giovedì 16 aprile 2020

Che cos'è l'indicizzazione e come indicizzare il tuo sito Web su Google.

Penso che non sia nuovo che fare un audit SEO del tuo sito web aziendale sia essenziale.

Molti imprenditori pensano che avere un sito Web sia sufficiente.

Tuttavia, a che serve un sito Web se i tuoi potenziali clienti non riescono a trovarlo?

In questo articolo spiegherò l'importanza dell'indicizzazione per il posizionamento sul web e perché dovrebbe essere il primo aspetto da analizzare in qualsiasi audit SEO.

Se stai leggendo questo articolo, sei probabilmente alla ricerca di un Consulente SEO che possa curare il business online della tua azienda.
Che cos'è l'indicizzazione e come indicizzare il tuo sito Web su Google.

Che cos'è l'indicizzazione?

L'indicizzazione è il processo che i motori di ricerca come Google o Bing eseguono in modo che il tuo sito Web appaia nel loro indice di ricerca.

Come viene eseguita l'indicizzazione di un contenuto o di un sito Web?


Come ho detto prima, l'indicizzazione è un processo. Questo processo è molto semplice, i motori di ricerca inviano crawler, comunemente chiamati spider, che sono robot che tracciano i diversi URL e articoli che contengono una pagina web.

Una volta rintracciati e seguendo i consigli che li forniamo attraverso il file robots.txt e i tag meta-robot, li inseriscono nei rispettivi indici, quindi vengono indicizzati.

Lo scopo di un Seo è identico a quello dei motori di ricerca anche se apparentemente non sembra essere proprio cosi. I motori devono fornire la migliore risposta all’utente che cerca.

Il Seo cosa fa?

Deve fornire la migliore risposta all’utente che cerca.

Entrambi hanno lo stesso scopo! 
 
Per tanto è indispensabile comprendere tutti i meccanismi con i quali i motori funzionano e lavorano al fine di ottenere risultati semplicemente perché stiamo “pensando” ed operando come farebbero loro.

Il web si sta evolvendo a grande velocità, il numero dei siti presenti in rete aumenta a dismisura ogni giorno, aumentano gli utenti che navigano e fanno acquisti in rete e proporzionalmente aumentano anche gli esperti che con conoscenza ed esperienza riescono a dare una marcia a tutto il sistema.

Attualmente un appassionato del web può con tenacia e un po’ di conoscenza ottenere dei buoni risultati e fare di quest’arte un vero e proprio lavoro.

I Motori di Ricerca.

I Motori di Ricerca sono diventati molto più sofisticati, il loro compito è fornire la migliore risposta alla domanda dell’utente, Google è riuscito ad implementare nel suo sistema di ricerca una serie di algoritmi molto avanzati e grazie ad essi è in grado di dare attualmente la migliore risposta, per questo sicuramente è il più usato.

Conclusione.


Come puoi vedere, al fine di trarre alcune conclusioni e sviluppare una strategia corretta per il posizionamento sul web, è necessario prima di tutto studiare l'indicizzazione del tuo sito web.
 
Nella maggior parte degli articoli sul posizionamento SEO, viene discussa l'ottimizzazione onpage, ovvero l'ottimizzazione delle immagini, la velocità di caricamento, ecc ... eppure pochissimi parlano dell'indicizzazione quando è fondamentale.

Ricorda che è consigliabile indicizzare solo quei contenuti che aggiungono valore ai tuoi potenziali clienti.

 Questi contenuti sono sia i servizi che offri sia gli articoli sul tuo blog. Al contrario, quegli URL che non aggiungono valore, come la pagina di contatto, le categorie di blog che non sono altamente sviluppati, la pagina dell'autore, ecc ... non sono raccomandati.

Non possiamo dimenticare elementi come la sitemap, il file robots.txt e i tag meta-robot, che insieme a Google Search Console, ci aiuteranno a fornire a Google i consigli necessari in modo che sappia quale URL indicizzare e quali non indicizzare.

venerdì 13 marzo 2020

NomadBSD è un sistema live basato su FreeBSD fornito con un desktop basato su OpenBox.

NomadBSD è una distro BSD diversa dalle altre distro BSD disponibili, in quanto è una distro live basata su FreeBSD e ha a disposizione un sistema di riconoscimento automatico dell’hardware e un apposito tool per la configurazione iniziale.

NomadBSD è stata progettata per essere “usata come sistema desktop che funziona direttamente out of the box, ma può anche essere utilizzata per il recupero dei dati, per scopi educativi, o per testare la compatibilità hardware di FreeBSD ”.

Questa BSD tedesca arriva con un desktop basato su OpenBox e con la dock della applicazioni Plank.

Inoltre NomadBSD fa uso del progetto DSB.

