martedì 18 giugno 2013

Come installare e configurare SLIM, login manager semplice e leggero in ArchLinux (2a parte).


Slim01SLiM è l'acronimo di Simple Login Manager (semplice gestore di login).

SLiM è un login manager semplice, leggero e facilmente configurabile, adatto per essere usato su piattaforme con poche risorse.

SLiM è molto utile anche a chi vuole un login manager che non dipenda da GNOME o KDE, ed è perfetto per chi usa Xfce, Openbox, Fluxbox ecc.

Temi.

Installare il pacchetto slim-themes:
# pacman -S slim-themes archlinux-themes-slim
Il pacchetto archlinux-themes-slim contiene numerosi temi (slimthemes.png). I temi saranno estratti in /usr/share/slim/themes. Modificare la linea current_theme in /etc/slim.conf :
#current_theme       default
current_theme       archlinux-simplyblack
Per un anteprima:
$ slim -p /usr/share/slim/themes/<theme name>
Per chiudere, scrivere 'exit' nella riga di login e premere Invio. Molti temi per SLiM sono disponibili su AUR.

Setup schermo
È possibile personalizzare il tema di SLiM in /usr/share/slim/themes/<your-theme>/slim.theme modificando questi valori in percentuale: (il riquadro è 450 pixels per 250)
input_panel_x  50%
input_panel_y  50%

in valori espressi in pixels:
# Questi valori servono a impostare il pannello archlinux-simplyblack nel centro di uno schermo 1440x900 input_panel_x 495 input_panle_y 325

# Questi valori servono a impostare il pannello archlinux-retro nel centro di un
o schermo 1680x1050 
input_panel_x 615 input_panle_y 400





slim_debian_circuitry_by_cr1ogen_by_cr1ogen-d5zanmr



Altre opzioni.


Alcune cose che potrebbe essere carino provare.




Cambiare il cursore.


Se si vuole cambiare il cursore di default del server grafico X è possibile installare da AUR il pacchetto slim-cursor.




Ad installazione ultimata, editare il file /etc/slim.conf e decommentare la seguente riga:


cursor left_ptr



Questo farà apparire un cursore "normale". La configurazione è data da xsetroot -cursor_name. È possibile cercare i nomi dei possibili cursori qui o in /usr/share/icons/<your-cursor-theme>/cursors/.


Condividere lo sfondo tra desktop e Slim .


Un modo semplice per condividere il wallpaper tra il desktop e Slim è creare un link simbolico dal file del wallpaper del desktop al tema di default di Slim:


#  mv /usr/share/slim/themes/default/background.jpg /usr/share/slim/themes/default/background.old.jpg

# ln -s /path/to/mywallpaper.jpg /usr/share/slim/themes/default/background.jpg

Spegnere, Riavviare, Sospendere, Uscire, Aprire un terminale da SLiM.

Si può spegnere, riavviare, sospendere, uscire o aprire un terminale dalla schermata di accesso di SLiM. Per farlo, inserire il valore appropriato nel campo username, e la password di root nel campo password:
  • Per aprire un il terminale, inserire console come username (xterm di defaults, altri vanno installati separatamente... editare /etc/slim.conf per cambiare le preferenze riguardanti il terminale)
  • Per spegnere il pc, inserire halt come username
  • Per riavviare il pc, inserire reboot come username
  • Per uscire al bash, inserire exit come username
  • Per sospendere il pc, inserire suspend come username (La sospensione è disabilitata per default, editare /etc/slim.conf come utente root per decommentare la linea suspend_cmd e, se necessario, modificare il comando suspend (per esempio cambiare /usr/sbin/suspend in sudo /usr/sbin/pm-suspend))
  • Errore di SLiM eseguito come demone.
Se si avvia SLiM come demone da /etc/rc.conf e si ha un errore all'avvio potrebbe essere un problema del file di lock. SLiM crea un file lock ogni qual volta viene lanciato in /var/lock/. È quindi fondamentale che tale directory esista, in caso contrario crearla ora:

# mkdir /var/lock/
Errore allo spegnimento con Splashy.
Se si usa Splashy in accoppiata con SLiM, qualche volta risulterà impossibile spegnere o riavviare il proprio computer. Controllare che /etc/slim.conf e /etc/splash.conf siano correttamente settati su tty7 così: DEFAULT_TTY=7 e xserver_arguments vt07.

L'icona per lo spegnimento non funziona.

Se l'icona in questione non dovesse funzionare potrebbe essere un problema di permessi. Per avviare questa icona con i privilegi di root, modificare /etc/slim.conf come segue
sessionstart_cmd /percorso/dell/immagine &
Informazioni di login.

Di default SLiM non stampa alcun log. Per abilitare i log modificare così /etc/slim.conf:
sessionstart_cmd    /usr/bin/sessreg -a -l $DISPLAY %user
sessionstop_cmd     /usr/bin/sessreg -d -l $DISPLAY %user

Comandi di login personalizzati.

È possibile usare sessionstart_cmd/sessionstop_cmd in /etc/slim.conf per avere specifiche informazioni, come ad esempio sessione, user, tema...:

sessionstop_cmd /usr/bin/logger -i -t ASKAPACHE "(sessionstop_cmd: u:%user s:%session t:%theme)"
sessionstart_cmd /usr/bin/logger -i -t ASKAPACHE "(sessionstart_cmd: u:%user s:%session t:%theme)"


O se si vuole un suono all'avvio di SLiM (il programma beep va installato a parte):

sessionstart_cmd /usr/bin/beep -f 659 -l 460 -n -f 784 -l 340 -n -f 659 -l 230 -n -f 659 -l 110


SLiM e Gnome Keyring .

