giovedì 9 gennaio 2014

Il Regno di Ubuntu in 10 post: Dicembre 2013.

1.- Giocare con Debian: MAME dedicato all'emulazione dei videogiochi arcade o MESS pensato per emulare un enorme varietà di sistemi casalinghi del passato.
Giocare con Debian: MAME dedicato all'emulazione dei videogiochi arcade o MESS pensato per emulare un enorme varietà di sistemi casalinghi del passato.MAME è l'acronimo di Multiple Arcade Machine Emulator, o in parole povere, un emulatore dei videogiochi cabinati che hanno costituito l'attrazione principale delle sale giochi (arcade) dalla fine degli anni '70 fino alla fine degli anni '90, prima di soccombere definitivamente alle console domestiche nei primi anni del 2000. Street Fighter, Cadillac & Dinosaurs, Metal Slug, The King of Dragons,

2.- Giocare con Debian: EPSXe Emulatore Playstation.
Giocare con Debian: EPSXe Emulatore Playstation.EPSXe Emulatore Playstation è un  emulatore è nato per poter giocare con i nostri giochi "originali" psx e psx-one; per poter giocare con giochi psx sul nostro fidato debian-box necessitiamo di un processore medio/potente e di una scheda accelerata, e naturalmente dei nostri giochi preferiti. Bene, dopo questo preambolo iniziamo. Installazione. Installazione emulatore . Scarichiamo il

3.- Giocare con Debian: Dolphin-emulator.
Giocare con Debian: Dolphin-emulator.Dolphin è un emulatore per Gamecube e Wii. La maggior parte dei giochi girano perfettamente o con piccoli bug. I giochi possono girare in Full HD (1080p) o maggiore. I giochi sono giocabili in qualità HD, con risoluzione a 1080p o maggiore. Questa è una caratteristica superiore l'attuale consolle Wii e Gamecube che non sono possiedono un'uscita ad alta definizione. Il codice è ospitato su

4.- I 10 articoli piu cliccati nel Regno di Ubuntu nel mese di Novembre 2013.
I 10 articoli piu cliccati nel Regno di Ubuntu nel mese di Novembre 2013.Sono rimasto molto sorpreso delle statistiche che mi ha presentato il mese di noembre scorso. Qualche delusione e qualche soddisfazione. In tutta sincerità mi sarei aspettato molto di più da Ubuntu arriverà presto sul mercato smartphone, con Ubuntu Touch, grazie al tanto atteso e chiacchierato Edge. Sopratutto per l’iniziativa di raccogliere fondi dagli utenti grazie ad una campagna su Indiegogo,

5.- Online la nuova versione di LinuxSi.com, firmata Italian Linux Society.
Online la nuova versione di LinuxSi.com, firmata Italian Linux Society.Da oggi è online la nuova versione di LinuxSi.com, firmata Italian Linux Society. Il sito, già popolare e ben noto sull'Internet italiana nella sua prima implementazione, è un indice di negozi di informatica e rivenditori hardware italiani Linux-friendly, ovvero che distribuiscono computer con Linux pre-installato oppure senza sistema operativo alcuno. Un bell'aiuto per chi vuole acquistare un

6.- Ricercare in modo mirato files di ogni tipo con Google Dorks.
Ricercare in modo mirato files di ogni tipo con Google Dorks.Google hacking, o Google Dorks o come lo si voglia chiamare, è l'arte di cercare vulnerabilità nei siti. Fare hacking con Google è molto facile. Basta conoscere alcune stringhe che digitate nella giusta sequenza portano a informazioni sensibili che i webmaster o ignari utenti lasciano in chiaro sui propri siti web. Google è un motore di ricerca potentissimo arriva ovunque su internet se non

7.- 10 scorciatoie da tastiera per Linux per risparmiare tantissimo tempo.
10 scorciatoie da tastiera per Linux per risparmiare tantissimo tempo.Anche se sono ancora moltissimi gli utenti a non andare oltre il fatidico Ctrl+C per copiare, e l’altrettanto fatidico Ctrl+V per incollare dati, in molti sistemi e programmi sono disponibili numerosissime scorciatoie da tastiera per risparmiare tantissimo tempo. Non fa certo eccezione l’ormai celebre sistema operativo open source Ubuntu Linux, ricco – così come Windows – di combinazioni di

8.- Progettato per rendere più semplice la posta elettronica Thunderbird è un'applicazione gratuita dotata di straordinarie funzioni.
Progettato per rendere più semplice la posta elettronica Thunderbird è un'applicazione gratuita dotata di straordinarie funzioni.Thunderbird è un'applicazione gratuita per la gestione della posta elettronica, dotata di straordinarie funzioni, facile da impostare e personalizzare. Migrazione guidata. Dal menu Aiuto, puoi accedere alla Migrazione guidata che ti permetterà di configurare Thunderbird a tuo piacimento. Se apprezzavi lo stile della barra degli strumenti di Thunderbird 2, potrai velocemente effettuare questa

9.- I 10 articoli piu cliccati nel Regno di Ubuntu nel mese di Settembre 2013.
I 10 articoli piu cliccati nel Regno di Ubuntu nel mese di Settembre 2013.Sono rimasto molto sorpreso delle statistiche che mi ha presentato il mese di settembre scorso. Qualche delusione e qualche soddisfazione. In tutta sincerità mi sarei aspettato molto di più da Ubuntu arriverà presto sul mercato smartphone, con Ubuntu Touch, grazie al tanto atteso e chiacchierato Edge. Sopratutto per l’iniziativa di raccogliere fondi dagli utenti grazie ad una campagna su

10.- Aggiornamento dei Termini di servizio di Google.Aggiornamento dei Termini di servizio di Google.
Ecco il comunicato ufficiale: Aggiornamento dei Termini di servizio. 11 ottobre 2013 Stiamo aggiornando i Termini di servizio di Google. I nuovi Termini verranno pubblicati online il 11 novembre 2013 ed è possibile leggerli qui. Dato che molti utenti sono allergici ai testi legali, per comodità è disponibile un riepilogo in un linguaggio semplice. Abbiamo apportato tre cambiamenti:

 

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mercoledì 8 gennaio 2014

Guida all’installazione di Debian: Configurazione di hardware e sistema operativo prima dell'installazione

Configurazione di hardware e sistema operativo prima dell'installazione.

Questa sezione guida il lettore attraverso la riconfigurazione dell'hardware che in alcuni casi potrebbe essere necessaria prima di installare Debian. Generalmente si tratta di controllare e, nel caso, di modificare le impostazioni del BIOS/firmware di sistema. Il «BIOS» o «firmware di sistema» è il software essenziale usato dall'hardware. Ne viene fatto un utilizzo critico durante il processo di bootstrap (che segue l'accensione).

 

Invocare il menu di configurazione del BIOS.

Il BIOS fornisce le funzioni di base necessarie all'avvio della macchina e permette al sistema operativo di accedere all'hardware. Il proprio sistema è dotato di un apposito menu di configurazione del BIOS. Per accedere al menu di configurazione del BIOS è necessario premere un tasto o una combinazione di tasti; spesso è il tasto Canc o F2 ma alcuni costruttori usano altri tasti. Solitamente dopo l'avvio del computer appare un messaggio che indica quale tasto premere per entrare nella configurazione.

debian-linux-logohow-to-configure-ip-address-on-linux-debian-30-woody---bukans-lvauj3q1

Selezione del dispositivo di boot.

All'interno del menu di configurazione del BIOS è possibile di scegliere da quali dispositivi e in che sequenza verrà fatto il bootstrap del sistema operativo. Le scelte disponibili solitamente includono i dischi fissi interni, il lettore CD/DVD-ROM e i dispositivi di memorizzazione di massa USB quali chiavette USB o dischi esterni USB. Sui sistemi più recenti è spesso disponibile anche la possibilità di attivare l'avvio da rete via PXE.

In base al supporto di installazione (CD/DVD ROM, chiavetta USB, avvio da rete) prescelto è necessario attivare, se non lo è già, l'avvio dai dispositivi appropriati.