DSB sta per “Desktop Suite (for) (Free)BSD” e consiste in una serie di programmi progettati per creare un ambiente semplice e funzionale senza la necessità di avere tonnellate di dipendenze.

Il progetto DSB è stato creato da Marcel Kaiser, che è inoltre uno degli sviluppatori principali di NomadBSD.

Il 21 Aprile scorso è stata rilasciata la versione 1.2 di NomadBSD.

Questo sta a significare che questa distro adesso è basata su FreeBSD 12.0-p3.

La distro ha il supporto a TRIM abilitato di default e uno dei più grandi cambiamenti, in confronto alle altre distro BSD-based e che il setup iniziale tramite riga di comando è stato rimpiazzato con una interfaccia grafica basata su Qt.

Gli sviluppatori inoltre hanno aggiunto un tool, sempre basato sulle librerie Qt5, che permette di installare la distro su hard disk.

In questa versione inoltre è stato migliorato il supporto al comparto grafico ed è stato anche aggiunto anche il supporto alla creazione di immagini a 32-bit.

Installare NomadBSD

Dato che NomadBSD è stata progettata come una distro live, per poterla installare ci basta avere a disposizione una pennetta USB.

Per prima cosa dobbiamo scaricare la iso da utilizzare. Abbiamo diverse opzioni tra cui scegliere in base all’hardware a nostra disposizione, 64-bit, 32-bit o 64-bit Mac.

Per poter installare la iso abbiamo bisogno di un dispositivo USB con almeno 4 GB di spazio a disposizione.

Per quanto riguarda i requisiti minimi, sono molto bassi, in quanto viene richiesto un processore da 1.2 GHZ e 1 GB di RAM. Inoltre la distro supporta sia l’UEFI che i “BIOS” più vecchi.

Tutte le immagini disponibili per il download sono compressi come file .lzma.

Per questo una volta che avremo scaricato il file, dobbiamo estrarre il file .img contenuto al suo interno.

Se stiamo usando un sistema basato su GNU/Linux, possiamo usare uno dei seguenti comandi:

lzma -d nomadbsd-x.y.z.img.lzma

oppure

xzcat nomadbsd-x.y.z.img.lzma

Assicuriamoci sempre di rimpiazzare la parte del comando indicata con x.y.z con il corretto nome del file che abbiamo scaricato.

Prima di poter procedere all’installazione dell’immagine sul dispositivo USB, dobbiamo trovare l’id del dispositivo USB stesso.

Per farlo possiamo usare il comando lsblk da terminale.

Prendendo in considerazione che il valore dell’id che ci è stato restituito dal comando lsblk sia sdb, possiamo scrivere il file immagine sul dispositivo tramite il programma dd.

Per farlo ci basta digitare dal terminale il comando:

sudo dd if=nomadbsd-x.y.z.img of=/dev/sdb bs=1M conv=sync

Anche in questo caso dobbiamo fare attenzione al nome del file e controllare che sia identico a quello del file che abbiamo scaricato dalla pagina ufficiale del progetto.

Se non siamo amanti del terminale possiamo usare anche un tool grafico come Etcher per installare la iso sul nostro dispositivo USB.

Se non stiamo utilizzando un ambiente GNU/Linux ma siamo invece su una macchina con Windows, avremmo bisogno di 7-zip per estrarre il file immagine e poi possiamo utilizzare il già citato Etcher oppure Rufus per scrivere l’immagine sull’USB.

Una volta avviato il dispositivo USB, ci troveremo davanti un semplice tool di configurazione.

Dopo aver risposto alle domande richieste ci troveremo davanti il semplice e minimale desktop di OpenBox.

La mia esperienza con NomadBSD è stata piacevole. Una volta che ho configurato poche cose, la distro era pronta e funzionale.

NomadBSD è un progetto interessante e spero sia il primo di una nuova generazione di distro BSD che si focalizzano maggiormente sulla mobilità e sulla facilità di utilizzo.


NomadBSD is a 64-bit live system for USB flash drives, based on FreeBSD. Together with automatic hardware detection and setup, it is configured to be used as a desktop system that works out of the box, but can also be used for data recovery. The project has published a new development snapshot based on FreeBSD 12.1. "We are pleased to present the first release candidate of NomadBSD 1.3. Changes: The base system has been changed to FreeBSD 12.1-RELEASE-p1. Due to a deadlock problem, FreeBSD's unionfs has been replaced by unionfs-fuse. The GPT layout has been changed to MBR. This prevents problems with Lenovo systems that refuse to boot from GPT if lenovofix is not set, and systems that hang on boot if lenovofix is set. Support for ZFS installations has been added to the NomadBSD installer. The rc-script for setting up the network interfaces has been fixed. Support for setting the country code for the wlan device has been added. Auto configuration for running in VirtualBox has been added. Auto configuration for running in VirtualBox has been added." Further details can be found in the project's release announcement. Download: nomadbsd-1.3-RC1.img.lzma (2,279MB, SHA256, pkglist).

giovedì 13 febbraio 2020

Guida a Manjaro Linux: installazione per utenti con esperienza con versioni del kernel Linux.