Se si sta utilizzando SLiM per lanciare una sessione di GNOME e si hanno problemi problemi con Gnome keyring, per esempio non effettua il login automatico, aggiungere le seguenti righe in /etc/pam.d/slim (vedere questo bug):

auth       optional    pam_gnome_keyring.so
session    optional    pam_gnome_keyring.so    auto_start

e questa a /etc/pam.d/passwd:
password        optional        pam_gnome_keyring.so
Se si usa uno screensaver è necessario aggiungere:
auth    optional        pam_gnome_keyring.so

a /etc/pam.d/gnome-screensaver per esempio (rimpiazzare gnome-screensaver cone slimlock, slock o qualunque altra cosa si usi). Se questo non verrà fatto, il keyring si chiuderà all'avvio dello screensaver e non verrà recuperato il login alla ripresa.

Tuttavia, questo fix non funziona con l'aggiornamento a Gnome 2.30. Sono dunque necessari ulteriori cambiamenti desritti qui. Modificare la riga login_cmd in /etc/slim.conf:
login_cmd exec ck-launch-session dbus-launch /bin/bash -login ~/.xinitrc %session >~/.xsession-errors 2>&1
Con Gnome 3.0 invece, è tutto più facile. Aggiungere dbus-launch dopo ck-launch-session e non editare /etc/pam.d/slim.

Con Gnome 3.1 è necessario oltre che aggiungere dbus-launch dopo ck-launch-session, editare /etc/pam.d/{slim,passwd}, altrimenti il keyring non verrà sbloccato automaticamente.

Da GNOME 3.4, è necessario editare /etc/pam.d/{slim,passwd} come sopra menzionato, quindi /etc/pam.d/slim sembrerà:

#%PAM-1.0
auth            requisite       pam_nologin.so
auth            required        pam_env.so
auth            required        pam_unix.so
auth            optional        pam_gnome_keyring.so
account         required        pam_unix.so
session         required        pam_limits.so
session         required        pam_unix.so
session         optional        pam_gnome_keyring.so auto_start
password        required        pam_unix.so
and /etc/pam.d/passwd
#%PAM-1.0
password required pam_unix.so sha512 shadow nullok
password optional pam_gnome_keyring.s


 Dal 13-10-2012, /etc/pam.d/gnome-screensaver contiene già le istruzioni per
pam_gnome_keyring.so.
Il corretto posizionamento di pam_gnome_keyring.so è spiegato qui.

Dopo aver editato quei file, editare anche /etc/inittab. In teoria

login_cmd exec ck-launch-session dbus-launch /bin/bash -login ~/.xinitrc %session >~/.xsession-errors 2>&1

dovrebbe funzionare, ma se si prova a spegnere il pc da GNOME ci si ritrova alla finestra di Login di SLiM. Per risolvere questo problema, usare il codice sottostante:

login_cmd exec dbus-launch --exit-with-session /bin/bash -login ~/.xinitrc %session >~/.xsession-errors 2>&1 
ck-launch-session non è più necessario.
La soluzione sopra illustrata e ulteriori informazioni sono disponibili qui.

Se si hanno ancora problemi con keyring ci sono altre cose da fare: Look at /etc/xdg/autostart/{gnome-keyring-gpg.desktop, gnome-keyring-pkcs11.desktop, gnome-keyring-secrets.desktop, gnome-keyring-ssh.desktop}.

Aggiungere le seguenti righe prima dell'inizializzazione del WM in ~/.xinitrc (questo è un esempio per Awesome WM):

/usr/bin/gnome-keyring-daemon --start --components=gpg
/usr/bin/gnome-keyring-daemon --start --components=pkcs11
/usr/bin/gnome-keyring-daemon --start --components=secrets
/usr/bin/gnome-keyring-daemon --start --components=ssh
/usr/bin/awesome


A login effettuato controllare che ci sia una sola istanza di gnome-keyring-daemon avviata con ps -A . Se si hanno 4 istanze non è un buon segno.

Settare DPI di SLiM.

Di solito ci pensa X ad impostare i DPI, volendo però si può impostare una preferenza su SLiM. Settare i DPI con -dpi 96 in /etc/X11/xinit/xserverrc non funzionerà su SLiM. Si può però modificare questa riga di slim.conf da:

xserver_arguments   -nolisten tcp vt07
a
xserver_arguments   -nolisten tcp vt07 -dpi 96

Usare un tema casuale.

La variabile current_theme supporta l'utilizzo della virgola. Scrivere quindi separati da una virgola i temi che si intende usare. SLiM ne sceglierà uno a caso ogni volta.

Spostare l'intera sessione su un altra console.

Se si avesse commentato alcuni terminali, come ad esempio 3, 4, 5 e 6, sarebbe possibile usarli come schermi. (Si potrebbe usare più display e un solo terminale) Per spostare il server grafico è necessario modifcare /etc/slim.conf . L'unica linea da modificare è:
xserver_arguments -nolisten tcp vt07

Cambiare semplicemente vt07 in vt03 (per avere X sulla tty3). Non deve esserci agetty attivo.

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Come installare e configurare SLIM, login manager semplice e leggero in ArchLinux (1a parte).

Slim01SLiM è l'acronimo di Simple Login Manager (semplice gestore di login).

SLiM è un login manager semplice, leggero e facilmente configurabile, adatto per essere usato su piattaforme con poche risorse.

SLiM è molto utile anche a chi vuole un login manager che non dipenda da GNOME o KDE, ed è perfetto per chi usa Xfce, Openbox, Fluxbox ecc.

Configurazione

Abilitare SLiM

Nota: Slim non ha più alcun supporto a Consolekit. Ora fa uso di systemd-logind quindi è fondamentale usare systemd come sistema di init.
Per avviare SLiM al boot, abilitare il servizio slim.

Si noti che dall'avvento di systemd il file /etc/inittab non esiste più, quindi l'unico modo per avviare slim è usare:
# systemctl enable slim

Vedere systemd per ottenere più informazioni.

Singolo ambiente desktop
Per configurare SLiM per caricare un particolare ambiente, semplicemente editare il file ~/.xinitrc, in modo che sia simile al seguente:
#!/bin/sh

#
# ~/.xinitrc
#
# Executed by startx (run your window manager from here)
#

exec [session-command]
Sostituire [session-command] con il comando appropriato. Per esempio:
exec awesome
exec dwm
exec startfluxbox
exec fvwm2
exec gnome-session
exec openbox-session
exec startkde
exec startlxde
exec startxfce4
exec enlightenment_start
Per i dettagli su come avviare il proprio ambiente, fare riferimento alla relativa pagina wiki.