 

La maggior parte delle versioni di BIOS permettono di richiamare un menu d'avvio da cui è possibile scegliere il dispositivo da cui il computer deve fare l'avvio. Quando questa opzione è disponibile, il BIOS solitamente mostra un breve messaggio «press F12 for boot menu» (premere F12 per il menu di avvio) all'accensione del computer. Il tasto da premere varia da sistema a sistema; i tasti comunemente usati sono F12, F11 e F8. La scelta del dispositivo fatta da questo menu non cambia l'ordine di avvio predefinito nel BIOS, sarà possibile avviare una volta dalla chiavetta USB lasciando il disco fisso interno come dispositivo di avvio principale.

 

Se il proprio BIOS non fornisce il menu di avvio per modificare l'attuale dispositivo di avvio, è necessario cambiare la configurazione del BIOS per rendere il dispositivo da cui dovrà essere avviato il debian-installer il dispositivo di avvio principale.

debian installer

Sfortunatamente alcuni computer contengono dei BIOS con problemi. L'avvio di debian-installer da una chiavetta USB potrebbe non funzionare anche quando esiste un'apposita voce nel menu del BIOS e con la chiavetta è selezionata come dispositivo di avvio principale. Su alcuni di questi sistemi è impossibile usare la chiavetta USB come supporto per l'avvio; su altri è possibile aggirare il problema cambiando il tipo di dispositivo da «USB harddisk» o «USB stick» in «USB ZIP» o «USB CDROM». In particolare chi usa un'immagine di CD/DVD iso-ibride su una chiavetta USB la modifica del tipo di dispositivo in «USB CDROM» aiuta su alcun iBIO che non avviano da una chiavetta USB in modalità disco USB.

Se non è possibile intervenire sul BIOS per fare l'avvio da una chiavetta USB sarà comunque possibile usare l'immagine ISO copiata sulla chiavetta. Avviare debian-installer e, dopo la ricerca sui dischi rigidi dell'immagine ISO, selezionare il dispositivo USB e scegliere l'immagine.

 

Problemi hardware a cui prestare attenzione.

Tastiere USB e BIOS. Se non si dispone di una tastiera PS/2 e si ha solo una tastiera USB, su alcuni PC molto vecchi potrebbe essere necessario attivare nella configurazione del BIOS l'emulazione di tastiera per poter usare la tastiera nel menu del bootloader; questo non è un problema sui sistemi più recenti. Se non è possibile usare la tastiera nel menu del bootloader, consultare il manuale della scheda madre cercando informazioni sulle opzioni «Legacy keyboard emulation» o «USB keyboard support».

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Guida all’installazione di Debian: Requisiti hardware minimi e Prepartizionamento per sistemi ad avvio multiplo.

Requisiti hardware minimi.

Dopo aver raccolto le informazioni sull'hardware del proprio computer verificare che l'hardware sia compatibile con il tipo d'installazione che si ha in mente.

 

A seconda delle proprie necessità si potrebbe aver a che fare con qualcosa meno di quanto raccomandato nella tabella seguente. Comunque, la maggior parte degli utenti diventa frustrata se ignora questi suggerimenti.

 

Un Pentium 4, 1 GHz è il sistema minimo raccomandato per un sistema desktop.

 

Requisiti minimi del sistema raccomandati

Tipologia d'installazione
RAM (minima)
RAM (raccomandata)
Spazio su disco

Senza desktop
64 megabyte
256 megabyte
1 gigabyte

Con desktop
128 megabyte
512 megabyte
5 gigabyte

Debian_Edu_Network_Squeeze_thumb[2]

I reali requisiti minimi di memoria sono leggermente inferiori rispetto ai valori riportati nella tabella. In base all'architettura è possibile installare Debian con meno di 20 MB (per s390) o di 60 MB (per amd64). Lo stesso vale per i requisiti di spazio su disco, in particolare se si sceglie una per una le applicazioni da installare.

 

Si può usare un ambiente desktop grafico su sistemi più vecchi o meno performanti ma in questo caso si raccomanda l'installazione di un gestore di finestre meno avido di risorse rispetto a quelli degli ambienti desktop GNOME o KDE; delle alternative sono xfce4, icewm e wmaker, ma ne esistono anche altre.

 

È praticamente impossibile dare dei requisiti di memoria e spazio su disco per le installazioni server dato che questi valori sono molto legati all'uso finale del server.

Ricordarsi che le dimensioni specificate non includono tutto ciò che si può trovare di solito su un sistema, come per esempio i file degli utenti, la posta e dati vari. La cosa migliore è tenersi larghi, pensando allo spazio necessario per i propri dati.

 

Nei seguenti requisiti di sistema è compreso lo spazio su disco richiesto dalle normali operazioni del sistema operativo Debian GNU/Linux. In particolare, la partizione /var contiene un sacco di informazioni sullo stato specifiche per Debian oltre ai normali file con i log. I file di dpkg (che contengono informazioni su tutti i pacchetti installati) possono facilmente occupare 40 MB. Inoltre apt-get mette i pacchetti scaricati in questa directory prima di installarli. Di solito si deve assegnare almeno 200 MB a /var, un po' di più se si installa anche un ambiente desktop grafico.

 

Prepartizionamento per sistemi ad avvio multiplo.

Il partizionamento del proprio disco consiste semplicemente nel suddividerlo in sezioni. Ogni sezione è indipendente dalle altre. Grosso modo equivale a tirare su dei muri in una casa: l'aggiunta dei mobili a una sola stanza non influisce sulle altre.

 

Se sul proprio sistema è già presente un sistema operativo (Windows 9x, Windows NT/2000/XP/2003/Vista/7, OS/2, MacOS, Solaris, FreeBSD, …) che occupa tutto il disco e si vuole installare Debian sullo stesso disco, allora è necessario ripartizionarlo. Debian richiede delle partizioni riservate sul disco fisso, non può essere installata su partizioni Windows o Mac OS X. Si potrebbero invece condividere alcune partizioni con altri sistemi Unix, ma tale questione non verrà affrontata in questo documento. Come minimo è necessaria una partizione dedicata per il file system root di Debian.

debian-gnulinux-har-L-nNhXwC

 

È possibile ottenere delle informazioni sull'attuale configurazione delle partizioni usando un programma per il partizionamento per il sistema operativo che si sta attualmente usando, per esempio il Gestore disco integrato in Windows o fdisk in DOS. I programmi di partizionamento forniscono sempre un modo per visualizzare le partizioni esistenti senza effettuare delle modifiche.

 

In generale, modificare una partizione che contiene già un file system distruggerà qualsiasi informazione preesistente. Perciò di dovrebbe sempre fare il backup prima di procedere a qualunque ripartizionamento. Continuando ad usare l'analogia della casa, è opportuno spostare tutti i mobili prima di procedere alla demolizione e ricostruzione di un muro, altrimenti si rischia di distruggerli.

 

Molti dei sistemi operativi più recenti offrono la possibilità di spostare e ridimensionare certe partizioni esistenti senza distruggere il loro contenuto. Questo permette di creare lo spazio per altre partizioni senza perdere i dati esistenti. Anche se nella maggior parte dei casi questa operazione funziona correttamente rimane comunque un'azione intrinsicamente pericolosa perciò deve essere effettuata solo dopo aver fatto un backup completo di tutti i dati. Le partizioni FAT/FAT32 e NTFS usate da sistemi DOS o Windows possono essere spostate e ridimensionate senza perdere dati usando debian-installer oppure il Gestore disco integrato in Windows 7.

 

Per ridimensionare una partizione FAT o NTFS esistente senza perdere i dati da debian-installer selezionare il passo di partizionamento e scegliere l'opzione per il partizionamento manuale, poi scegliere la partizione da ridimensionare e specificare la sua nuova dimensione.

 

La creazione e la cancellazione di partizioni può essere fatta dall'interno di debian-installer oppure con il sistema operativo esistente. Come regola del pollice le partizioni dovrebbero essere create dal sistema che poi le utilizzerà, cioè le partizione che saranno usate da Debian GNU/Linux dovrebbero essere create da debian-installer e le partizioni che saranno usate da altri sistemi operativi dovrebbero essere create usando quest'ultimi. debian-installer è in grado di creare partizioni non-Linux, solitamente tali partizioni funzionano senza problemi anche quando sono utilizzate da altri sistemi operativi tuttavia ci sono dei rari casi in cui si possono verificare dei problemi perciò, per essere assolutamente sicuri, utilizzare gli strumenti di partizionamento nativi per creare le partizioni usate da altri sistemi operativi.

