic sull'icona del programma ed accettare la licenza d'uso per iniziare. Si presenterà la schermata seguente attraverso la quale si dovrà provvedere a selezionare – agendo sul menù a tendina "Step 1: select the drive letter of your USB drive" – la lettera di unità corrispondente alla chiavetta USB o comunque all'unità USB rimovibile precedentemente collegata al personal computer (nel nostro caso J:):


Nel caso in cui l'unità USB collegata al personal computer ed indicata nella finestra Drive selection and distro options page dovesse contenere i file di MultiBootISOs, apparirà il seguente avviso:

YUMI invita così a formattare il supporto di memorizzazione spuntando la casella Format drive (erase content). In questo modo, tutto il contenuto dell'unità verrà perso, compreso quello aggiunto dopo la configurazione della stessa con MultiBootISOs.
E' bene controllare più volte che la lettera identificativa specificata corrisponda effettivamente a quella assegnata da Windows all'unità USB collegata al personal computer. Per evitare perdite di dati, suggeriamo di impiegare sempre un'unità USB il cui contenuto possa essere completamente eliminato senza problemi.
Per inserire uno degli strumenti software elencati nella lista Select a distribution from the following box to put on your USB, è sufficiente evidenziarlo quindi indicare dove è stato salvato, sul disco fisso, il file corrispondente:

Nella maggior parte dei casi, YUMI consente di prelevare direttamente il file ISO contenente il necessario per il corretto funzionamento dei vari pacchetti software riportati in elenco. Per procedere con il prelievo, basta spuntare la casella Download the iso (optional) e rispondere alla comparsa del messaggio seguente:

Se il file viene scaricato nella stessa cartella dalla quale è stato avviato l'eseguibile di YUMI, il programma è capace di rilevare automaticamente la conclusione dell'operazione di download.
Nel caso in cui la cartella contenga già i file ISO di altri strumenti, YUMI, allo stesso modo, è in grado di informare l'utente circa la loro presenza (colore verde):

Gli autori di YUMI suggeriscono di controllare d'avere una singola versione (magari la più aggiornata) dei tool che si desiderano inserire nell'unità USB memorizzati all'interno della medesima directory. Diversamente, YUMI potrebbe inserire, nella chiavetta USB, tutte le versioni di uno stesso strumento software rilevate nella cartella.
Cliccando sul pulsante Create, YUMI riepilogherà le operazioni che provvederà a svolgere: con un clic su si darà il via all'effettuazione dei vari passaggi.

Non appena YUMI avrà formattato (se richiesto) l'unità USB ed inseritovi il primo tool, il supporto è già avviabile e pronto per essere utilizzato. Per aggiungere altri software, però, alla comparsa del messaggio Would you like to add more ISOs/distros now, è necessario fare clic sul pulsante e ripetere la procedura precedentemente illustrata (fatta eccezione, ovviamente, per la formattazione dell'unità).
Aggiungere il disco di ripristino o l'"installer" di Windows 7
Nell'unità d'avvio creata con YUMI è possibile integrare anche il file ISO contenente il disco di ripristino di Windows 7 oppure, in alternativa, specificare un'immagine ISO che contenga l'intero DVD d'installazione.
Per creare rapidamente il disco di ripristino di Windows 7, è possibile seguire la procedura che abbiamo illustrato in questa pagina. Essa si basa sull'impiego dell'utilità recdisc.exe di Windows 7 quindi nella copia di un file ISO automaticamente preparato dal programma di Microsoft e salvato nella cartella dei file temporanei del sistema operativo (%temp%). Dal momento che il file ISO del disco di ripristino di Windows 7 risulta essere bloccato da parte del sistema, il consiglio è quello di ricorrere all'utility Hobocopy, citata nell'articolo, digitando – al prompt dei comandi (opportunamente aperto con i diritti amministrativi) – quanto segue: hobocopy %temp% c:\ISO *.iso.
L'immagine in formato ISO del disco di ripristino di Windows 7 verrà così copiata nella directory C:\ISO (automaticamente creata nel caso in cui non esistesse). Il file ISO potrà essere rinominato in discoripristino.iso.
Dall'interfaccia di YUMI si dovrà selezionare la voce Windows Vista/7 Installer e specificare (pulsante Browse) il file discoripristino.iso precedentemente generato.