SLiM 'legge' il file ~/.xinitrc e lancia il desktop in accordo con esso. Se non si ha il file ~/.xinitrc si può usare creare a mano o copiare da /etc/skell con il seguente comando (da utente):
$ cp /etc/skel/.xinitrc ~
Il file appena creato va reso eseguibile dando, da root:
# chmod -x ~/.xinitrc
Slim01

Autologin,
Per avere un autologin con SLiM di un utente predefinito, senza che venga richiesta la password, le seguenti righe di /etc/slim.conf:
# default_user                simone
Decommentare la riga e cambiare "simone" con l'utente che si a cui si vuole applicare l'autologin.
# auto_login                no
Decommentare la riga e cambiare "no" in "yes" per abilitare l'autologin.

Zsh.
Nota: Se non si sa cosa sia Zsh, non si necessita di questo paragrafo.
Il comando di login di default non inizializza correttamente questo ambiente (fonte). Cambiare quindi la riga login_cmd in:
#login_cmd           exec /bin/sh - ~/.xinitrc %session
login_cmd           exec /bin/zsh -l ~/.xinitrc %session

Ambienti multipli.
Se si ha il bisogno di caricare più ambienti desktop, SLiM può essere configurato in modo da poter scegliere quale.

Inserire un case statement simile a questo nel vostro file ~/.xinitrc ed editare la sessions variable in /etc/slim.conf. Si potrà scegliere la sessione al login premendo F1. Tenere in considerazione che questa caratteristica è sperimentale.
# La seguente variabile definisce la sessione che partirà se l'utente non sceglierà espicitatamente una sessione
# Source:
http://svn.berlios.de/svnroot/repos/slim/trunk/xinitrc.sample

DEFAULT_SESSION=kde

case $1 in
kde)
exec startkde
;;
xfce4)
exec startxfce4
;;
icewm)
icewmbg &
icewmtray &
exec icewm
;;
wmaker)
exec wmaker
;;
blackbox)
exec blackbox
;;
*)
exec $DEFAULT_SESSION
;;
esac

slim archlinux
Nota: nella versione 1.3.5, SLiM sembra non essere in grado di preservare la sessione di logind. Quindi è necessario aggiungere la variabile DEFAULT_SESSION in ~/.xinitrc.

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sabato 15 giugno 2013

Cos'è cambiato con Blender 2.5? Miglioramenti fenomenali in quasi tutti i settori.

Blender25features.jpgIntroduzione.
Con la versione 2.5, Blender ha visto miglioramenti fenomenali in quasi tutti i settori: software, interfaccia, modellazione, flusso di animazione, strumenti, API python, etc.


Questo è il risultato di un attento studio di casi d'uso, anni di aggiunte e la collaborazione della comunità, e una completa riorganizzazione e riscrittura del codice sorgente del software.

Di conseguenza, questo è uno dei più grandi progetti intrapresi sul codice di base di Blender fino ad oggi.

Questa pagina spiega le differenze più evidenti tra Blender 2.4 e Blender 2.5. Questo non è un elenco esaustivo delle nuove funzionalità (che sarebbe troppo lungo!) ma è piuttosto una sintetica introduzione all'evoluzione della 2.5 e i suoi notevoli miglioramenti rispetto alle versioni precedenti.



Interfaccia.
Nuova Interfaccia Utente.
blender Change-interface
L'interfaccia di Blender si basa su 3 principi:

  1. Non Sovrapposizione : La UI permette di vedere tutte le opzioni rilevanti e gli strumenti in una volta, senza dover spostare finestre intorno.
  2. Non Blocco : Gli strumenti e le opzioni dell'interfaccia non bloccano l'utente da ogni altra sezione di Blender. Blender non crea finestre di popup che richiedano l'inserimento di dati prima di poter eseguire altri comandi.
  3. Non Modale : L'input da parte dell'utente deve rimanere il più possibile consistente e prevedibile, senza modificare i metodi usati comunemente (mouse, tastiera).
L'interfaccia è stata riorganizzata. I vecchi Buttons Windows sono adesso Properties. Le Properties presentano dati all'utente. Tutto quello che si vede nelle Properties può essere animato, guidato, e liberamente modificato dall'utente. Questo significa che non ci sono strumenti all'interno. Questi sono stati inseriti nella nuova Toolbar delle differenti finestre (come la 3D View).
blender Change-from-global-to-specific
Partendo dal livello più alto, la finestra delle Properties contiene una lista di pulsanti. Questi sono organizzati in modo che quelli più generali compaiano a sinistra (Proprietà di Render), mentre quelle per regolazioni più fini (Object>Mesh>Material>Texture) appaiano più a destra, seguendo la direzione di lettura. Inoltre, i pulsanti disponibili dipendono dalla selezione (le opzioni per le Mesh sono diverse da quelle per la Camera).
carajao
Multi schermo.
Con il nuovo Window Manager, Blender permette la configurazione di finestre/schermi multipli. Come la finestra principale, ogni nuova finestra può essere suddivisa in diverse aree.


Personalizzazione.

blender Change-ui-python-api
La UI è più flessibile rispetto alla 2.4x. Grazie alle nuove API Python, è possibile personalizzare l'interfaccia e cambiare la posizione di pannelli e pulsanti. La maggior parte dell'interfaccia usa script Python disponibili nella cartella /.blender/scripts/ui/, in modo che ciascuno possa effettuare modifiche facilmente e crearsi la propria interfaccia di Blender.

Grazie alle nuove API Python è più facile per gli sviluppatori integrare script nell'interfaccia di Blender (es. motori di rendering, strumenti, script di import/export ecc.).
blender Change-keymap-edit
Inoltre, Blender 2.5 include anche un nuovo Keymap Editor. Le definizioni per le funzioni di tasti e mouse sono raggruppate insieme in 'key maps'. Per ogni finestra , come per ogni modalità o strumento modale, come trasform, ci sono key maps multiple. La personalizzazione dei tasti è ottenuta creando una copia locale della mappa predefinita e modificando tutte le opzioni che ti piacerebbe avere. La mappa dei tasti sarà sempre inalterata e disponibile all'uso.