 

Per installare più di un sistema operativo sulla stessa macchina si dovrebbero installare prima tutti gli altri sistemi e poi procedere con l'installazione di Debian. L'installazione di Windows e di altri SO potrebbero distruggere la capacità di avviare Debian oppure incoraggiare la formattazione delle partizioni non native.

 

Queste operazioni possono essere ripristinate o evitate, ma facendo prima l'installazione dei sistemi nativi si evitano parecchi problemi.

debian-requisiti-di-T-ztXCAk

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martedì 7 gennaio 2014

Guida all’installazione di Debian: Compatibilità hardware e Impostazione della rete.

Compatibilità hardware

Molti prodotti funzionano senza problemi su Linux. Inoltre l'hardware supportato da Linux cresce quotidianamente anche se, purtroppo, Linux non funziona ancora su parecchi tipi di hardware su cui invece funzionano altri sistemi operativi.

 

Nella maggior parte dei casi i driver in Linux non sono stati scritti per un determinato «prodotto» o «marchio» da un particolare costruttore, ma sono stati scritti per un certo hardware/chip. Molti prodotti sono solo apparentemente differenti ma in realtà sono basati sullo stesso hardware; non è raro che i produttori di chip forniscano un «reference designs» per i prodotti basati sui loro chip che sono poi usati da vari costruttori per i dispositivi che poi sono venduti con molti nomi o marchi diversi.

 

Ciò ha dei vantaggi e degli svantaggi. Un vantaggio è che il driver per un chip funziona con molti prodotti anche di produttori differenti poiché i prodotti sono basati sullo stesso chip. Lo svantaggio è che non è sempre facile scoprire qual è il chip realmente montato in determinato dispositivo. Sfortunatamente qualche volta i produttori cambiano la base hardware dei loro prodotti senza cambiare il nome del prodotto e nemmeno il numero di versione, quindi avendo due oggetti con lo stesso marchio/nome prodotto comprati in tempi diversi potrebbero essere basati su due chip diversi e di conseguenza usare due driver diversi oppure uno dei due potrebbe non disporre di un driver.

debian configuration

 

Un buon modo per scoprire su quali chip sono basati i dispositivi USB e PCI/PCI-Express/ExpressCard è cercare gli ID del dispositivo. Tutti i dispositivi USB/PCI/PCI-Express/ExpressCard hanno un ID per il «produttore» e per il «prodotto» e la loro combinazione è solitamente la stessa per qualsiasi prodotto basato sullo stesso chip.

Sui sistemi Linux, questi ID possono essere trovati con il comando lsusb per i dispositivi USB e con il comando lspci -nn per i dispositivi PCI/PCI-Express/ExpressCard.

 

Per esempio, l'output di lsusb: «Bus 001 Device 001: ID 1d6b:0002 Linux Foundation 2.0 root hub» dove 1d6b è l'ID del produttore e 0002 è l'ID del prodotto.

 

Per esempio, l'output di lspci -nn per una scheda Ethernet: «03:00.0 Ethernet controller [0200]: Realtek Semiconductor Co., Ltd. RTL8111/8168B PCI Express Gigabit Ethernet controller [10ec:8168] (rev 06)». Gli ID sono mostrati dentro le parentesi quadre più a destra, in questo caso 10ec è il produttore e 8168 è l'ID del prodotto.

 

Ancora un esempio, una scheda grafica potrebbe restituire il seguente output: «04:00.0 VGA compatible controller [0300]: Advanced Micro Devices [AMD] nee ATI RV710 [Radeon HD 4350] [1002:954f]».

 

Su sistemi Windows, gli ID di un dispositivo possono essere trovati nella gestione dispositivi di Windows nella scheda «dettagli», dove l'ID del produttore ha il prefisso VEN_ e l'ID del prodotto ha il prefisso DEV_. Su sistemi Windows 7, è necessario selezionare la proprietà «ID Hardware» nella scheda dettgli del gestore dispositivi per vedere gli ID perché normalmente non sono mnostrati.

 

Cercando su Internet per produttore/ID prodotto, «Linux» e «driver» come chiavi di ricerca spesso restituiscono informazioni riguardo lo stato dei driver per un certo chipset. Se la ricerca per produttore/ID prodotto non dà risultati utili, la ricerca con il nome del chip, tale nome è spesso mostrato fornito da lsusb e lspci («RTL8111»/«RTL8168B» nell'esempio della scheda di rete e «RV710» nell'esempio della scheda grafica) può essere d'aiuto.

 

Verifica della compatibilità hardware con un sistema live.

Debian GNU/Linux è disponibile su alcune architetture anche come «sistema live». Un sistema live è un sistema preconfigurato e pronto all'uso in formato compresso che può essere avviato e usato da un supporto di sola lettura tipo un CD o DVD. L'uso di un sistema live non crea nessun cambiamento permanente sul proprio computer; a dentril sistema live è possibile cambiare le impostazioni dell'utente e installare programmi aggiuntivi ma tutto questo avviene nella RAM, cioè spegnendo il computer e avviando di nuovo il sistema live, tutto è ripristinato alla configurazione predefinita. Il modo più semplice per verificare se il proprio hardware è supportato da Debian GNU/Linux è avviare un sistema Debian live e provarlo.

 

Ci sono alcune limitazioni durante l'uso di un sistema live. La prima è che tutte le modifiche che si fanno dall'interno del sistema live devono essere tenute nella RAM del computer, quindi funziona solo su sistemi con RAM sufficiente, quindi l'installazione di grossi pacchetti aggiuntivi potrebbe fallire a causa di problemi di memoria. Un'altra limitazione che riguarda il test della compatibilità hardware è che il sistema Debian GNU/Linux live ufficiale contiene solo componenti libere, quindi non include i file del firmware non-free. I pacchetti non-free possono essere installati manualmente nel sistema ma non c'è il rilevamento automatico della necessità di firmware come nel debian-installer, quindi l'installazione di componenti non-free deve essere fatta manualmente.

È possibile trvare informazioni sulle varianti disponibili delle immagini di Debian live sul sito web Debian Live Images.

 

Impostazione della rete.

Se il computer ha una connessione permanente alla rete (cioè una connessione Ethernet o equivalente, non una connessione dialup/PPP) che è amministrata da qualcun'altro, si deve chiedere all'amministratore di rete le seguenti informazioni:

  • Il proprio hostname (forse lo si può decidere da soli).

  • Il proprio nome di dominio.

  • L'indirizzo IP dell'elaboratore.

  • La netmask da usare con la propria rete.

  • L'indirizzo IP del gateway su cui effettuare l'instradamento predefinito, se la propria rete ne ha uno.

  •  

  • Il sistema della propria rete da usare come server DNS (Domain Name Service).

  •  

Se la rete a cui si è connessi usa DHCP (Dynamic Host Configuration Protocol) per la configurazione della rete, le informazioni precedenti sono inutili poiché il server DHCP le fornisce direttamente al proprio computer durante il processo d'installazione.

 

Chi accede a Internet cia DSL o con un cable modem (cioè tramite la tv via cavo) e dispone di un router (spesso fornito già preconfigurato dal fornitore telefonico della tv via cavo) che gestisce la connettività di rete, solitamente è disponibile DHCP.

 

Come regola del pollice: se nella propria rete casalinga si usa Windows e non è stata effettuata nessuna configurazione manuale sulla rete per potersi collegare a Internet, anche la connettività di rete di Debian GNU/Linux verrà configurata automaticamente.

 

Se si usa una rete WLAN/WiFi si deve anche conoscere:

  • L'ESSID («nome della rete») della propria rete wireless.

  • La chiave di sicurezza WEP o WPA/WPA2 per accedere alla rete (se usata).

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Guida all’installazione di Debian: panoramica del processo d'installazione e informazioni necessarie.

Panoramica del processo d'installazione.

Prima di tutto una nota sulle reinstallazioni. Con Debian, una circostanza in cui sia necessaria una completa reinstallazione del sistema è estremamente rara; forse un problema meccanico dei dischi è la causa più frequente.