Manjaro Linux noto anche come Manjaro, è una distribuzione basata su Arch Linux, che supporta ufficialmente gli ambienti desktop Xfce, KDE Plasma o GNOME.

Manjaro offre dei supporti di installazione che predispongono una prima installazione completa (ad esempio, con l'ambiente grafico Plasma o Xfce preconfigurato).

Di contro, Arch Linux offre un'installazione minimale, lasciando all'utente la responsabilità di configurare il proprio sistema nel dettaglio.

La distribuzione si propone di essere facile da usare, pur mantenendo la base di Arch.

In particolare il gestore dei pacchetti Pacman e la compatibilità con gli Arch User Repository (AUR).

Manjaro supporta molteplici versioni del kernel Linux.

Installazione di Manjaro Linux per utenti con esperienza.


Manjaro supporta molteplici versioni del kernel Linux, e offre dei tool grafici per installare una o più versioni del kernel, a scelta dell'utente.

Panoramica.

Questa pagina illustra quali sono i metodi di installazione a disposizione degli utenti con maggiori esigenze di personalizzazione del sistema.



Non è detto che questo sia un elenco esaustivo ed affidabile dei metodi possibili attualmente, può capitare che i software elencati siano in fase di sviluppo e che ci siano metodi sviluppati all'esterno della comunità ufficiale di Manjaro.

L'utilizzo di questi software o metodi di installazione non è consigliato ad utenti con poca o nulla esperienza, in ogni caso i danni arrecati ad altri sistemi operativi o all'hardware su cui viene eseguita l'installazione sono (come sempre) sotto piena responsibilità dell'utente.

Installazione mediante Calamares netinstall.

Software di installazione Calamares.

Le recenti versioni del software di installazione Calamares offrono la possibilità, per gli sviluppatori, di includere la scelta delle applicazioni nel processo di installazione; Manjaro ha sfruttato questa opportunità creando immagini di installazioni contenenti una versione di Calamares con questa funzionalità abilitata.

In questo caso l'installazione ripercorre i passi della Guida per l'installazione tramite Calamares, salvo l'aggiunta di un passaggio che permette di scegliere in modo intuitivo i pacchetti da aggiungere all'installazione del sistema.

Nota: Al momento non tutte le versioni di Manjaro dispongono di questa possibilità, bisogna quindi cercare le immagini di installazione contenenti il termine netinstall sul sito ufficiale di Manjaro. La scelta degli ambienti desktop potrebbe essere limitata.

Installazione mediante Manjaro Architect (sperimentale).

Nuovo software di installazione chiamato Manjaro Architect.

Verso l'inizio del 2017 è iniziato lo sviluppo di un nuovo software di installazione chiamato Manjaro Architect, che permette di installare il sistema con ancora maggior flessibilità rispetto a Calamares netinstall, il software è dotato di un'interfaccia grafica minimale, accessibile solo da terminale.
Leggi anche: Guida a Manjaro Linux: installazione passo a passo tramite Calamares installer grafico.
Il software è disponibile nei repositoryufficiali di Manjaro quindi per utilizzarlo ci sono due strade:
1. Scaricare un'immagine di installazione omonima appositamente realizzata, questa consentirà di avviare un sistema minimale senza interfaccia grafica da cui è possibile lanciare il software di installazione semplicemente tramite:
setup
2. Scaricare un'immagine qualunque di Manjaro dal sito ufficiale, una volta avviata installare ed eseguire il software di installazione tramite:
sudo pacman -Sy manjaro-architect
sudo manjaro-architect

Applicazioni Software Consigliate.

Nonostante ci sia una completa libertà nella scelta delle applicazioni che è possibile installare, sono forniti un paio di consigli riguardo a software che semplificano la gestione del sistema. Come qualunque software queste applicazioni possono essere aggiunte al momento dell'installazione del sistema oppure in un secondo momento utilizzando direttamente il gestore di pacchetti.

Octopi.
Octopi è un gestore di pacchetti dotato di un'interfaccia grafica (GUI) sviluppata in QT.

Octopi è un gestore di pacchetti dotato di un'interfaccia grafica (GUI) sviluppata in QT, si tratta di un frontend per pacman e yaourt. Nonostante l'interfaccia sia minimale, Octopi è in grado di gestire gli aggiornamenti di sistema e l’installazione, come la rimozione, di singoli pacchetti, sia dai repository ufficiali sia da AUR.