Sistema di animazione.
Tutto è animabile.
In Blender 2.5 ogni proprietà può essere animata, dalla dimensione dell'immagine di output alle opzioni per i modificatori. Adesso si possono impostare i tasti su ogni finestra: 3D View, Video Sequence Editor, Node Editor (materiali, texture, composite)... Questo nuovo sistema si chiama Animato.


Dope sheet e graph editor.

blender Change-new-animation
L'editor di Curve IPO, l'Action Editor e l'NLA Editor sono stati sostituiti con il Dope Sheet e il Graph Editor (nomi generici usati anche in Maya).


L' "Action Editor" è stato esteso per diventare un completo Dope Sheet, permettendo il controllo simultaneo su azioni multiple, di raggruppare per tipi, e di dare miglior accesso agli shape keys.
Il nuovo sistema di animazione permette anche di aggiungere una Function Curve ad ogni proprietà. Il nuovo Graph Editor (precedentemente Ipo Curve Editor) permette di visualizzare, scorrere e modificare qualsiasi collezione di function curves, incluse tutte le curve di una intera scena.


Nuove funzioni.
Strumento di ricerca.

blender Change-search-tool
Blender 2.5 integra una funzione Cerca che permette di trovare una funzione inserendo il nome (o una parte di esso). Basta premere Space e apparirà il menu di ricerca. Questo è anche disponibile in alto nella schermata di Blender.

Miglioramenti al File browser.
I vecchi File browser e Image browser sono stati unificati in un singolo, potente browser. I file possono essere visualizzati come liste o miniature, e un nuovo filtro permette la selezione dei tipi di file da mostrare nel browser.


E' stata aggiunta una sezione laterale dove si possono vedere tutti i dischi, l'ultima cartella usata... Una nuova funzione permette anche di creare bookmark.

blender Change-file-browserAPI Python .
la nuova API è basata su Python 3.1

Guarda questa pagina in video.
fonte: Re Ubuntu

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venerdì 14 giugno 2013

Guida all'installazione di Gentoo: installazione degli strumenti di sistema.

gentoo logo mucca
Logger di sistema.
Alcuni strumenti non sono inclusi nello stage3 perchè ci sono diversi pacchetti che offrono le medesime funzionalità, perciò viene lasciata all'utente la libertà di scegliere quali installare.

Il primo strumento che si deve scegliere serve a fornire un facile logging per il sistema. Unix e Linux hanno una eccellente storia sulle possibilità di logging; se si desidera, nei file di log si può osservare tutto quello che succede sul sistema. Ciò avviene attraverso il logger di sistema.

Gentoo offre molti logger di sistema. Ci sono sysklogd, che è l'insieme tradizionale di demoni per i log di sistema, syslog-ng, un logger di sistema avanzato, e metalog che risulta essere un'alternativa altamente configurabile. Potrebbero già esserne disponibili altri, visto che il numero di pacchetti cresce di giorno in giorno.

Se si sceglie di utilizzare sysklogd o syslog-ng può essere consigliabile l'installazione di logrotate visto che non viene fornito alcun sistema di archiviazione automatica dei log vecchi. 

Per installare il logger di sistema scelto, si deve emergerlo e aggiungerlo al runlevel di default con rc-update. L'esempio seguente installa syslog-ng. Ovviamente si deve sostituirlo con logger di sistema scelto:


Installare un logger di sistema. 
# emerge syslog-ng
# rc-update add syslog-ng default
gentoo red1_thumb[2]

Opzionale: Demone cron

Il prossimo strumento è il demone cron. Anche se è opzionale e non richiesto per il sistema, è consigliato installarlo. Di che cosa si tratta? Il demone cron esegue comandi programmati. E' molto utile se si deve eseguire qualche comando regolarmente (per esempio, giornalmente, settimanalmente o mensilmente).

Gentoo offre tre possibili demoni cron: dcron, fcron e vixie-cron. Installare uno di questi è simile ad installare un logger di sistema. Tuttavia, dcron e fcron richiedono un comando extra di configurazione, che è crontab /etc/crontab. Se si è indecisi su quale scegliere, usare vixie-cron.

Se si sta installando Gentoo senza il collegamento alla rete Internet, è possibile scegliere solo vixie-cron. Se si desidera installarne un altro è possibile attendere e farlo in seguito.

Installare un demone cron.
# emerge vixie-cron
# rc-update add vixie-cron default
(Solo se si è scelto dcron o fcron:) # crontab /etc/crontab

Opzionale: indicizzazione dei file.

Se si desidera indicizzare i file del proprio sistema in modo da poterli localizzare rapidamente usando locate, è necessario installare sys-apps/mlocate.


Installazione di mlocate.
# emerge mlocate
gentoo kernel BHhDY

Facoltativo: accesso remoto.


Se si ha bisogno di accedere al proprio sistema da postazioni remote dopo l'installazione, non dimenticare di aggiungere sshd al runlevel di default:


Aggiungere sshd al runlevel di default
# rc-update add sshd default
Se si ha bisogno di accedere alla console seriale (il che è possibile in caso di server remoti), bisogna rimuovere i segni di commento dalla sezione sulla console seriale in /etc/inittab.


Modificare /etc/inittab
# nano -w /etc/inittab
Il brano seguente mostra le sezioni a cui sono stati rimossi i commenti:

Rimuovere i commenti alla console seriale in inittab

# CONSOLE SERIALI
s0:12345:respawn:/sbin/agetty 9600 ttyS0 vt100
s1:12345:respawn:/sbin/agetty 9600 ttyS1 vt100

Strumenti per il file system.