 

Molti dei comuni sistemi operativi potrebbero richiedere la completa installazione quando si verificano dei problemi critici o per fare un aggiornamento a una nuova versione. A questo si deve aggiungere che si effettua una nuova installazione è necessario anche re-installare i programmi in modo che operino correttamente con il nuovo SO.

 

Con Debian GNU/Linux è molto più probabile che il SO possa essere riparato anziché essere reinstallato nel caso si verifichino dei problemi. Gli aggiornamenti non richiedono mai un'installazione completa, è sempre possibile effettuare l'aggiornamento senza toccare l'intera installazione. Quando un nuovo programma richiede delle versioni più recenti del software di supporto rispetto a quelle installate, il sistema Debian di gestione dei pacchetti assicura che tutto il software di supporto sia identificato e installato. È stato fatto molto lavoro per evitare la necessità di reinstallare il sistema quindi deve essere ritenuta come l'ultima risorsa disponibile. L'installatore non è stato progettato per la reinstallazione su un sistema esistente.

debian installer

Ecco un sommario dei passi che saranno compiuti durante l'installazione.

  1. Backup di tutti i dati e documenti presenti sul disco fisso su cui si vuole fare l'installazione.

  2. Raccolta delle informazioni sul proprio computer e di tutte le informazioni necessarie prima di iniziare l'installazione.

  3.  

  4. Localizzare e/o scaricare l'installatore e tutti driver e firmware speciali necessari per la propria macchina.

  5.  

  6. Preparazione dei supporti per l'avvio come CD/DVD/chiavette USB oppure preparare l'infrastruttura per l'avvio da rete dell'installatore.

  7.  

  8. Avvio del sistema d'installazione.

  9. Scelta della lingua dell'installazione.

  10. Se disponibile, attivazione della connessione alla rete ethernet.

  11. Se necessario, ridimensionare le partizioni esistenti sul disco su cui si vuole installare per creare spazio per l'installazione.

  12. Creazione e montaggio delle partizioni su cui si installerà Debian.

  13. Attendere lo scaricamento, l'installazione e la configurazione del sistema di base.

  14. Installazione di un boot loader per avviare Debian GNU/Linux ed eventuali altri sistemi operativi.

  15. Avviare per la prima volta il sistema appena installato.

  16.  

Su 32-bit PC è possibile usare una versione grafica del sistema d'installazione.

 

Nel caso si verifichino degli errori durante l'installazione è utile conoscere quali pacchetti sono coinvolti in ciascuna fase. Introduciamo gli attori principali dello spettacolo «installazione»:

 

Il software d'installazione, debian-installer, è il protagonista principale di questo manuale. Si occupa del riconoscimento dell'hardware e del caricamento dei driver corretti, tramite dhcp-client configura la connessione di rete, esegue debootstrap per l'installazione del sistema di base e infine esegue tasksel per consentire all'utente l'installazione di altro software. Al processo d'installazione partecipano molti altri attori ma hanno parti decisamente minori, il debian-installer finisce il suo lavoro quando il nuovo sistema viene riavviato per la prima volta.

 

Per adattare il sistema alle proprie necessità si può usare tasksel che permette di selezionare gruppi predefiniti di programmi da installare come un server web o un ambiente desktop.

 

Una delle scelte importanti durante l'installazione è se installare o no un ambiente desktop grafico, che consiste nel X11 window system e in uno degli ambienti desktop disponibili. Se si sceglie di non installare il task «Ambiente desktop», si ottiene un sistema abbastanza semplice con la sola riga di comando. L'installazione del task «Ambiente desktop» è opzionale perché rispetto a un sistema solo testo richiede molto spazio su disco e perché molti dei sistemi Debian GNU/Linux sono dei server e non hanno bisogno di una interfaccia utente grafica per il loro lavoro.

 

Notare che il sistema X Window è completamente separato dal debian-installer, quindi la risoluzione dei problemi per il sistema X Window non rientrano nello scopo di questo manuale.

 

Backup dei dati.

Prima di iniziare, assicurarsi di avere il backup di tutti i file presenti attualmente sul proprio sistema. Se sulla macchina è installato solo il sistema operativo nativo, con ogni probabilità sarà necessario ripartizionare il disco per liberare spazio per Debian GNU/Linux. Ogni volta che si ripartiziona il disco, si corre il rischio di perdere tutti i dati presenti, non importa quale programma si usi per farlo. I programmi usati durante l'installazione sono piuttosto affidabili e la maggior parte sono in circolazione da anni, ma una mossa falsa può costare cara. Anche dopo aver fatto il backup, fare attenzione e pensare alle risposte che si danno e a quello che si fa: riflettendo un paio di minuti in più si possono risparmiare ore di lavoro inutile.

Se si sta creando un sistema a boot multiplo, assicurarsi di avere a portata di mano i supporti di installazione degli altri sistemi operativi. Anche se normalmente non è richiesto, potrebbe verificarsi la situazione di dover reinstallare il boot loader del sistema operativo originario o, nel caso peggiore, reinstallare l'intero sistema operativo e ripristinare il backup fatto in precedenza di tutti i file.

 

Informazioni necessarie.

Documentazione.

Guida all'installazione.

Il documento che si sta leggendo è la versione ufficiale della Guida all'installazione per la release wheezy di Debian; è disponibile in vari formati e parecchie lingue.

 

Documentazione hardware.

Contiene informazioni utili sulla configurazione o l'utilizzo dell'hardware.

Nella maggior parte dei casi il programma d'installazione è in grado di riconoscere l'hardware. Comunque è meglio prepararsi, si raccomanda di familiarizzare con il proprio hardware prima di iniziare l'installazione.

 

Informazioni sull'hardware possono essere recuperate da:

  • Manuali che sono venduti insieme a ciascun componente hardware.

  • Menu di configurazione del BIOS del computer. Per accedere a questo menu premere all'accensione del computer una certa combinazione di tasti, vedere nel manuale della scheda madre qual è questa combinazione, spesso è il tasto Canc o F2 ma alcuni costruttori altri tasti o altre combinazioni di tasti. Solitamente immediatamente dopo l'accensione del computer c'è un messaggio in è scritto qual è il tasto da premere per entrare nella configurazione.

  • Confezioni e scatole dei componenti hardware.

  • Consultando la finestra Sistema nel Pannello di controllo.

  • Comandi di sistema oppure programmi di altri sistemi operativi.

  •  

  • Queste fonti sono particolarmente utili per conoscere la quantità di RAM e la capacità del disco fisso.

  •  

  • L'amministratore di sistema o l'Internet Service Provider. Queste fonti possono fornire le impostazioni necessarie alla configurazione della rete e della posta elettronica.

  • Debian Installer boot menu

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lunedì 6 gennaio 2014

Guida all’installazione di Debian: Acquistare hardware specifico per GNU/Linux.

Acquistare hardware specifico per GNU/Linux.

Ci sono molti rivenditori che distribuiscono computer con Debian o altre distribuzioni GNU/Linux preinstallate. È possibile che costino di più, ma questo acquisto permette di stare tranquilli, perché si può essere sicuri che l'hardware è ben supportato da GNU/Linux.

 

Se si deve comprare una macchina con Windows preinstallato, leggere attentamente la licenza che viene data con Windows; si può rifiutare la licenza e ottenere un rimborso dal produttore. Facendo una ricerca su internet di «windows refund» si potrebbero recuperare delle informazioni utili per fare questa operazione.

 

Indipendentemente dall'acquisto di un sistema con Linux preinstallato o meno o addirittura un computer usato, è necessario assicurarsi che l'hardware sia supportato dal kernel Linux. Controllare se il proprio hardware è presente nelle liste elencate precedentemente. Si deve far sapere al rivenditore che si stà acquistando un computer su cui verrà installato Linux. Si dovrebbe supportare i produttori che appoggiano Linux.

debian

 

Evitare hardware chiuso o proprietario.

Alcuni costruttori di hardware non danno informazioni su come scrivere i driver per i loro dispositivi. Altri non permettono di accedere alla documentazione senza un accordo di non divulgazione che impedirebbe di rilasciare il codice sorgente del driver, che è uno degli elementi fondamentali del software libero. Poiché non abbiamo avuto accesso alla documentazione di questi dispositivi, semplicemente questi non funzionano in Linux.

