domenica 15 gennaio 2012

Dungeon of Dredmor è un roguelike in cui si ammazzano mostri, si raccolgono oggetti e si mangiano cose trovate per terra.

Dungeon of Dredmor è un roguelike in cui si ammazzano mostri, si raccolgono oggetti e si mangiano cose trovate per terra.

La prima cosa a cui ci troveremo di fronte è la creazione del personaggio. Creazione poi… insomma, bisognerà scegliere un paio di skill fra quelle messe a disposizione che, per quanto siano numerose, sono  sbilanciate in quantità verso il ramo magico. A questo punto ci si accorgerà che purtroppo non vi è nessuna personalizzazione estetica, e che il protagonista -per quanto possiate agghindarlo- resterà sempre un tizio anonimo coi capelli marroni.

Dopo aver scelto le nostre abilità, ci ritroveremo catapultati in un enorme parcheggio sotterraneo a più piani, generato casualmente, in cui invece delle automobili sono stati parcheggiati dei mostri fin troppo simili a pinguini. Tra una spadata qui e una freccia là, si può notare che la difficoltà è sensibilmente aumentata rispetto alla beta, e molte bacchette e pozioni eccessivamente potenti sono state bilanciate.

Dando un’occhiata al sistema di statistiche si può notare il numero enorme di cifre da poter analizzare. Ogni valore è spiegato abbastanza chiaramente, quindi il significato di ogni caratteristica non è un problema.

La trama è quella di qualsiasi roguelike: c’è un tizio cattivo in fondo a questo dungeon, probabilmente si sta facendo i fatti suoi guardando mtv ma, nel caso esso stia invece pianificando di conquistare il mondo dall’alto (basso?) del suo parcheggio sotterraneo, bisogna ucciderlo.

Fortunatamente il tutto è affrontato con la giusta ironia,  ben gestita e mai fastidiosa.

Durante la nostra avventura potremo trovare o comprare un enorme numero di oggettini da equipaggiare, mangiare, vendere o -in casi di estrema necessità- trasformare in stoccafissi da offrire al Dio supremo del lutefisk (no, non sto inventando nulla).

Oltre quanto già detto il gioco fornisce altre possibilità: dal crafting (molto sviluppato ma dall’interfaccia ampiamente rivedibile) al piazzare trappole e molte altre piccolezze che aumentano la varietà e faranno contenta tutta la gente che si rallegra di queste cose. Un dettaglio degno di nota sono le subquest, dateci direttamente da Inconsequentia, the Goddess of Pointless Sidequests, e sono spesso volontariamente inutili e stupide.


Screenshots.






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