In base al file system che si sta usando, si devono installare gli strumenti di utilità necessari (per controllare l'integrità del file system, per creare un file system supplementare etc.). Notare che gli strumenti per gestire i filesystem ext2/ext3 (e2fsprogs) sono già installati come parte del sistema.

La seguente tabella elenca gli strumenti necessari da installare se si usa un determinato file system:
File System
Strumento
Comando di installazione
XFS
xfsprogs

emerge xfsprogs
ReiserFS
reiserfsprogs

emerge reiserfsprogs
JFS
jfsutils
emerge jfsutils

Strumenti di rete.

Opzionale: Installare un client DHCP.

Se è necessario che Gentoo ottenga automaticamente un indirizzo IP per una o più interfacce di rete è necessario installare dhcpcd (o qualsiasi altro client DHCP, consultare il capitolo Impostazioni modulari per una lista di possibili client). In caso contrario potrebbe non essere possibile utilizzare la rete al termine dell'installazione.


Installazione di dhcpcd.
# emerge dhcpcd

Opzionale: Installare un client PPPoE

Se si ha bisogno di ppp per connettersi alla rete, bisogna installarlo:

Installare ppp
# emerge ppp

gentoo l-kernel

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giovedì 13 giugno 2013

Guida all'installazione di Gentoo: configurazione del sistema.

gentoo logo mucca
Informazioni sul filesystem.
Cos'è fstab?
In Linux, tutte le partizioni usate dal sistema devono essere elencate in /etc/fstab. Questo è un file che contiene i punti di montaggio delle partizioni (cioè dove le partizioni compaiono nella struttura del filesystem), come devono essere montate (opzioni speciali), e quando (automaticamente o meno, se gli utenti possono montarle o meno, etc.).

Creare /etc/fstab
/etc/fstab usa una sintassi speciale. Ogni riga contiene sei parti, separate da spazio (spazio, tabulazioni o entrambi). Ogni parte ha un significato:
  • La prima parte indica la partizione (il percorso al file dev)
  • La seconda parte indica il mountpoint, al quale deve essere montata la partizione
  • La terza parte indica il tipo di filesystem usato dalla partizione
  • La quarta parte indica le opzioni di mount, usate da mount quando monta la partizione. Poichè ogni filesystem ha le proprie opzioni di mount, è consigliato leggere la pagina di manuale di mount per avere una lista completa (man mount). Se si specificano varie opzioni di mount, devono essere separate da una virgola.
  • La quinta parte è usata da dump per determinare se la partizione necessita dell'operazione di dump o no. Si può lasciarla a 0.
  • La sesta parte è usata da fsck per determinare l'ordine in cui dovrebbero essere controllati i filesystem, se il sistema non è stato spento correttamente. Il filesystem di root dovrebbe avere 1, mentre gli altri filesystem dovrebbero avere 2 (o 0 se non è necessario un controllo del filesystem).
  • gentoo-configurazio-L-zxhGyK

Importante: Il file /etc/fstab fornito da Gentoo è solo un esempio non valido per la produzione, quindi è necessario creare il proprio /etc/fstab personalizzato:


Aprire /etc/fstab.
# nano -w /etc/fstab
Osservare ora le opzioni specificate per la partizione di /boot. Questo è solo un esempio, non si è potuto o voluto creare una partizione /boot non copiarla pari pari.

In questo esempio di partizionamento x86 /boot corrisponde alla partizione /dev/sda1, con ext2 come filesystem. Ha bisogno di essere controllata, si può dunque scrivere:

Esempio di /boot per /etc/fstab
/dev/sda1   /boot     ext2    defaults        1 2
Alcuni utenti preferiscono non montare /boot all'avvio per ragioni di sicurezza. In questo caso è possibile sostituire defaults con noauto. Questo significa che è necessario montare manualmente la partizione ogni volta si desidera accedervi.

Aggiungere le righe corrispondenti al proprio schema di partizionamento ed aggiungerne per le periferiche CD-ROM ed ovviamente per gli altri tipi di partizioni o dispositivi in uso.
Usare ora l'esempio che segue per creare il proprio /etc/fstab:

Un esempio completo di /etc/fstab
/dev/sda1   /boot        ext2    defaults,noatime     1 2
/dev/sda2   none         swap    sw                   0 0
/dev/sda3   /            ext3    noatime              0 1

/dev/cdrom  /mnt/cdrom   auto    noauto,user          0 0

proc        /proc        proc    defaults             0 0
shm         /dev/shm     tmpfs   nodev,nosuid,noexec  0 0
L'impostazione auto fa in modo che mount rilevi automaticamente il filesystem (raccomandato per i media rimovibili poichè possono essere creati con molti filesystem); l'impostazione user rende possibile montare il CD per gli utenti che non hanno il privilegio di root.

Per migliorare la prestazioni, la maggior parte degli utenti potrebbe volere aggiungere l'opzione noatime come opzione di mount, con cui si ottiene un sistema più veloce, poichè i tempi di accesso non sono registrati (di solito comunque non c'è bisogno di averli):

Rileggere con attenzione /etc/fstab, salvarlo e uscire per continuare.
gentoo red1_thumb[2]

Informazioni di rete.
Hostname, nome di dominio e altro.
Una delle scelte che l'utente deve fare, è quella di dare un nome al proprio PC. Sembra facile, ma molti utenti hanno delle difficoltà nel trovare il nome appropriato per il loro pc Linux. Per velocizzare le cose, è importante sapere che qualsiasi nome si scelga, si può in seguito cambiarlo. Per quello che importa si può chiamare il sistema tux e il dominio homenetwork.

Impostare l'hostname.
# nano -w /etc/conf.d/hostname
(Impostare la variabile hostname con il nome dell'host scelto)
hostname="tux"
Poi, se si necessita di un nome di dominio, impostarlo in /etc/conf.d/net. E' necessario un nome di dominio solo se il proprio provider o il proprio amministratore lo richiedono o se si ha un DNS ma non un DHCP. Non è necessario preoccuparsi del dominio se i propri parametri di rete vengono impostati via DHCP.