 

In molti casi di sono degli standard (o almeno degli standard de-facto) che descrivono come un sistema operativo e i suoi driver comunicano con una certa classe di dispositivi. Tutti i dispositivi che sono confirmi allo standard possono essere usati con un singolo driver generico e senza la necessità di usare driver specifici per il dispositivo. Alcuni tipi di hardware (per esempio i «Dispositivi di Interfaccia Umana» come tastiere, mouse, ecc. e i dispositivi USB di memorizzazione di massa come le chiavette USB e i lettori di memory card) funzionano molto bene e in pratica tutti i dispositivi sul mercato sono conformi agli standard.

 

Purtroppo in altri campi, tra i quali le stampanti, non è così. Ci sono molte stampanti che possono essere comandate via un insieme ridotto di linguaggi di controllo che sono degli standard de-facto e quindi è possibile farle funzionare senza problemi con qualsiasi sistema operativo ma ci sono anche pochi modelli che comprendono solo comandi di controllo proprietari per i quali non è possibile accedere alla loro documentazione e di conseguenza non possono essere usate sui sistemi operativi liberi oppure possono essere usate tramite un driver closed-source fornito dal costruttore.

 

Anche se è disponibile un driver closed-source per il dispositivo la vita del dispositivo è legata alla disponibilità del driver. Oggigiorno la vita dei prodotti diventa sempre più breve e non è raro che poco dopo la fine della produzione di un dispositivo il produttore smette anche di aggiornare i diriver. Se il driver closed-source non funziona dopo un aggiornamento del sistema, un dispositivo perfettamente funzionante diventa inutilizzabile a causa della mancanza del driver e poter far niente. Quindi è opportuno evitare l'acquisto di hardware chiuso senza tener conto del sistema operativo con cui verrà usato.

 

È possibile migliorare questa situazione incoraggiando i produttori di hardware chiuso di rilasciare la documentazione e le altre risorse a noi necessarie per fornire driver liberi per i loro hardware.

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Giocando con Debian: MAME dedicato all'emulazione dei videogiochi arcade o MESS pensato per emulare un enorme varietà di sistemi casalinghi del passato.

MAME è l'acronimo di Multiple Arcade Machine Emulator, o in parole povere, un emulatore dei videogiochi cabinati che hanno costituito l'attrazione principale delle sale giochi (arcade) dalla fine degli anni '70 fino alla fine degli anni '90, prima di soccombere definitivamente alle console domestiche nei primi anni del 2000. Street Fighter, Cadillac & Dinosaurs, Metal Slug, The King of Dragons, ecc. sono solo alcuni esempi di videogiochi arcade di successo.
Si tratta in sintesi di un emulatore di vecchi videogiochi che raramente sono stati disponibili anche per console domestiche, fatta salva la notabile eccezione del NeoGeo (il quale non a caso nasceva come sistema arcade).
MESS è l'acronimo di Multiple Emulator Super System ed è in sintesi il progetto gemello di MAME. Mentre quest'ultimo come appena detto è dedicato all'emulazione dei videogiochi arcade, MESS è pensato per emulare un enorme varietà di sistemi casalinghi del passato, come ad esempio: Atari 400/800, Atari 2600, Lynx, NES, SNES, Nintendo GameBoy, Nintendo 64, Sega Game Gear, Sega Master System, Sega Megadrive, Colecovision, Vectrex, Apple II, Commodore 64/128, IBM PC XT and AT (MDA and CGA), ZX80, ZX Spectrum, TI99/4, TRS-80, MSX.
L'installazione, configurazione ed esecuzione di entrambi gli applicativi è molto simile, quando non identica, proprio per la stretta "parentela progettuale" esistente tra i due; data questa premessa si è optato per creare un unica guida onde evitare di duplicare la maggior parte dei contenuti, tuttavia si ribadisce che MAME e MESS sono due applicativi distinti, pertanto se per esempio l'utente è interessato solo ai videogiochi arcade potrà benissimo fare a meno di installare MESS e viceversa.
mame-arcade-cabinet-sticker-700x700
Prerequisiti.
Per poter giocare sono necessari tre elementi:
  • emulatore, cioè MAME e/o MESS, non ha problemi di copyright;
  • bios del sistema da emulare, non ha problemi di copyright;
  • ROM dei videogiochi, sono per lo più protette da copyright;
Per farla breve i primi due elementi sono liberamente disponibili, mentre l'utilizzo delle ROM è legale solo sotto certe specifiche condizioni. Per questi motivi in questa guida ci si limiterà ad indicare come ottenere i primi due elementi e come configurare il tutto, ma senza inserire collegamenti ai siti ospitanti ampi archivi di ROM.
Installazione.
Emulatore.
Sia MAME che MESS sono disponibili da repository, quindi per Wheezy e Sid:
# aptitude install mame
# aptitude install mess
Per squeeze (ma anche Wheezy e Sid)
# aptitude install xmame-x
# aptitude install xmess-x
Esistono anche delle utilità comuni ad entrambi di cui si consiglia l'installazione (Wheezy e Sid):
# aptitude install mame-tools
Oppure (Squeeze, Wheezy e Sid)
# aptitude install xmame-tools
Si noti che entrambi sono applicativi privi di interfaccia grafica, quindi è richiesto l'uso del terminale. Esistono tuttavia diverse interfacce grafiche, in particolare per MAME in GNOME è possibile installare da repository (Wheezy, Sid):
# aptitude install gnome-video-arcade
Oppure per squeeze
# aptitude install gmameui
Periferiche.
Se si possiede un joystick/gamepad sarà molto probabilmente possibile usarlo senza problemi installando i seguenti pacchetti:
# aptitude install joystick jtest-gtk
Evitare di installare il pacchetto xserver-xorg-input-joystick che oltre a servire solo per usare il joystick al posto del mouse risulta particolarmente fastidioso mentre si gioca in finestra, visto che muovendo la freccetta in giro per lo schermo causerà problemi di ogni tipo (cambio finestra, minimizzazione finestra, cambio desktop, ecc.).
Preparativi.
Per un utilizzo standard non dovrebbe essere necessario adottare nessuna procedura di configurazione, tuttavia a titolo informativo si specifica che il file di configurazione di MAME è /etc/mame/mame.ini, mentre quello di MESS è /etc/mess/mess.ini.
È bene notare che il file '.ini' mostra solo una minima parte della reale configurazione, la quale è visualizzabile tramite il comando:
$ mame –sc
$ mess -sc
Di particolare interesse è la variabile che specifica il percorso dove mame/mess cerca le ROM, che di base è:
rompath                  $HOME/mame/roms;/usr/share/games/mame/roms
rompath                  $HOME/mess/roms;/usr/share/games/mess/roms
Come si vede le directory sono due, ma solo la seconda dovrebbe essere automaticamente creata; in tal caso sarà l'utente a doversi creare manualmente la prima cartella se lo desidera (non è obbligatorio).
Bios.
Molte ROM richiedono i relativi file bios per poter funzionare e di questi possono esistere anche più versioni. I file bios sono in sostanza file comuni che invece di essere duplicati, includendoli in ciascuno dei singoli archivi ROM che ne hanno bisogno, sono raggruppati per comodità in un unico archivio separato.
Un sito ospitante un gran numero di bios sia per MAME che MESS è per esempio emunews, mentre per il solo MAME è possibile visionare anche questo in italiano, il quale mette anche direttamente a disposizione un archivio contenente tutti i bios disponibili.
Di norma i file bios sono degli archivi di tipo zip che devono essere copiati nella cartella delle ROM.
Warning.png
ATTENZIONE
I file zip dei bios non devono essere scompattati, ovvero devono essere mantenuti come archivi zip; si occuperà MAME/MESS di leggere automaticamente quando richiesto i suddetti file.

Info.png
Nota
Nel caso del succitato biospack questo deve essere scompattato nella cartella delle ROM, sono i singoli file zip in esso contenuti a non dover essere scompattati.