Per aggiungere la ISO del DVD d'installazione di Windows Vista o di Windows 7 è possibile selezionare, dalla lista, sempre la stessa voce (Windows Vista/7 Installer).
Se si dispone di un'unità USB di dimensioni pari a 4 GB, suggeriamo di inserire subito la ISO di Windows 7 o di Windows Vista (il file d'immagine dell'installer oppure il disco di ripristino prodotto ricorrendo alla procedura vista in precedenza) quindi di passare all'aggiunta degli altri strumenti che interessano.
Nel caso del Disco di ripristino del sistema di Windows suggeriamo di editare il file \multiboot\menu\other.cfg contenuto nello stesso supporto (va bene, allo scopo, un qualunque editor di testo come TextPad o Notepad++) e modificare la riga menu label Install Windows Vista/7 in menu label Disco di ripristino del sistema Windows 7. Così facendo, si modificherà l'"etichetta" visualizzata nel menù di avvio dell'unità USB, una volta lasciata connessa al personal computer all'accensione od al reboot della macchina.

Avvio del supporto creato con YUMI
Per effettuare l'avvio del sistema dall'unità USB preparata con MultiBootISOs, è indispensabile che nel BIOS del personal computer sia impostata la corretta sequenza di boot. Ciò significa che le unità rimovibili USB debbono essere avviate prima dei dischi fissi. Se, all'interno del BIOS, l'hard disk è impostato come primo device da avviare, il boot da USB non sarà possibile: è quindi necessario operare l'intervento del caso.
Lasciando inserita la chiavetta USB al boot del personal computer, YUMI presenterà un menù simile al seguente:
Com'è possibile notare, a differenza di MultiBootISOs, YUMI suddivide i vari strumenti in diverse categorie, comodamente "navigabili" utilizzando i tasti freccia.
Il disco di ripristino di Windows 7 oppure l'installer di Windows Vista o di Windows 7 sarà avviabile accedendo alla sezione Other operating systems and tools.
Qualora una distribuzione Linux, inserita nell'unità USB, non dovesse risultare avviabile, è possibile risolvere il problema rinominando temporaneamente la cartella SOURCES presente nella directory radice del supporto di memorizzazione.
fonte: Il Software
 
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lunedì 1 aprile 2013

Anonimato in rete e privacy online con Linux Tails.

linux tailsQuando si parla di Linux, è facile accorgersi di come sia disponibile una distribuzione per ogni specifica esigenza.

Oltre alle distribuzioni più note, come Linux Mint, Ubuntu, Fedora, Debian, openSUSE, CentOS vi sono anche prodotti meno conosciuti che sono stati pensati, però, per assolvere compiti molto precisi.

È il caso di Tails, una distribuzione Linux nata per proteggere la privacy dell'utente quando utilizza sistemi diversi dai suoi.

Basta caricare Tails in una chiavetta USB (o masterizzare la distribuzione su un supporto CD) per avere a disposizione un sistema operativo completo contenente, già preinstallati, tutti gli strumenti per difendere la riservatezza dei propri dati.

È sufficiente riavviare il personal computer dalla chiavetta USB o dal CD di Tails per "scavalcare" completamente il sistema operativo installato sull'hard disk ed eseguire il caricamento di un ambiente di lavoro amichevole che non modifica in nessun modo la configurazione dei dischi fissi collegati al sistema in uso.