Impostare il nome di dominio.
# nano -w /etc/conf.d/net
(Valorizzare la variabile dns_domain al nome del proprio dominio)
dns_domain_lo="homenetwork"
Nota: Se si sceglie di non impostare un nome di dominio, si può evitare che venga mostrato al login il messaggio "This is hostname.(none)" semplicemente modificando /etc/issue. Basta eliminare la stringa .\O dal file.

Se si utilizza un dominio NIS (se non si sa cosa sia la risposta è no), è necessario definirlo:

Impostare il nome di dominio NIS.
# nano -w /etc/conf.d/net
(Valorizzare la variabile nis_domain al nome del proprio dominio NIS)
nis_domain_lo="my-nisdomain"


Nota: Per ulteriori informazioni sulla configurazione di DNS e NIS, consultare gli esempi forniti nel file /usr/share/doc/openrc-*/net.example.bz2 che può essere letto con bzless. È possibile anche installare openresolv per gestire la configurazione DNS/NIS.
gentoo gnap_remaster

Configurare la rete.
Si dovrebbe ricordare che la configurazione della rete fatta inizialmente era solo per l'installazione di Gentoo. Adesso è necessario configurare la rete per il sistema Gentoo in funzione.

Tutte le informazioni di rete sono raccolte in /etc/conf.d/net. Questo file usa una sintassi semplice ma non molto intuitiva per chi non sa installare la rete manualmente. Non si si deve preoccupare, in quanto verrà spiegato tutto. Un esempio ampiamente commentato che copre i diversi tipi di configurazione è disponibile in /usr/share/doc/openrc-*/net.example.bz2.

Come impostazione predefinita viene utilizzato DHCP. Perchè il DHCP funziono c'è bisogno di un client adeguato.

Se si necessita di configurare la rete, sia perchè si necessita di impostare il comportamento di DHCP, o perchè non si utilizza affatto DHCP, aprire con il proprio editor preferito (in questo esempio si usa nano) /etc/conf.d/net.

Modificare /etc/conf.d/net
# nano -w /etc/conf.d/net
Il file aperto è il seguente:


/etc/conf.d/net predefinito
# This blank configuration will automatically use DHCP for any net.*
# scripts in /etc/init.d.  To create a more complete configuration,
# please review /usr/share/doc/openrc-*/net.example.bz2 and save
# your configuration in /etc/conf.d/net (this file :]!).

Per impostare l'indirizzo IP, la maschera di rete ed il gateway è necessario impostare le variabili config_eth0 e routes_eth0:


Impostare manualmente l'interfaccia eth0
config_eth0="192.168.0.2 netmask 255.255.255.0 brd 192.168.0.255"
routes_eth0="default via 192.168.0.1"
Per utilizzare DHCP, definire config_eth0:


Ottenere automaticamente un indirizzo IP per eth0
config_eth0="dhcp"
Leggere /usr/share/doc/openrc-*/net.example.bz2 per una lista di tutte le opzioni disponibili. Se si ha la necessità di impostare delle opzioni specifiche per DHCP assicurarsi di leggere la pagina di manuale del client DHCP.

Se si dispone di diverse interfacce di rete, ripetere i passi precedenti per config_eth1, config_eth2, ecc.
Salvare la configurazione ed uscire per continuare.
gentoo alsa-mixermuted

Far partire automaticamente la rete all'avvio.
Per attivare le interfacce di rete all'avvio, si deve aggiungerle al runlevel di default.


Aggiungere net.eth0 al runlevel di default
# cd /etc/init.d
# ln -s net.lo net.eth0
# rc-update add net.eth0 default
Se si hanno molte interfacce di rete, si devono creare net.eth1, net.eth2, ecc. come si è già fatto con net.eth0.

Scrivere le informazioni di rete.
E' necessario fornire a Linux informazioni sulla propria rete. Queste si trovano in /etc/hosts, e aiutano a mettere in corrispondenza gli hostname e gli indirizzi IP, per gli host che non sono risolti dal nameserver. E' necessario impostare una riga per il proprio sistema. Si potrebbe anche volerne impostare ulteriori per sistemi delle propria rete che non si desidera risolvere tramite il DNS.


Aprire /etc/hosts
# nano -w /etc/hosts


Inserire le informazioni di rete
(Definizione per il proprio sistema)
127.0.0.1     tux.homenetwork tux localhost

(Definire ulteriori host della propria rete. E' necessario che dispongano di un indirizzo IP statico per utilizzare questa definzione.)
192.168.0.5   jenny.homenetwork jenny
192.168.0.6   benny.homenetwork benny

Salvare e uscire per continuare.

Far funzionare PCMCIA.
Gli utenti PCMCIA devono innanzitutto installare il pacchetto pcmciautils.


Installare pcmciautils
# USE="-X" emerge pcmciautils

Informazioni sul sistema.
Password di Root.
Inanzitutto si imposta la password di root scrivendo:


Impostazione della password di root.
# passwd

Gentoo usa /etc/rc.conf per la configurazione generale del sistema. Aprire /etc/rc.conf per vederne i contenuti e leggerne le spiegazioni.


Aprire /etc/rc.conf
# nano -w /etc/rc.conf
Una volta terminata la configurazione di /etc/rc.conf, salvare e uscire.

Come si può vedere, questo file contiene tutte le spiegazioni necessarie per impostare le variabili di configurazione. E' possibile configurare il proprio sistema per utilizzare unicode e definire il proprio editor predefinito ed il proprio display manager (come gdm o kdm).

Gentoo usa /etc/conf.d/keymaps anche per gestire la configurazione della tastiera. E' possibile modificarlo per cambiare le impostazioni della tastiera.


Modificare /etc/conf.d/keymaps.
# nano -w /etc/conf.d/keymaps
Si presti particolare attenzione alla variabile keymap: impostare questo valore in maniera sbagliata significa avere problemi con l'uso della tastiera.

Una volta terminata la configurazione di /etc/conf.d/keymaps, salvare e uscire.

Gentoo usa /etc/conf.d/hwclock per impostare l'orologio. E' possibile modificarlo per personalizzare l'orologio.