Bulb.png
Suggerimento
È consigliabile mantenere separati per motivi di ordine i file dei bios da quelli delle ROM, per esempio nel caso di MAME mettendo i primi in /usr/share/games/mame/roms e i secondi in ~/mame/roms, mentre nel caso di MESS rispettivamente in /usr/share/games/mess/roms e ~/mess/roms.
ROM.
Copiare le ROM in una sottocartella della propria HOME evita la scomodità di doversi autenticare ogni volta come root per copiare, cancellare, ecc. i singoli file.
Detto questo e visto quanto scritto inizialmente rimangono solo tre cose da sottolineare:
  1. è possibile che col procedere delle versioni di MAME/MESS alcune ROM non risultino più immediatamente leggibili, ovvero che siano necessarie alcune operazioni per renderle di nuovo utilizzabili;
  2. è tutt'altro che raro scaricare archivi di ROM che non contengono tutti i file necessari, risultando quindi inavviabili, nonostante si possieda già il necessario bios. In tal caso l'unica soluzione è o cercare i file mancanti o scaricare altre versioni della stessa ROM;
  3. MAI rinominare i file delle ROM, a meno di non avere problemi e/o di non essere assolutamente sicuri che l'attuale nome non sia quella corretto.
Avvio e utilizzo.
MAME.
Per avviare una ROM è sufficiente digitare da terminale:
$ mame nome_rom
Se non ci sono problemi, come avvisi di file mancanti, si aprirà una finestra in cui si vedrà girare la suddetta ROM.
Info.png
Nomi
Attenzione a non sbagliare il nome del gioco, poiché in caso contrario MAME non avvierà nulla e proporrà un elenco dei nomi più simili. Si badi bene che non è detto che in tale elenco compaia effettivamente il nome della ROM desiderata; in tal caso l'unica è controllare manualmente il nome del file zip.
Per eseguire MAME in modalità schermo intero è sufficiente specificare l'opzione -now:
$ mame -now nome_rom
Volendo è anche possibile avviare delle ROM contenute in directory non specificate nella variabile ROMPATH:
$ mame /percorso/rom/nome_rom.zip
gnome-video-arcade
Trattandosi di un'interfaccia molto spartana chi scrive non vede proprio la necessità di usarla, tuttavia basti dire che questa oltre a poter essere avviata da menù può essere inizializzata anche da terminale digitando:
$ gnome-video-arcade
Al primo avvio sarà effettuata una ricerca delle ROM disponibili che potrebbe durare anche un paio di minuti; un aspetto negativo è che tale ricerca non può essere avviata tramite l'interfaccia grafica, ma solo aggiungendo l'opzione -b al comando da terminale, ovvero:
$ gnome-video-arcade –b
MESS.
Per avviare una ROM è sufficiente digitare da terminale:
$ mess nome_sistema -cart /percorso/rom/nome_rom.zip
nome_sistema identifica il tipo di sistema da emulare, per esempio genesis (sega genesis), snes (super nintendo), ecc., mentre /percorso/rom/nome_rom.zip è il percorso del file della rom da eseguire.
Notare che in genere le ROM, come le cartucce da cui hanno origine, sono spesso relative ad una specifica area geografica (americhe, europa, asia, ecc.), pertanto è necessario specificare il corretto bios del sistema. Si prenda ad esempio il caso del Sega Megadrive, conosciuto come tale in europa e asia, ma denominato come Sega Genesis in america; ad esso afferiscono diversi bios, tra cui non a caso genesis e megadriv, essendo il primo quello corretto per le ROM tratte da cartucce destinate al mercato americano, mentre il secondo per quelle derivate da cartucce del mercato europeo. L'utilizzo di un bios non corretto comporta quasi sempre un caricamento errato della ROM oppure un messaggio d'errore relativo all'area geografica.
Per eseguire MESS in modalità schermo intero è sufficiente specificare l'opzione -now:
$ mess nome_sistema -cart /percorso/rom/nome_rom.zip –now
Configurazione a ROM avviata.
Premendo il tasto Tab comparirà un menù attraverso cui sarà possibile configurare diverse opzioni, come la mappatura delle periferiche di input (tastiera, joystick/gamepad, ecc.).
  • Di default premendo il tasto F2 si accederà al menù di configurazione originale della macchina arcade, dal quale è possibile configurare alcuni parametri, come per esempio evitare che sia richiesto di inserire monete per poter giocare (in questo caso trattandosi di un emulazione significa non essere obbligati a premere il tasto associato all'inserimento delle monete).
  • Per salvare una posizione durante una partita è sufficiente premere LSHIFT+F7 seguito dal numero della posizione desiderata. Per caricare un salvataggio è sufficiente premere F7 seguito dal numero della posizione desiderata.
mamed
  • MAME, sito ufficiale.
  • MESS, sito ufficiale.
  • emunews, sito contenente le ultime novità su MAME e MESS, nonché un elenco dei bios disponibili per entrambi.
  • MameChannel.it
  • Mameitalia, forum contenente molte informazioni utili su MAME, comprese alcune guide.
  • EMMA, sito contenente innumerevoli informazioni tecniche su MAME e relative ROM 
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Systemd offre agli utenti la possibilità di eseguire un'istanza di systemd per gestire i propri processi e servizi.

systemd offre agli utenti la possibilità di eseguire un'istanza di systemd per gestire i propri processi e servizi, consentendo di avviare, fermare, abilitare e disabilitare le unità che si trovano in certe directory quando systemd viene eseguito dall'utente. Ciò è utile per demoni e altri servizi che comunemente non vengono avviati da root oppure utilizzano un utente apposito, come avviene con mpd.

Setup.
startx.
Nota: Questo passaggio non è necessario se si intende utilizzare l'autologin.
Si faccia gestire la propria sessione da systemd-logind. Se systemd è stato eseguito come sistema di init, allora non è necessario compiere alcuna operazione.
L'utente dovrà ora lanciare un'istanza di systemd inserendo quanto segue nel proprio ~/.xinitrc:
/usr/lib/systemd/systemd --user &

Se l'utente non lancia il proprio window manager tramite /usr/lib/systemd/systemd --user, sarà invece necessario inserire systemd --user & in modo da lanciare systemd come qualsiasi altra applicazione prima di eseguire il window manager.

Dopo l'avvio di X, è possibile controllare se la sessione è gestita da systemd-logind utilizzando il seguente comando:


$ loginctl --no-pager show-session $XDG_SESSION_ID | grep Active
 

Se l'output corrisponde a Active=yes, allora si sta utilizzando systemd-logind per gestire la sessione. Rimuovere eventuali occorrenze di ck-launch-session o dbus-launch dal proprio ~/.xinitrc, dal momento che tali comandi non sono più richiesti.




Display Managers.

I principali Display Manager utilizzano systemd-logind di default, perciò il comando loginctl menzionato nella sezione precedente dovrebbe funzionare come previsto. Sarà semplicemente necessario aggiungere /usr/lib/systemd/systemd --user all'elenco dei programmi che l'ambiente desktop avvia automaticamente.

GNOME 3 (Utilizzando GDM).

Gli utenti che desiderano che GDM 3 avvii automaticamente la propria sessione di /usr/lib/systemd/systemd --user devono semplicemente creare una sessione di login speciale:

/usr/share/xsessions/gnome-systemd.desktop

[Desktop Entry]
Type=Application
Name=systemd
Comment=Avvia un'istanza utente di 'systemd'
Exec=/usr/lib/systemd/systemd --user

Assicurarsi di scegliere la sessione systemd al login.

Nota: Quanto sopra è stato testato con una installazione pura di GNOME 3 e GDM. In caso di configurazioni alternative, la vostra esperienza potrebbe variare. Questo metodo non richiede l'installazione degli script user-session di systemd.

Utilizzare /usr/lib/systemd/systemd --user per gestire la propria sessione.

Systemd ha molte caratteristiche utili, una delle quali è la capacità di tracciare i programmi utilizzando i cgroups (si esegua systemctl status). Benchè ciò sia veramente utile per un sistema di init il cui processo ha pid 1, anche la modalità utente può avvalersi di questa caratteristica per avviare automaticamente i programmi dello stesso, tracciando al tempo stesso il contenuto di ogni cgroup.

Tutte le units dell'utente andranno inserite in $HOME/.config/systemd/user ed avranno la precedenza sulle altre unità contenute nelle directory di sistema.

Sarà necessario installare due pacchetti per avvalersi di questa funzionalità, entrambi reperibili su AUR: systemd-xorg-launch-helper-git e systemd-user-session-units-git, se si desidera utilizzare l'autologin.