È inoltre incluso un plugin per la pulizia della cachedei pacchetti ed un altro per la gestione dei repository; per non rischiare di scordare gli aggiornamenti di sistema è possibile installare un servizio di notifica degli aggiornamenti che si integra con Octopi. Per installare Octopi ed i suoi plugin più utili, lanciare in una finestra di terminale il comando:

sudo pacman -S octopi octopi-cachecleaner octopi-repoeditor octopi-notifier-qt5

Pamac.
Pamac è un semplice ma potente strumento, finalizzato alla gestione dei pacchetti software.

Pamac è un semplice ma potente strumento, realizzato interamente dagli sviluppatori di Manjaro Linux, finalizzato alla gestione dei pacchetti software (applicazioni) del proprio sistema, può accedere ai repository ufficiali e ad AUR.



È sviluppato in Vala, basato sulle librerie GTK3; si interfaccia direttamente con libalpm. Per gli utenti meno esperti è la scelta migliore, infatti rende molto più semplice la gestione dei pacchetti provenienti da AUR e gestisce autonomamente la pulizia della cache dei pacchetti. Per installare Pamac, lanciare in una finestra di terminale il comando:

sudo pacman -S pamac

PacUI.

Per gli utenti che amano interagire con il sistema attraverso il terminale, ma trovano scomodo dover utilizzare pacman e le sue opzioni, esiste PacUI.

Questo software è uno scriptrealizzato in BASH da uno sviluppatore di Manjaro, esso consente di installare e rimuovere pacchetti, ma anche di ripulire alcune parti del sistema e modificare velocemente i più importanti file di configurazione.

L'unico difetto di questo software è la mancanza di una traduzione italiana, per scelta dello sviluppatore lo script esiste solo in lingua inglese. Per installare PacUI, lanciare in una finestra di terminale il comando:
sudo pacman -S pacui

giovedì 9 gennaio 2020

Guida a Tails riservatezza e anonimato per navigare: caratteristiche e software incluso.

L'obiettivo di questa documentazione è quello di spiegare come utilizzare Tails e di presentare all'utente le sue principali funzioni di sicurezza. È strutturato per aiutarti a raggiungere compiti concreti, ma fornisce anche informazioni più generali per aiutarti a comprendere il tipo di sicurezza fornito da Tails e le sue limitazioni.

Poiché Tails include molte altre applicazioni, questa documentazione si concentra sugli aspetti specifici di Tails. Per ulteriori informazioni su come utilizzare ogni applicazione specifica, cerchiamo di fornire riferimenti alla documentazione esterna.

Ma questa documentazione non vuole essere una guida integrale per la sicurezza informatica. Perché non spiega come costruire una strategia di sicurezza completa, che dipende dal tuo modello specifico di caso e di minaccia.

Se ti trovi ad affrontare problemi concreti con Tails che qui non sono documentati, fai riferimento alla sezione Supporto per ottenere maggiori informazioni.

Tails è basato su Debian 10 (Buster).

Software incluso:

Tor.

GNOME, un intuitivo ed elegante ambiente desktop.

Tor Browser.

Pidgin.

OnionShare.

Thunderbird email client.

Aircrack-ng.

Electrum.

Edizione Desktop.


LibreOffice.

Gimp e Inkscape per l'elaborazione delle immagini.

GNOME Sound Recorder.

Audacity per la regitrazione e l'elaborazione del suono.

Poedit per editare i file .po

Simple Scan e SANE per il supporto degli scanner.

Brasero per masterizzare CD/DVD.

Sound Juicer per estrarre l'audio dai CD

BookletImposer.

Cifratura e privacy.

Supporto per both LUKS e VeraCrypt.

GnuPG, l'implementazione GNU di OpenPGP per le email, la cifratura e la firma dei dati.

MAT per rendere anonimi i metadata nei file.

KeePassXC password manager.

GtkHash per calcolare i checksum (Plus d'information...).

PDF Redact Tools.

Tesseract OCR.

FFmpeg.


Supporto multilingua.

Quando fai partire Tails, puoi scegliere tra un gran numero di lingue, incluso l'Arabo, Azerbaijiano, Catalano, Ceco, Gallese, Danese, Tedesco, Greco, Inglese, Spagnolo, Persiano, Finlandese, Francese, Croato, Ungherese, Indonesiano, Italiano, Giapponese, Khmer, Coreano, Lettone, Bokmal, Tedesco, Polacco, Portoghese, Russo, Slovacco, Sloveno, Albanese, Serbo, Svedese, Turco, Ucraino e Cinese.

Il sistema di input della tastiera è abilitato automaticamente.