Download Tails 0.17.1
 
Latest release: March 23, 2013

Installare Tails in una chiavetta USB avviabile.
Il modo migliore per utilizzare Tails e difendere la propria privacy quando si utilizzano personal computer diversi dai propri, è caricare la distribuzione Linux su una chiavetta USB. Non appena si riavvierà il sistema lasciando connessa la chiavetta USB, si dovrebbe accedere all'ambiente di lavoro: è necessario, ovviamente, che il BIOS del personal computer sia configurato per consentire l'avvio del sistema dalle unità USB; in particolare, la sequenza di boot impostata a livello BIOS deve prevedere prima l'avvio dei supporti di memorizzazione USB e poi dell'hard disk fisicamente installato all'interno del personal computer.

Il nostro consiglio, soprattutto se nella stessa chiavetta USB si prevedono di inserire altre utilità, è quello di ricorrere ad un software freeware come YUMI. Si tratta di un'applicazione che non soltanto rende avviabile qualunque unità USB ma che permette di caricarvi decine di utilità differenti, dal disco d'installazione o dal disco di ripristino di Windows alle varie distribuzioni Linux (Tails compresa), passando per i dischi di emergenza dei produttori antivirus, alle soluzioni per il recupero delle password, per il partizionamento del disco, per creare l'immagine del contenuto di dischi e partizioni, per recuperare dati, per cancellare file e cartelle in modo sicuro e così via.
 
Una volta avviato YUMI, previa connessione al personal computer dell'unità USB da utilizzare, si potrà selezionare dal menù di scelta la distribuzione Linux Tails. Così facendo, la corrispondente immagine ISO verrà caricata nel supporto USB e questo sarà automaticamente configurato e reso avviabile.

YUMI è prelevabile gratuitamente da questa pagina.

Aggiornamenti:

Tails An updated version of Tails, a Debian-based live DVD with focus on user's privacy and anonymity on the Internet, has been released: "Tails, The Amnesic Incognito Live System, version 0.17.1, is out. All users must upgrade as soon as possible. Notable user-visible changes include: Upgrade to Iceweasel 17.0.4esr; update Linux kernel to 3.2.39, which includes better support for graphics adapter backported from Linux kernel 3.4.29; temporarily drop the Rendition display driver. Bug fixes: remove Indymedia IRC account until we ship a version of Pidgin with SASL support. Known issue: the VirtualBox support in Tails 0.17.1 is not as good as it could be. The next Tails release (0.17.2) is scheduled for April 9, it will be a minor, bug-fix release." Here is the full release announcement with a link to a complete changelog. Download the live DVD image from here: tails-i386-0.17.1.iso (849MB, torrent).

Tails difende la privacy dell'utente e l'anonimato in Rete utilizzando TOR ("The Onion Router"), nota soluzione che protegge dai tentativi di analisi del traffico dati. La rete Internet, di per sé, e diversamente dalle credenze errate di molti, non offre alcun livello di anonimato. Tutte le operazioni che si compiono online lasciano tracce in molti punti: i provider Internet sono obbligati a conservare i log degli accessi per un periodo non inferiore a due anni, i server web che ospitano i siti visitati tengono anch'essi traccia dei client via a via connessi, per non parlare di ciò che accade tra l'origine e la destinazione dei pacchetti dati.

Tor è un sistema di comunicazione che protegge gli utenti dall'analisi del traffico attraverso l'impiego di un network di onion router gestiti da volontari. Utilizzando Tor, il traffico dati non transita quindi più direttamente da client a server e viceversa ma passa attraverso dei router che costituiscono un "circuito virtuale" crittografato a strati (da qui il termine "onion" che in italiano è traducibile col termine "cipolla"). Dal momento che tutte le informazioni vengono dinamicamente crittografate, nessun osservatore posto in un qualunque punto del "tragitto", è in grado di conoscere l'origine o la destinazione dei pacchetti dati.

All'avvio di Tails apparirà una finestra mediante la quale è possibile definire lingua predefinita e layout della tastiera:
Agendo sul primo menù a tendina in basso, suggeriamo di selezionare l'italiano quindi fare clic sul pulsante Login.
 
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