Inizializzare quindi i propri targets. È consigliabile crearne due: una per il window manager e l'altra come target di default. Il target del window manager dovrebbe essere simile al seguente:

$HOME/.config/systemd/user/wm.target

[Unit]
Description=Window manager target
Wants=xorg.target
Wants=mystuff.target
Requires=dbus.socket
AllowIsolate=true

[Install]
Alias=default.target

Si crei un secondo target chiamato mystuff.target, che andrà poi inserito nel campo WantedBy (sezione [Install]) di tutti i servizi che si intende avviare ad eccezione del window manager:

$HOME/.config/systemd/user/mystuff.target

[Unit]
Description=Xinitrc Stuff
Wants=wm.target

[Install]
Alias=default.target

Si crei un link simbolico di nome default.target, che punta al target di cui sopra. Quando si esegue /usr/lib/systemd/systemd --user, questo sarà il target avviato.

Infine, si scrivano i vari files .service corrispondenti ai servizi da avviare. Si inizi con quello del window manager:


$HOME/.config/systemd/user/mystuff.target

[Unit]
Description=your window manager service
Before=mystuff.target
After=xorg.target
Requires=xorg.target
 
[Service]
Requires=xorg.target
#Environment=PATH=decommentare:per:sovrascrivere:PATH
Environment=DISPLAY=:0
ExecStart=/percorso/assoluto/ad/eseguibile/wm
Restart=always
RestartSec=10
 
[Install]
WantedBy=wm.target

Nota: La sezione [Install] include il valore WantedBy, che permetterà al servizio di essere linkato come $HOME/.config/systemd/user/wm.target.wants/VOSTRO_WM.service, quando si utilizza systemctl --user enable, consentendone l'avvio al login. È consigliabile abilitare questo servizio con systemctl e non linkarlo manualmente.

È ora possibile riempire la directory delle unità con tutti i servizi di cui si potrebbe aver bisogno, come ad esempio mpd, gpg-agent, offlineimap, parcellite, pulse, tmux, urxvtd, xbindkeys e xmodmap.

Per uscire dalla sessione utente si utilizzi systemctl --user exit.

Login automatico.

Se si vuole utilizzare il login automatico al boot, è possibile utilizzare la relativa unit fornita dal pacchetto user-session-units. Si consideri l'idea di abilitare uno screen locker per evitare che qualcuno possa avvalersi della sessione appena avviata.

Si aggiunga questa linea ai files /etc/pam.d/login e /etc/pam.d/system-auth:

session    required    pam_systemd.so
 
Dal momento che user-session@.service viene avviato sulla tty1, sarà necessario aggiungere Conflicts=getty@tty1.service al .service in questione, se non è già presente.

Una volta fatto quanto sopra, si esegua systemctl --user enable WM_SCELTO.service

Nota: È necessario prestare attenzione alle tty, in modo che la sessione di systemd sia marcata come attiva. Una sessione viene segnata come inattiva quando la tty nella quale ci si trova è diversa da quella in cui è stato effettuato il login, il che significa che il server X dovrà essere avviato nella stessa tty specificata in user-session@.service, altrimenti potrebbero verificarsi diversi problemi con le applicazioni grafiche, come l'impossibilità di montare dispositivi removibili USB.

Una delle cose più importanti da aggiungere ai propri .service è l'utilizzo di Before= e After= nella sezione [Unit], che permettono di determinare l'ordine di avvio dei servizi. Si supponga di disporre di una applicazione grafica che si vuole avviare al boot: sarà possibile farlo aggiungendo After=xorg.target al proprio .service. Si supponga inoltre di voler avviare ncmpcpp che richiede mpd per funzionare: in tal caso si dovrà aggiungere After=mpd.service al .service di ncmpcpp.

Col tempo e l'esperienza si capirà come gestire l'ordine di avvio delle applicazioni, oppure leggendo le pagine di man di systemd. Iniziare con systemd.unit(5) è una buona idea.


Altri casi d'uso.

Multiplexer di terminale persistente.

Si potrebbe voler utilizzare la propria sessione utente per avviare un multiplexer di terminale come GNU Screen o Tmux in background invece di una sessione grafica. La separazione del login dal login grafico è probabilmente utile solamente per gli utenti che effettuano il boot in TTY invece di utilizzare un display manager (nel cui caso è possibile inserire tutti i programmi da avviare nel target mystuff.target).

Per creare questo tipo di sessione utente si proceda come sopra, creando però multiplexer.target invece di wm.target:

[Unit]
Description=Terminal multiplexer
Documentation=info:screen man:screen(1) man:tmux(1)
After=cruft.target
Wants=cruft.target

[Install]
Alias=default.target

Il target cruft.target, similmente a mystuff.target, dovrebbe occuparsi dell'avvio di tutti quei programmi che si pensa debbano essere lanciati prima di tmux o screen (o che si intende avviare al boot indifferentemente dal momento di avvio), come una sessione demone di GnuPG.

Sarà quindi necessario creare un servizio per la propria sessione multiplexer. Di seguito un servizio di esempio che utilizza tmux ed effettua il source di una sessione di gpg-agent che scrive le proprie informazioni in /tmp/gpg-agent-info. La sessione proposta è inoltre in grado di avviare programmi grafici previo avvio del server X, dal momento che la variabile DISPLAY è impostata.

[Unit]
Description=tmux: A terminal multiplixer Documentation=man:tmux(1)
After=gpg-agent.service
Wants=gpg-agent.service

[Service]
Type=forking
ExecStart=/usr/bin/tmux start
ExecStop=/usr/bin/tmux kill-server
Environment=DISPLAY=:0
EnvironmentFile=/tmp/gpg-agent-info

[Install]
WantedBy=multiplexer.target

Una volta fatto, si esegua systemctl --user enable su tmux.service, multiplexer.target ed eventuali altri servizi che debbano essere avviati da cruft.target.

Si abiliti inoltre user-session@.service come spiegato sopra, ma assicurarsi di rimuovere la linea Conflicts=getty@tty1.service, dal momento che la propria sessione utente non gestirà una TTY.

Congratulazioni! Si dispone ora di un multiplexer di terminale ed altri programmi utili che vengono avviati automaticamente al boot!


Avviare X.

Si avrà notato che, essendo il multiplexer di terminale il nuovo default.target, X non sarà avviato automaticamente al boot. Per avviare X, si proceda come sopra ma non si attivi o linki manualmente wm.target a default.target, bensì utilizzare un semplice alias per

startx:

alias startx='systemctl --user start wm.target'

Servizi Utente.

Gli utenti possono ora interagire con le unità poste nelle seguenti directory proprio come farebbero con i servizi di sistema (ordinate in modo ascendente di preferenza):

  • /usr/lib/systemd/user/

  • /etc/systemd/user

  • ~/.config/systemd/user
Per controllare l'istanza di systemd, si utilizzi il comando systemctl --user.

Servizi installati da pacchetti.

I pacchetti che forniscono servizi pensati per essere avviati dall'utente, possono installarli in /usr/lib/systemd/user/. L'amministratore di sistema può quindi modificare l'unità copiandola in /etc/systemd/user/ e quest'ultima potrà a sua volta essere modificata dall'utente copiandola in ~/.config/systemd/user.

Esempio.

Quanto segue è una versione utente del servizio di mpd:

mpd.service

[Unit]
Description=Music Player Daemon

[Service]
ExecStart=/usr/bin/mpd --no-daemon

[Install]
WantedBy=default.targets

Esempio con variabili. Quanto segue è una versione utente del servizio sickbeard.service, che utilizza una variabile contenente il valore della home directory dell'utente che lo esegue, utilizzata da SickBeard per trovare alcuni files:

sickbeard.service

[Unit]
Description=SickBeard Daemon

[Service]
ExecStart=/usr/bin/env python2 /opt/sickbeard/SickBeard.py --config %h/.sickbeard/config.ini --datadir %h/.sickbeard

[Install]
WantedBy=default.target

Come spiegato in man systemd.unit, la variabile %h contiene il valore della home directory dell'utente che esegue il servizio. È possibile utilizzare altre variabili, il cui elenco è disponibile nelle pagine di man di systemd.