Modificare /etc/conf.d/hwclock
# nano -w /etc/conf.d/hwclock
Se il proprio orologio hardware non è impostato su UTC è necessario aggiungere l'impostazione clock="local" al file. In caso contrario l'orologio non funziona correttamente.

Una volta configurato /etc/conf.d/hwclock salvare e uscire.

È necessario definire il fuso orario che si è precedentemente copiato in /etc/localtime anche nel file /etc/timezone, affinché i futuri aggiornamenti del pacchetto sys-libs/timezone-data possano aggiornare /etc/localtime automaticamente. Ad esempio, se si usa il fuso orario Europe/Rome bisogna scrivere Europe/Rome nel file /etc/timezone.
gentoo bugzie-homepage
Una volta terminata la configurazione di /etc/conf.d/clock, salvare e uscire.

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mercoledì 12 giugno 2013

Guida all'installazione di Gentoo: configurazione del kernel.

gentoo logo mucca
Fuso Orario (Timezone).
Innanzitutto è necessario selezionare il proprio fuso orario (timezone), in modo che il sistema riconosca in che parte del globo è collocato. Individuare il proprio fuso orario in /usr/share/zoneinfo, dopodichè copiarlo in /etc/localtime. Si sconsiglia di utilizzare i fusi orari del tipo /usr/share/zoneinfo/Etc/GMT* poichè i loro nomi non indicano le zone che ci si aspetterebbe. Per esempio GMT-8 indica GMT+8.

Abilitare le informazioni sul fuso orario (timezone).
# ls /usr/share/zoneinfo
(Per esempio Europe/Rome:)
# cp /usr/share/zoneinfo/Europe/Rome /etc/localtime
(Poi impostare il fuso orario)
# echo "Europe/Rome" > /etc/timezone

Installare i sorgenti.
Scegliere un Kernel.
Il cuore, intorno al quale sono sviluppate tutte le distribuzioni, è il Kernel di Linux. E' la parte di software compresa tra i programmi e l'hardware. Gentoo dà la possibilità ai suoi utenti di scegliere tra diversi sorgenti del kernel.

Per i sistemi basati sull'architettura x86 sono disponibili, tra gli altri, i gentoo-sources (sorgenti del kernel modificati con patch per caratteristiche aggiuntive).

Ora è possibile dunque scegliere ed installare i sorgenti del kernel tramite emerge.


Installare un sorgente del kernel.
# emerge gentoo-sources
gentoo l-kernel

Se si dà un'occhiata a /usr/src, si dovrebbe vedere un link simbolico chiamato linux, che punta al sorgente del kernel. In questo caso si tratta di gentoo-sources-3.3.8, ma ricordarsi che la versione potrebbe essere diversa:


Il link simbolico al codice sorgente del kernel.
# ls -l /usr/src/linux
lrwxrwxrwx    1 root     root           12 Oct 13 11:04 /usr/src/linux -> linux-3.3.8

Ora si procede a configurare e compilare il sorgente del kernel. Allo scopo è possibile utilizzare genkernel, che compila un kernel generico come quello usato dal CD di Installazione. Si tratta però prima la configurazione "manuale", poichè è il miglior modo di ottimizzare l'ambiente.

Predefinito: Configurazione manuale.
gentoo-configurazio-L-JrjFKk
La configurazione manuale del kernel è spesso considerata la parte più difficile che ogni utente Linux incontra. Non è assolutamente vero: dopo aver configurato un po' di kernel, l'operazione risulta semplice.

Una cosa è però vera: si deve conoscere il proprio sistema quando si comincia una configurazione manuale del kernel. La maggior parte delle informazioni può essere raccolta installando pciutils (emerge pciutils) che contiene lspci.

E' possibile tranquillamente ignorare gli errori di pcilib (ad esempio pcilib: cannot open /sys/bus/pci/devices) che a volte lspci stampa a video. In alternativa è anche possibile eseguire lspci dal di fuori dell'ambiente chrootato, in quanto i risultati sono i medesimi. Si può anche eseguire lsmod per vedere che moduli del kernel usa il CD di Installazione (potrebbe fornire un buon suggerimento su cosa abilitare).

Andare nella directory del sorgente del kernel, e digitare make menuconfig per visualizzare un menu di configurazione basato su ncurses.


Aprire menuconfig
# cd /usr/src/linux
# make menuconfig
Vengono visualizzate molte sezioni di configurazione. Ecco ora alcune opzioni che devono essere attivate (altrimenti Gentoo non può funzionare, o non funziona correttamente senza modifiche aggiuntive).
gentoo l-raid

Attivare le opzioni indispensabili.
E' importante verificare che ogni driver necessario al boot della propria macchina (ad esempio il controller SCSI, ..) sia compilato nel kernel e non come modulo. In caso contrario il sistema potrebbe non funzionare correttamente.

Selezionare ora la famiglia di processori corretta:


Selezionare la corretta famiglia di processori.
Processor type and features --->
  (Scegliere in base al proprio sistema)
  (Athlon/Duron/K7) Processor family
Quindi selezionare Maintain a devtmpfs file system to mount at /dev un modo che i file dei device critici sono già disponibili nel processo di avvio.


Abilitare il supporto devtmpfs
Device Drivers --->
  Generic Driver Options --->
    [*] Maintain a devtmpfs filesystem to mount at /dev
    [ ]   Automount devtmpfs at /dev, after the kernel mounted the rootfs
Andare su File Systems e selezionare il supporto per i filesystem utilizzati. Non compilare tali supporti come moduli, altrimenti Gentoo non può montare le partizioni. Selezionare anche Virtual memory, /proc file system.


Selezionare i filesystem necessari.
File systems --->
(Selezionare una o più delle seguenti opzioni secondo le necessità del sistema)
  <*> Second extended fs support
  <*> Ext3 journalling file system support
  <*> The Extended 4 (ext4) filesystem
  <*> Reiserfs support
  <*> JFS filesystem support
  <*> XFS filesystem support
gentoo states
  ...
  Pseudo Filesystems --->
    [*] /proc file system support   220 [*] /proc file system support
    [*] Virtual memory file system support (former shm fs)  221 [*] Virtual memory file system support (former shm fs)

(Abilitare il supporto alle etichette GPT se si sono usate in precedenza)
-*- Enable the block layer --->

    ...
    Partition Types --->
    [*] Advanced partition selection
      ...