Nota per le applicazioni X11.

La maggior parte delle applicazioni grafiche richiedono che la variabile d'ambiente DISPLAY sia impostata per essere avviate (se i propri servizi non si avviano, questa è la prima cosa da controllare). Assicurarsi quindi di includerla nei propri servizi:

$HOME/.config/systemd/user/parcellite.service

[Unit]
Description=Parcellite clipboard manager

[Service]
ExecStart=/usr/bin/parcellite
Environment=DISPLAY=:0 # <= !

[Install]
WantedBy=mystuff.target

Sarebbe però preferibile non inserire direttamente il valore della variabile DISPLAY nei servizi (specialmente se si hanno più schermi):

$HOME/.config/systemd/user/x-app-template@.service

[Unit]
Description=Your amazing and original description

[Service]
ExecStart=/full/path/to/the/app
Environment=DISPLAY=%i # <= !

[Install]
WantedBy=mystuff.target

È ora possibile avviarli con:

systemctl --user {start|enable} x-app@display-in-uso.service # <= :0 nella maggior parte dei casi

Alcune applicazioni grafiche potrebbero non avviarsi correttamente poichè il display socket non è ancora disponibile. È possibile ovviare il proglema aggiungendo quanto segue ai propri servizi:

$HOME/.config/systemd/user/x-app-template@.service

[Unit]
After=xorg.target
Requires=xorg.target

... 



fonte: Re Ubuntu


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Audacity sotto certi aspetti rappresenta per l'audio quello che Gimp è per le immagini.

Audacity è un software open source multipiattaforma per registrare e modificare l'audio che sotto certi aspetti rappresenta per l'audio quello che Gimp è per le immagini vale a dire la miglior risorsa gratuita a disposizione di chi non voglia spendere cifre notevoli per programmi professionali.

 

È installabile su  Linux, in particolare su Ubuntu nei repository Universe ed è curiosamente mancante degli encoder per i file MP3, forse per un problema di copyright. Dopo aver scaricato e installato Audacity se intendiamo lavorare con file MP3 sarà quindi necessario scaricare anche il plugin Lame Encoder per il sistema operativo che stiamo usando.  Oltre a creare degli audio registrando dal microfono con Audacity si può anche registrare tutto quello che passa dalla scheda audio e che quindi esce dagli altoparlanti.

 

L'interfaccia di Audacity è disponibile anche in italiano ed ha questo aspetto:

 

audacity-interfaccia

In alto a sinistra sono presenti i pulsanti Pausa, Play, Stop, Indietro, Avanti e Registrazione con le icone standard. Per iniziare una registrazione audio si seleziona il microfono, l'altoparlante e si sceglie la modalità Mono o Stereo quindi si pigia sul pulsante rosso. Per interromperla si va sullo Stop. Una registrazione Mono avrà un solo spettro mentre una Stereo avrà quello della traccia sinistra e quello della traccia destra. Dopo aver effettuato una registrazione ne possiamo esportare il file oppure eliminarla.

audacity-registrazione

Nell'area di lavoro di Audacity si visualizzerà lo spettrografo dell'audio registrato. Cliccando in un punto qualsiasi del diagramma e andando su Play verrà riprodotto il file a partire da quel punto. Si possono usare gli strumenti Seleziona appunto per selezionare una parte dell'audio e Zoom per effettuare delle selezioni più precise. Cliccando sul sinistro del mouse si aumenta lo zoom mentre con il sinistro si diminuisce. Lo strumento Spostamento temporale serve per spostare una selezione di audio nella linea del tempo. Usando questi strumenti insieme a Copia, Taglia e Incolla possiamo selezionare parti di audio per poi incollarle in un altro file. Molto utili anche le icone degli strumenti Silenzia e Ritaglia.

audacity-strumenti

Con Ritaglia possiamo estrarre una parte di un file mentre con Silenzia possiamo eliminare dei suoni specifici mantenendo però la lunghezza del file inalterata. Se si usa lo Strumento Taglia invece si perderanno i secondi della selezione eliminata. Una parte molto importante del programma Audacity è rappresentata dagli Effetti che sono tantissimi e per tutte le esigenze

effetti-audacity

Ne ricordo soltanto alcuni dei più importanti. Amplifica serve per aumentare il volume di un file o della parte selezionata. Le Dissolvenze in entrata e in uscita sono dei classici come del resto l'Equalizzatore ben conosciuto dagli appassionati di musica. Forse l'Effetto che potrebbe interessare un numero più vasto di utenti è quello della Rimozione rumore che analizza il file per determinare cosa sia Rumore e cosa non lo sia e che poi offre l'Anteprima del file senza rumore con la possibilità di settare le Impostazioni e i decibel da silenziare. 

 

Concludo ricordando che si può salvare il progetto in una estensione .aup per riprenderlo in seguito oppure si può salvare il file modificato andando su File > Esporta e selezionando il formato.

fonte: Ubuntulandia

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5.- KLyDE un nuovo progetto per rendere KDE più snello e meglio integrato con systemd.

KLyDE un nuovo progetto per rendere KDE più snello e meglio integrato con systemd.

KDE è uno dei migliori desktop enviroment del panorama Linux, tuttavia esso non è esente da difetti che spesso vengono evidenziati dall’utenza finale. Ecco perché è nato un nuovo progetto chiamato KLyDE, ovvero K Lightweight Desktop Environment. Il progetto nasce dalle menti dei developer di OpenSUSE e ha l’obbiettivo di migliorare KDE rendendolo più snello e meglio integrato con systemd.   Il

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6.- Come personalizzare il desktop di Kali Linux.

Come personalizzare il desktop di Kali Linux.

Durante l’installazione Kali Linux permette agli utenti di scegliere una password per l’utente root.   Comunque, doveste decidere invece di avviare l’immagine live, i386, amd64, VMWare o le immagini ARM, sono configurate con la password di root predefinita – “toor“, senza apici   Personalizzare il desktop di Kali. Anche se Kali Linux utilizza Gnome come ambiente desktop predefinito, è

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7.- Kali Linux è una distribuzione basata su Debian pensata per l'informatica forense e la sicurezza informatica.

Kali Linux è una distribuzione basata su Debian pensata per l'informatica forense e la sicurezza informatica.

Kali Linux è una distribuzione basata su Debian GNU/Linux pensata per l'informatica forense e la sicurezza informatica creata e gestita da Offensive Security. È considerato il successore di BackTrack Linux.   Kali offre agli utenti un semplice accesso ad una larga collezione di tools per la sicurezza dal Port scanning ai password cracker. Supporta Live CD e Live USB, questa funzionalità offre

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8.- Quali funzionalità ti offre openSUSE con XFCE?

Quali funzionalità ti offre openSUSE con XFCE?

La distribuzione openSUSE è stabile, facile da utilizzare, completa e adatta per molti ambiti d'utilizzo.  È rivolta agli utenti e sviluppatori che lavorano su computer desktop o server. È ottima per i principianti, gli utenti esperti e per i super geek, in breve è perfetta per tutti!  L'ultimo rilascio, openSUSE 12.3, è caratterizzato da nuove versioni estremamente migliorate di tutte le

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9.- Nel Regno di Linux: la Top Ten degli articoli più letti nel mese di Agosto 2013.

Nel Regno di Linux: la Top Ten degli articoli più letti nel mese di Agosto 2013.

1.- Come installare e configurare SLIM, login manager semplice e leggero in ArchLinux (2a parte). SLiM è l'acronimo di Simple Login Manager (semplice gestore di login). SLiM è un login manager semplice, leggero e facilmente configurabile, adatto per essere usato su piattaforme con poche risorse. SLiM è molto utile anche a chi vuole un login manager che non dipenda da GNOME o KDE, ed è

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10.- 7 applicazioni per esaminare il carico di un server Linux.

7 applicazioni per esaminare il carico di un server Linux.

Tenere sotto controllo il livello di occupazione del processore, della memoria e dei dischi è un pratica che in alcuni casi può evitare situazioni di emergenza.   I comandi che seguono possono aiutare a controllare questi valori diretamente da terminale, in modo da prevenire e risolvere eventuali problemi di performance.   – htop. htop possiamo considerarlo un evoluzione del famoso

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