      [*] EFI GUID Partition support
Se si sta usando PPPoE per connettersi a Internet o se si sta usando un modem analogico, si ha bisogno delle seguenti opzioni nel kernel:


Selezionare i driver necessari per PPPoE
Device Drivers --->
  Network device support --->
    <*> PPP (point-to-point protocol) support
    <*>   PPP support for async serial ports
    <*>   PPP support for sync tty ports
Le due opzioni di compressione non sono dannose, ma neppure necessarie; lo stesso vale per PPP over Ethernet, che potrebbe essere usata soltanto da ppp se configurato in modalità kernel.
Chi ne ha bisogno non deve dimenticare di includere nel kernel il supporto per la propria scheda di rete ethernet.

Se si è in possesso di una CPU Intel che supporta HyperThreading (tm), o si possiede un sistema con più CPU, è possibile attivare il supporto multiprocessore:


Attivare il supporto multiprocessore.
Processor type and features  --->
  [*] Symmetric multi-processing support
Nota: Nei sistemi multicore, ciascun core vale come un processore.
Se il sistema ha più di 4GB di RAM, bisogna abilitare "High Memory Support (64G)".
Se si utilizzano periferiche USB (come mouse o tastiere) è necessario abilitarle:


Attivare il supporto USB per dispositivi di input
Device Drivers --->
  [*] HID Devices --->
    <*>   USB Human Interface Device (full HID) support
Se si desidera il supporto PCMCIA sui portatili non dimenticare di abilitare il supporto per il bridge PCMCIA di sistema:
gentoo kernel BHhDY


Abilitare il supporto PCMCIA
Bus options (PCI etc.) --->
  PCCARD (PCMCIA/CardBus) support  --->
    <*> PCCard (PCMCIA/CardBus) support
(selezionare 16 bit se si utilizzano schede vecchie, spesso è utile.)
    <*>   16-bit PCMCIA support
    [*]   32-bit CardBus support
(selezionare i bridge di interesse)
    *** PC-card bridges ***
    <*> CardBus yenta-compatible bridge support (NEW)
    <*> Cirrus PD6729 compatible bridge support (NEW)
    <*> i82092 compatible bridge support (NEW)

Compilazione e Installazione.
Ora che il kernel è configurato, il prossimo passo è la compilazione e l'installazione. Uscire dal menu di configurazione ed avviare la compilazione:


Compilare il kernel.
# make && make modules_install
Quando la compilazione è finita, è necessario copiare l'immagine del kernel in /boot. E' possibile utilizzare qualsiasi nome per indicare il proprio kernel, è sufficiente tenerlo a mente perchè è necessario nella configurazione del bootloader. Ricordare di sostituire kernel-3.3.8-gentoo con il nome e la versione del proprio kernel.


Installare il kernel.
# cp arch/x86/boot/bzImage /boot/kernel-3.3.8-gentoo

Alternativa: Usare genkernel
Se si sta leggendo questa sezione, vuol dire che si è scelto di usare lo script genkernel, che configura il kernel.

Adesso che sono stati installati i sorgenti del kernel si può utilizzare lo script genkernel per configurarlo e compilarlo automaticamente. genkernel configura il kernel in modo quasi identico a come è configurato quello del CD di Installazione. Infatti quando si usa genkernel per compilare il kernel, il sistema rileva tutto l'hardware al boot, proprio come il CD di Installazione. Poichè genkernel non richiede nessuna configurazione manuale del kernel, questa è una soluzione ideale per quegli utenti che hanno qualche difficoltà nel compilarsi il kernel da soli.

Ecco come usare genkernel. Per prima cosa si deve emergere l'ebuild di genkernel:


Emergere genkernel.
# emerge genkernel
Compilare poi il kernel eseguendo genkernel all. Visto che genkernel compila un kernel che supporta quasi tutto l'hardware disponibile questa compilazione può essere un processo piuttosto lungo.

E' importante sapere anche che se non si usano ext2 o ext3 come filesystem potrebbe essere necessario configurare manualmente il kernel usando genkernel --menuconfig all e aggiungere il supporto per il filesystem scelto nel kernel (cioè non come modulo). Gli utenti di LVM2 devono anche aggiungere il parametro --lvm2.


Esecuzione di genkernel.
# genkernel all
Una volta completato genkernel, viene creato un kernel completo di moduli e ram disk iniziale (initramfs). Il kernel e initrd intervengono quando si configura un boot loader. E' consigliabile dunque annotare il nome del kernel e del initrd, poichè servono quando si scrive il file di configurazione del bootloader. Initrd si avvia subito dopo il boot per effettuare un rilevamento automatico dell'hardware (come nel CD di Installazione), prima che si avvii il sistema "reale".


Controllo dell'immagine del kernel e dell'initrd.
# ls /boot/kernel* /boot/initramfs*

Moduli del Kernel.
Configurare i moduli.
Si dovrebbero inserire i moduli che si vogliono caricare in /etc/conf.d/modules. Se si vuole, si possono anche aggiungere altre opzioni ai moduli.

Per vedere tutti i moduli disponibili, eseguire il comando find. Non dimenticarsi di sostituire "<versione kernel>" con la versione del kernel appena compilato:


Vedere tutti i moduli disponibili
# find /lib/modules/<kernel version>/ -type f -iname '*.o' -or -iname '*.ko'|less
Per esempio, per caricare automaticamente il modulo 3c59x.ko (che è il driver per per una famiglia specifica di schede di rete 3Com), modificare il file /etc/conf.d/modules inserirendovi il nome del modulo stesso.
/etc/conf.d/modules
# nano -w /etc/conf.d/modules
modules_2_6="3c59x"
compile-gentoo
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